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Covid 19

La pillola anti Covid di Merck è disponibile anche in Italia: come funziona

L’AIFA ha autorizzato il Molnupiravir, la pillola anti Covid di Merck. Ecco come funziona il farmaco antivirale orale e a quali pazienti è destinato.
A cura di Andrea Centini
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La pillola anti Covid molnupiravir. Credit: Merck
La pillola anti Covid molnupiravir. Credit: Merck
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Da martedì 4 gennaio 2022 è disponibile anche in Italia la pillola anti Covid di Merck e Ridgeback Biotherapeutics, il Molnupiravir (nome commerciale Lagevrio). Il farmaco, un antivirale orale progettato per bloccare la replicazione del coronavirus SARS-CoV-2, è considerato assieme al Paxlovid di Pfizer un'arma estremamente preziosa nella lotta alla pandemia di COVID-19, ma non è assolutamente un sostituto del vaccino come sbandierato dalla narrazione novax. È infatti un complemento utile per i pazienti Covid immunodepressi e/o con severe condizioni sottostanti che rischiano di sviluppare la forma grave dell'infezione.

Dagli studi clinici di Fase 3 il Molnupiravir ha dimostrato un'efficacia nel prevenire il ricovero in ospedale del 30 percento (e non del 50 percento come emerso dalle prime indagini), un dato considerato sufficiente dall'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) per l'autorizzazione alla messa in commercio. Il trattamento sarà a carico del Sistema Sanitario Nazionale e verrà prescritto dai medici in base alle condizioni specifiche dei pazienti. È rivolto ai positivi Covid con sintomatologia lieve o moderata, non ospedalizzati e con condizioni cliniche sottostanti (comorbilità) che catalizzano il rischio della forma severa della malattia. Fra le condizioni citate dall'AIFA vi sono una patologia oncologica/oncoematologica in fase attiva; insufficienza renale cronica; broncopneumopatia severa; immunodeficienza primaria o acquisita (come l'AIDS); obesità con BMI ≥ 30; malattia cardiovascolare grave; diabete mellito non compensato. Ma come funziona esattamente la pillola anti Covid?

Il Molnupiravir è tecnicamente un analogo ribonucleosidico progettato per bloccare la replicazione del coronavirus SARS-CoV-2 all'interno delle cellule umane, inibendo l'enzima – chiamato RNA polimerasi – che il patogeno sfrutta per questo processo. In parole semplici, un metabolita del farmaco viene inserito all'interno del genoma virale e spinge il virus a commettere errori di copia; in questo modo si accumulano mutazioni su mutazioni, fino a quando non è più in grado di replicarsi. Di fatto, l'obiettivo è neutralizzare il coronavirus prima che possa diffondersi nell'organismo e scatenare la malattia grave. È per questa ragione che il molnupiravir deve essere assunto entro e non oltre 5 giorni dalla comparsa dei sintomi, proprio perché ha l'obiettivo di prevenire la malattia severa. Va tenuto presente che il principio attivo della pillola anti Covid si esaurisce in pochi giorni, per questo non è assolutamente paragonabile a un vaccino, che stimolando il sistema immunitario offre una protezione sul lungo periodo.

La dose raccomandata del Molnupiravir è di 800 milligrammi, suddivisa in quattro capsule da 200 milligrammi da assumere per via orale ogni dodici ore e per cinque giorni. È di fondamentale importanza completare il ciclo con l'antivirale per eliminare completamente il virus dall'organismo, come evidenziato dallo studio “A Phase 2a clinical trial of Molnupiravir in patients with COVID-19 shows accelerated SARS-CoV-2 RNA clearance and elimination of infectious virus” pubblicato sull'autorevole rivista scientifica Science Translational Medicine”. Se non si completa il trattamento, infatti, a causa del principio di azione del farmaco – che induce mutazioni nel genoma virale – c'è il rischio che possano essere selezionate nuove varianti del SARS-CoV-2 e immesse nelle comunità. Per lo stesso motivo il farmaco non è raccomandato per le donne in gravidanza; secondo alcuni studiosi il principio d'azione del Molnupiravir potrebbe indurre mutazioni nel feto. Anche l'allattamento deve essere sospeso, fino a quattro giorni dopo il trattamento.

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