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Una sonda della NASA ha bruciato il record di oggetto più veloce costruito dall’uomo

Il 27 settembre 2023 la sonda Parker Solar Probe della NASA ha raggiunto la mostruosa velocità di 635.266 km/h, strappando il nuovo record di oggetto più veloce costruito dall’uomo.
A cura di Andrea Centini
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Credit: NASA
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La sonda Parker Solar Probe della NASA ha stracciato il record di oggetto più veloce costruito dall'uomo. Mercoledì 27 settembre 2023, durante il suo diciassettesimo incontro ravvicinato col Sole, ha infatti raggiunto la clamorosa velocità di 635.266 chilometri all'ora, pari a circa 180 chilometri al secondo. Ciò significa che la sonda impiegherebbe circa 1 secondo per arrivare a Napoli da Roma. Il nuovo record ha distrutto il suo stesso precedente primato di 586.863 chilometri orari, registrato domenica 21 novembre 2021.

La sonda della NASA, lanciata alle 09:33 ora locale del 12 agosto 2018 a bordo di un razzo Delta IV Heavy da Cape Canaveral, porta il nome di Eugene Parker, uno scienziato dell'agenzia aerospaziale statunitense che negli anni '50 fu il primo a studiare il vento solare prodotto dalla stella. Si tratta del flusso di particelle energetiche legate all'attività solare che può avere un impatto significativo (finanche catastrofico) sulla Terra, attraverso le tempeste geomagnetiche. Una di classe G5 secondo gli esperti sarebbe in grado di rispedire l'umanità intera nel Medioevo per mesi, avendo la capacità di distruggere satelliti, dispositivi elettronici, linee elettriche e connessioni internet. La sonda Parker Solar Probe ha tra i suoi obiettivi anche lo studio di queste ondate di plasma, oltre che della corona solare.

Per raggiungerli la sonda deve avvicinarsi quanto più possibile a quella che noi consideriamo la superficie solare. Nel suo volo da record del 27 settembre ha battuto anche il primato di avvicinamento alla stella, arrivando a soli 7,26 milioni di chilometri dalla superficie. Sfrecciava a una velocità talmente elevata che le avrebbe consentito di fare il giro del mondo ben 15 volte in una sola ora. Per sopportare le temperature estreme del Sole la delicatissima strumentazione scientifica di bordo è protetta da un generoso scudo termico in carbonio, che le permette di resistere a quasi 1.400° C. Lo scudo riflette e devia i raggi solari, garantendo una temperatura di esercizio del suo cuore elettronico di soli 30° C.

Quello del 27 settembre non è stato il passaggio più ravvicinato, dato che nei suoi prossimi approcci dovrebbe raggiungere una distanza minima prevista di soli 6,4 milioni di chilometri dal Sole. I ricercatori stimano che esaurirà il suo propellente entro il 2025; a quel punto lo scudo termico non sarà più in grado di proteggere il cuore elettronico della sonda e finirà per esporre gli strumenti al calore infernale del Sole, evento che ne determinerà la distruzione. Fino ad allora continuerà a raccogliere dati preziosissimi sul Sole e sul vento solare, continuando a sfrecciare alle velocità più incredibili mai raggiunte per un oggetto costruito dall'essere umano.

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