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Covid 19

La paralisi nel sonno è un nuovo sintomo associato alla variante Omicron: cos’è e come si manifesta

Con la diffusione della variante Omicron nel Regno Unito si stanno registrando sempre più casi di paralisi nel sonno. Ecco cos’è questo sintomo e cosa provoca.
A cura di Andrea Centini
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Tra i nuovi sintomi associati alla variante Omicron (B.1.1.529) del coronavirus SARS-CoV-2 figura anche la famigerata “paralisi nel sonno”, un disturbo che impedisce di muoversi e parlare al risveglio o appena prima di andare a dormire. Il Sistema Sanitario Nazionale britannico (NHS) descrive tale esperienza sottolineando che “può essere spaventosa”, ma che fortunatamente “è innocua e la maggior parte delle persone la sperimenterà solo una o due volte nella vita”. Dallo scoppio della pandemia di COVID-19, tuttavia, questa condizione si sta manifestando più frequentemente, con un significativo incremento registrato nelle ultime settimane, proprio in concomitanza col dilagare della nuova variante emersa in Sudafrica. Basti pensare che il 4 gennaio nel Regno Unito sono stati registrati ben 218mila nuovi casi di positività, di gran lunga il picco record giornaliero dall'inizio della pandemia.

Come riportato dal quotidiano Express e da altre testate britanniche, i social network si stanno riempiendo di post in cui le persone positive raccontano di significativi disturbi del sonno, molte delle quali lamentano casi della suddetta paralisi nel sonno. I disturbi del riposo sono aumentati in modo sensibile sin dall'inizio della pandemia, non solo per le conseguenze fisiche provocate dal patogeno, ma anche a causa dello stravolgimento delle nostre vite, tra lockdown, quarantene, distanziamento sociale, privazioni delle libertà personali e tutte le altre restrizioni che hanno catalizzato ansia, depressione e in alcuni casi una vera e propria sindrome da stress post traumatico. La paralisi del sonno, tuttavia, sembra essere più diffusa da quando la variante Omicron ha iniziato a circolare, sebbene non ci siano conferme che si tratti di una conseguenza diretta del virus; potrebbe essere solo un riflesso del maggiore stress causato dalla nuova, dirompente ondata di contagi.

“Potrebbe essere l'infezione del virus stessa ad avere un impatto sulla regolazione del sonno nel cervello, dato che sono stati segnalati effetti neurologici da Covid”, ha dichiarato al MailOnline la dottoressa Kat Lederly, esperta di terapia del sonno. Tuttavia la scienziata ritiene più probabile che l'aumento dei casi di paralisi del sonno “sia dovuto allo stress derivante dai grandi cambiamenti nel modo in cui stiamo vivendo le nostre vite in questo momento, all'incertezza e all'ansia che stiamo affrontando e che stanno impattando sul nostro sistema del sonno”. Secondo altri esperti la paralisi del sonno potrebbe essere un effetto combinato del virus e dello stress. “Una volta che il nostro schema del sonno viene interrotto a causa di problemi di salute o ansia, allora rimaniamo bloccati in un ciclo in cui iniziamo ad associare il letto alla veglia”, ha dichiarato all'Express la dottoressa Kathryn Pinkham, consulente del NHS e fondatrice della Insomnia Clinic. “Ad esempio, più tempo passiamo nel letto a rigirarci e rigirarci incapaci di dormire, più iniziamo a mettere in relazione il nostro letto con l'essere svegli. Allo stesso modo, più siamo iper-vigili e ansiosi riguardo al sonno, peggiore diventa il ciclo. La paralisi del sonno è associata alla privazione del sonno, quindi questo spiegherebbe in qualche modo perché Covid e paralisi del sonno sono collegati”, ha specificato la dottoressa Pinkham.

Durante questo disturbo, come indicato, si è svegli ma non ci si può muovere, parlare o aprire gli occhi: è come se la fase REM andasse in tilt. L'NHS specifica che si può sperimentare la sensazione di una presenza nella stanza e come se qualcuno ci stia spingendo verso il basso. È un'esperienza che può essere terrificante, caratterizzata da sensazioni che possono durare “fino a diversi minuti”. Solo ulteriori indagini determineranno se sia proprio la variante Omicron del coronavirus a scatenarla, il disagio psicologico indotto dalla pandemia o una combinazione di entrambe. Al momento si ritiene che la variante emersa in Sudafrica possa essere mediamente meno aggressiva dei ceppi che l'hanno preceduta, provocando simili più assimilabili a quelli di un raffreddore: fra essi, come riportato dallo studio ZOE COVID Symptom Study, figurano naso che cola (rinorrea), mal di gola, starnuti, dolori muscolari, mal di testa, mal di schiena e affaticamento. Gli stessi sintomi colpiscono adulti e bambini.

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