La semaglutide, il farmaco “miracoloso” per perdere peso, ha anche effetti anti cancro: lo studio
Gli scienziati hanno scoperto un altro effetto estremamente positivo della semaglutide, ovvero la capacità di riattivare la funzione delle cellule immunitarie anticancro, le cosiddette Natural Killer (NK). Il farmaco, originariamente sviluppato per contrastare il diabete di tipo 2, è recentemente balzato agli onori della cronaca internazionale grazie alla sua capacità di catalizzare la perdita di peso nei pazienti che lo assumono. Un recente studio pubblicato sulla rivista The New England Journal of Medicine, ad esempio, ha evidenziato una perdita di peso pari o superiore al 15 percento nei partecipanti (con una media di 15 chilogrammi perduti). “Nessun altro farmaco ha raggiunto un tale livello di perdita di peso, questo è davvero un punto di svolta”, aveva affermato la coautrice dello studio Rachel Batterham. La popolarità del farmaco è aumentata a dismisura quando vip e influencer ne hanno promosso l'efficacia sui social network, provocando un crollo della disponibilità per i pazienti con diabete di tipo 2. Al di là dei problemi logistici, sapere che la semaglutide possiede anche capacità antitumorali – da verificare con studi più approfonditi di questo – è una ulteriore freccia nell'arco per la medicina. La ragione è semplice, dato che obesità, diabete di tipo 2 e cancro hanno spesso una stretta correlazione.
A determinare che la semaglutide è in grado di riattivare la funzione anticancro delle cellule immunitarie Natural Killer è stato un team di ricerca irlandese guidato da scienziati del Kathleen Lonsdale Institute for Human Health Research dell'Università Maynooth, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del St Vincent's University Hospital & University College di Dublino e del Trinity College. I ricercatori, coordinati dal professor Andrew E. Hogan, hanno deciso di valutare l'efficacia del medicinale nel ripristinare gli squilibri immunitari innescati dall'obesità. È noto infatti che la condizione determina un costante stato infiammatorio responsabile di un'alterazione del sistema immunitario. A causa di ciò le cellule immunitarie NK non funzionano a dovere. È un problema molto significativo, dato che si tratta dei soldati di prima linea che attaccano e uccidono spontaneamente “gli elementi cellulari riconosciuti come ‘non self', cioè estranei all'organismo”, come spiegato dall'Istituto Humanitas. Tra essi ci sono gli agenti infettivi ma anche le cellule cancerose, che in condizioni normali verrebbero rapidamente attaccate dalle NK. Secondo gli esperti è una delle ragioni per cui l'obesità è associata a numerosi tumori (il 40 percento, specifica l'Università Maynooth in un comunicato stampa). Tale disfunzione immunitaria può essere associata anche allo sviluppo del diabete di tipo 2; anche per questo motivo i ricercatori hanno voluto osservare l'impatto della semaglutide su pazienti obesi non affetti da diabete. Il farmaco è un agonista del peptide 1 simile al glucagone (GLP-1) che simula l'azione di un ormone per indurre a lungo il senso di sazietà e regolare la glicemia (ecco perché è così efficace anche per perdere peso).
Nello studio il professor Hogan e colleghi hanno coinvolto venti partecipanti, che per sei mesi hanno ricevuto un'iniezione di semaglutide a settimana. L'obiettivo, come indicato, era valutare la capacità di ripristino della funzione delle cellule NK, attraverso vari esami chiamati citometria a flusso multicolore, test di immunoassorbimento enzimatico e test di citotossicità. Al termine del periodo di follow-up gli studiosi hanno rilevato una riattivazione delle cellule Natural Killer, in particolar modo un aumento del processo metabolico della glicolisi CD98-mTOR, “che è fondamentale per la produzione di citochine da parte delle cellule NK”, spiegano gli autori dello studio. Le citochine sono molecole naturalmente prodotte dalle cellule NK e sono fondamentali per scatenare la reazione immunitaria contro gli agenti estranei. In parole semplici, la semaglutide è riuscita a correggere gli squilibri immunitari connessi all'obesità e a riarmare l'organismo contro il cancro, riducendo di fatto il rischio di ammalarsi. L'aspetto positivo è che questo vantaggio è emerso anche nei pazienti che non hanno perso peso durante lo studio (circa il 50 percento), quindi si tratta di un risultato indipendente dal dimagrimento.
“Io e il mio team siamo molto entusiasti di queste nuove scoperte in relazione agli effetti del trattamento con GLP-1 sulle persone con l'obesità e sembra comportare benefici tangibili e reali per coloro che attualmente assumono il farmaco”, ha dichiarato il professor Hogan. “Stiamo finalmente raggiungendo il punto in cui si sta dimostrando che i trattamenti medici per la malattia dell'obesità prevengono le complicazioni dell'obesità”, gli ha fatto eco l'endocrinologo Donal O'Shea, coautore dello studio. È fondamentale sottolineare che si è trattato di un piccolo studio con soli venti partecipanti, inoltre non è stato fatto un confronto con un gruppo di controllo trattato con un placebo. Per avere la conferma definitiva dell'efficacia anticancro della semaglutide sarà necessario condurre studi molto più approfonditi, randomizzati, in doppio cieco, randomizzati con placebo e con un gran numero di volontari. I dettagli della promettente ricerca “Glucagon-like peptide-1 therapy in people with obesity restores natural killer cell metabolism and effector function” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Obesity.