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La sonda Chang’e è tornata sulla Terra: cosa ha portato dal lato oscuro della Luna

La sonda è atterrata nella regione della Mongolia Interna portando con sé campioni di terreno lunare che potrebbero rivoluzionare la nostra conoscenza sulla formazione del nostro sistema solare. Pechino può esultare per una vittoria che è al tempo stesso scientifica e politica.
A cura di Velia Alvich
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@CNSAWatcher | Scienziati a lavoro sulla sonda Chang'e 6 appena rientrata sulla Terra
@CNSAWatcher | Scienziati a lavoro sulla sonda Chang'e 6 appena rientrata sulla Terra

Decollo, atterraggio, ritorno. Un percorso durato esattamente 53 giorni, come era stato previsto, per mettere una bandiera (metaforica) sul lato nascosto della Luna. Ma soprattutto per studiare da vicino il suolo lunare. La missione cinese di Chang'e 6, la sonda che è partita il 5 maggio per esplorare la faccia meno nota del nostro satellite, è stata portata a termine con successo. Una conquista per l'umanità: è la prima volta che uno strumento umano esplora il lato nascosto della Luna. Al tempo stesso, però, una vittoria nazionale in una nuova corsa allo spazio che adesso ha molti più concorrenti rispetto a mezzo secolo fa.

Cosa ha preso e riportato sulla Terra la sonda Chang'e 6

L'atterraggio è avvenuto nel deserto della Mongolia Interna, una delle province settentrionali della Cina, quando erano le due del pomeriggio (cioè quando in Italia erano appena le 8 del mattino). Con il suo paracadute rosso e bianco, la sonda si è adagiata con relativa grazia sul suolo terrestre. Poi è stata accerchiata dalle autorità, che si sono avvicinate a Chang'e 6 per recuperarla.

All'interno di Chang'e 6 c'è un prezioso carico: i campioni di terreno lunare che verranno studiati dagli scienziati cinesi e della comunità internazionale. Dentro i frammenti di suolo recuperati nella parte nascosta della Luna potrebbero trovarsi i segreti sulla formazione della Terra, del nostro sistema solare e, ovviamente, della stessa Luna.

Non si conosce esattamente la natura e la quantità dei campioni che sono stati prelevati dal bacino del Polo Sud-Aitken, che era preparata per recuperare fino a due chilogrammi di suolo lunare. Le rocce che si trovano sul lato nascosto della Luna, però, potrebbero avere una natura totalmente differente rispetto a quelli studiati fino adesso.

Esulta la comunità scientifica, ma anche la politica. Così Xi Jinping si è congratulato con la China National Space Administration per il "traguardo epocale". Una vittoria da sbandierare a casa, ma soprattutto a livello internazionale.

Perché il successo cinese è importante per la corsa allo spazio

Studiare campioni di terreno mai osservati prima è solo una parte del successo cinese. In mezzo c'è un'altra ragione scientifica e una politica a fare esultare Pechino.

Innanzitutto, è stato dimostrato che si può comunicare con una zona del nostro sistema solare che fino a ora si considerava isolata senza speranza. Sull'altro lato della Luna, infatti, è impossibile fare arrivare i segnali radio. O almeno, non lo si può fare naturalmente. Con un satellite come Queqiao-2, invece, si può superare l'ostacolo e fare "rimbalzare" il segnale fino al lato nascosto del satellite. La maggiore difficoltà tecnica della missione di Chang'e 6 in fondo stava qui, e l'impresa cinese ha dimostrato che si può superare.

In secondo luogo, il successo di Pechino mette in imbarazzo le altre agenzie spaziali, in particolare quella americana che da anni non riesce a riportare l'uomo sulla Luna. Artemis, la seconda missione americana sul satellite, è stata rimandata ancora al settembre 2025. Un ritardo di almeno sei anni sulle previsioni iniziali. Nel mentre, invece, la sonda cinese Chang'e 6 è tornata sulla Terra con la puntualità di un orologio svizzero.

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