La quarta dose di vaccino Covid meno efficace contro Omicron: “Non previene l’infezione”
La quarta dose di vaccino anti Covid non sembra essere efficace nel prevenire le infezioni da variante Omicron (B.1.1.529) del coronavirus SARS-CoV-2. È quanto emerge dai dati preliminari di uno studio israeliano condotto su centinaia di operatori sanitari dello Sheba Medical Center di Tel HaShomer. Il Paese mediorientale è stato il primo al mondo ad approvare il secondo richiamo / booster per le fasce della popolazione più esposte al rischio di contagio e alle complicazioni della COVID-19, ovvero chi ha più di 60 anni, soggetti fragili e appunto operatori sanitari. La decisione di inoculare una quarta dose a quattro mesi dalla terza, non approvata da tutta la comunità scientifica, è stata presa da Israele proprio per arginare l'ondata di variante Omicron, principale “motore” dell'attuale catena dei contagi a causa della notevole trasmissibilità e dell'elusività (dovute alle numerose mutazioni).
Ad annunciare che la quarta dose di vaccino anti Covid non sembra efficace nel prevenire le infezioni da variante Omicron è stato il professor Gili Regev-Yochay, direttore dell'Unità di Malattie Infettive del nosocomio israeliano, il più grande del Paese e uno dei più avanzati al mondo. “I vaccini hanno portato a un aumento del numero di anticorpi, anche un po' più elevato di quello che avevamo dopo la terza dose – ha dichiarato lo scienziato durante una conferenza stampa -, tuttavia, questo probabilmente non è abbastanza per Omicron”. “Sappiamo ormai che il livello di anticorpi necessari per proteggere e non essere infettati da Omicron è probabilmente troppo alto per il vaccino, anche se è un buon vaccino”, ha chiosato Regev-Yochay. Il riferimento è ai vaccini a RNA messaggero (mRNA) di Pfizer-BioNTech e Moderna, entrambi coinvolti nello studio dello Sheba Medical Center. Gli scienziati stanno valutando l'efficacia del secondo richiamo su 154 operatori sanitari cui è stato inoculato il Comirnaty (il vaccino di Pfizer-BioNTech) e su altri 120 trattati con lo Spikevax di Moderna.
“Il vaccino, che era molto efficace contro i ceppi precedenti, è meno efficace contro la variante Omicron. Vediamo molti infetti da Omicron che hanno ricevuto la quarta dose. Certo, un po' meno rispetto al gruppo di controllo, ma comunque molte infezioni. Fondamentalmente il vaccino è eccellente contro le Alpha e Delta, per Omicron non è abbastanza buono”, ha aggiunto il professor Regev-Yochay. Nonostante questo limite, come riportato dal Time of Israel gli autori dello studio indicano che è ancora una buona idea vaccinare gli over 60 e i soggetti fragili con la quarta dose. Non sono stati rilasciati dati sulla severità delle suddette infezioni, ma da altre indagini epidemiologiche è stato ampiamente dimostrato che i richiami sono estremamente protettivi dalla COVID-19 grave e dal decesso. È inoltre importante sottolineare che al momento si tratta di dati assolutamente preliminari e non esistono pubblicazioni scientifiche sull'efficacia della quarta dose, nemmeno in pre-print.
Se questi risultati dovessero essere confermati diventerà sempre più concreta l'approvazione di un vaccino anti Covid aggiornato contro la variante Omicron. Il colosso farmaceutico Pfizer ha recentemente annunciato che la nuova versione del Comirnaty sarà pronta entro marzo, ma anche Moderna sta lavorando all'aggiornamento dello Spikevax. Dal momento in cui saranno pronti ci vorranno circa cento giorni per superare l'iter di autorizzazione degli enti regolatori e l'immissione in commercio. Le prime dosi potrebbero essere somministrate entro la fine della primavera. Come sottolineato a Fanpage.it dal virologo Fabrizio Pregliasco, tuttavia, i prossimi richiami potrebbero essere destinati solo ai soggetti più esposti ai rischi, una volta all'anno e prima della stagione fredda, che favorisce la trasmissione dei patogeni respiratori.