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La scommessa di Richard Scolyer, il medico che sta provando una nuova cura per il suo cancro

Trenta anni fa il professor Richard Scolyer, patologista australiano conosciuto in tutto il mondo, insieme alla professoressa Georgina Long, rivoluzionarono la cura del melanoma grazie all’introduzione dell’immunoterapia. Ora, a distanza di anni, quella scoperta potrebbe avergli salvato la vita e aver rivoluzionato (per la seconda volta) la ricerca contro il cancro.
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UNIVERSITY OF TASMANIA | I ricercatori Richard Scolyer e Georgina Long
UNIVERSITY OF TASMANIA | I ricercatori Richard Scolyer e Georgina Long

Due professori di Patologia australiani (ma anche amici da una vita) potrebbero aver scritto per la seconda volta la storia della Medicina. Richard Scolyer e Georgina Long sono tra i medici più apprezzati al mondo e proprio quest'anno sono stati nominati "Australiani dell'anno" per il loro lavoro nella ricerca contro il cancro della pelle. Insieme dirigono il Melanoma Institute Australia, dove da anni studiano l'impiego dell'immunoterapia nella cura del melanoma, migliorando la prospettiva di vita per milioni di pazienti in tutto il mondo.

Ecco perché quando a giugno 2023, il professor Scolyer ha scoperto, a causa di un attacco epilettico, di avere un glioblastoma, un tumore al cervello molto aggressivo, la collega e amica, la professoressa Georgina Long, presidente del Melanoma Medical Oncology and Translational Research dell’Università di Sydney ha iniziato a lavorare su questa patologia. Oggi, a otto mesi da quella notizia, Long ha dimostrato di aver avuto ragione nel "tentare l'impossibile". In base agli ultimi controlli Scolyer non avrebbe segni di tumori attivi.

Una diagnosi (quasi) senza speranza

Scolyer e Long hanno raccontato alla BBC che alla notizia della diagnosi di glioblastoma si trovavano ai due estremi del mondo. Il prof Scolyer era infatti in Polonia per impegni accademici, quando, dopo essersi sentito male, ha scoperto di avere il glioblastoma, un tumore con tassi di sopravvivenza molto bassi: si aggirano sul 40,2% a un anno, 17,4% a due anni e 5,6% a cinque anni.

Eppure, il professor Scolyer non si è perso d'animo: "Non mi sembrava giusto accettare una morte certa senza provare a fare qualcosa", ha detto alla BBC. Anche la professoressa Long non era pronta ad accettare di dire addio a uno dei suoi più cari amici. Così i due colleghi hanno tentato l'impossibile. D'altronde per loro non era la prima volta.

I due medici infatti hanno rivoluzionato la cura del melanoma, introducendo in questo ambito l'impiego dell'immunoterapia. Non solo, questo tipo di trattamento, che utilizza il sistema immunitario dell'organismo per attaccare le cellule tumorali, è oggi utilizzato con successo nella cura di diverse forme di cancro. Proprio a maggio 2023 il professor Scolyer aveva appena ricevuto la Distinguished Pathologist Medal dalla Australasian Division International Academy of Pathology (IAP) per il suo lavoro pluriennale in questo settore.

L'idea dei due ricercatori

"Ero addolorata, pensavo che il mio amico se ne sarebbe andato tra 12 mesi", ha dichiarato Long. Dopo la disperazione iniziale, però, la ricercatrice ha avuto però un'idea: applicare al caso dell'amico ciò che 30 anni prima insieme avevano scoperto funzionare nella cura del melanoma, ovvero l'immunoterapia, nonostante nessuno l'avesse mai sperimentato prima nel trattamento del cancro al cervello. La dottoressa Long era determinata provarci, nonostante il suo piano non fosse privo di rischi.

Alcuni oncologi erano scettici sul fatto che i farmaci avrebbero raggiunto il cervello e temevano che, anche se lo avessero fatto, il sistema immunitario di Scolyer non avrebbe risposto nel modo giusto, senza considerare i possibili effetti negativi di questi farmaci sul cervello del paziente.

Gli esiti della terapia e le prospettive per il futuro

Eppure, nonostante i timori e i dubbi di diversi colleghi, la Long era determinata a perseguire nel suo piano, ovviamente con il consenso di Scolyer a diventare il primo paziente affetto da cancro al cervello ad essere sottoposto a una immunoterapia combinata pre-intervento. Scolyer è stato anche il primo a ricevere un vaccino personalizzato in base ai marcatori del suo tumore, capace di potenziare la capacità di individuazione del cancro da parte dei farmaci.

Settimane dopo una prima buona notizia: qualcosa di positivo stava accadendo. Un'analisi del glioblastoma ha infatti evidenziando non solo la presenza di tracce di farmaci nel tumore – a dimostrazione che il farmaco aveva raggiunto il cervello – ma anche una vera e propria esplosione di cellule immunitarie. Un segnale quindi che la cura stava funzionando.

Oggi, tutto sembra suggerire che – almeno per il momento – l'intuizione della professoressa Long si è rivelata giusta: a distanza di otto mesi dalla diagnosi e dall'inizio dell'immunoterapia, Scolyer non mostra più segni di cancro attivo. In media, il tempo di ricomparsa di un glioblastoma non supera i sei mesi.

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