La sesta estinzione di massa è reale: in 500 anni scomparse fino a 260mila specie a causa dell’uomo
Nel corso della storia evolutiva della Terra si sono verificati cinque grandi eventi di estinzione di massa, tutti associati a devastanti fenomeni naturali, come l'impatto dell'asteroide Chicxulub che 66 milioni di anni fa, alla fine del Cretaceo, spazzò via i dinosauri non aviani assieme al 75 percento delle specie animali e vegetali. Come indicato nell'articolo “Biological annihilation via the ongoing sixth mass extinction signaled by vertebrate population losses and declines” pubblicato da scienziati dell'Università di Stanford è in corso un'estinzione di massa anche in questo momento, ma a innescarla non è stato un catastrofico evento naturale, bensì l'impatto diretto dell'uomo. Caccia, bracconaggio, pesca insostenibile, distruzione degli habitat naturali, monocolture, uso di pesticidi e cambiamenti climatici sono solo alcuni dei fattori antropici che hanno annientato – o che stanno annientando – numerose specie nel corso degli ultimi secoli, con un'accelerazione significativa dall'avvio dell'epoca industriale e soprattutto dal XX secolo. Basti pensare che secondo un rapporto del WWF soltanto nel 2020 è stato osservato un calo delle popolazioni nel 70 percento delle specie di animali selvatici, mentre nell'ultimo mezzo secolo abbiamo fatto crollare del 68 percento il numero di esemplari di animali vertebrati, ovvero mammiferi, uccelli, pesci, rettili e anfibi.
Nonostante questi numeri siano indicativi di una situazione particolarmente preoccupante, essi rappresentano in realtà soltanto una piccola parte del problema. Il crollo più significativo nella biodiversità, infatti, si sta registrando tra gli invertebrati, che rappresentano oltre il 90 percento delle circa 2 milioni di specie viventi conosciute sulla Terra. In base ai dati della Lista Rossa dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) emerge che dal 1.500 dopo Cristo ad oggi si è estinto l'1,5 percento delle specie di mammiferi e uccelli, un dato non molto distante dal tasso di estinzione di fondo che si verifica tra un grande evento di estinzione di massa e l'altro. Ma è considerando nel computo totale anche i "bistrattati" invertebrati che appare la reale drammaticità della situazione. Un team di ricerca internazionale guidato da scienziati del Pacific Biosciences Research Center dell'Università delle Hawaii ha determinato che dal 1.500 dopo Cristo potrebbero essere scomparse dal 7,5 al 13 percento delle specie viventi a causa dei fattori antropici. Ciò significa l'estinzione di un numero di specie compreso tra le 150.000 le 260.000, un numero enorme. “L'inclusione degli invertebrati è stata la chiave per confermare che stiamo davvero assistendo all'inizio della sesta estinzione di massa nella storia della Terra”, ha dichiarato in un comunicato stampa il professor Robert Cowie, autore principale dello studio e docente presso la School of Ocean and Earth Science and Technology (SOEST) dell'ateneo hawaiano.
Gli autori della ricerca evidenziano che non tutte le specie stanno scomparendo allo stesso ritmo. Il tasso di estinzione degli animali terrestri è infatti significativamente superiore rispetto a quello registrato nelle specie marine e nelle piante, inoltre le specie che vivono sulle isole sono molto più colpite di quelle che vivono sulle masse continentali. Un recente studio ha determinato ad esempio che fino al 40 percento delle specie di insetti si estinguerà nei prossimi decenni. Nonostante vi siano dati che dimostrano ampiamente il declino delle popolazioni e la scomparsa di intere specie, gli scienziati devono comunque confrontarsi con un crescente sentimento di negazionismo, che sta colpendo le scienze su più fronti (dai cambiamenti climatici alla pandemia di COVID-19 che stiamo vivendo da 2 anni). Per far fronte alla sesta estinzione di massa, causata solo dalle nostre scelte scellerate e dall'avidità, dovranno essere approntati programmi di conservazione significativi, ma sarà fondamentale il contributo di tutti. I dettagli della ricerca “The Sixth Mass Extinction: fact, fiction or speculation?” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Biological Reviews.