La navetta spaziale di Elon Musk che porterà l’uomo sulla Luna e su Marte ha acceso i motori
L'avveniristica navetta spaziale Starship di SpaceX, la compagnia aerospaziale privata di Elon Musk, ha appena completato un importantissimo test di funzionamento, inserito nella tabella di marcia che la porterà a diventare il veicolo spaziale più grande e potente mai costruito. Sì, supererà anche il colossale Space Launch System (SLS) della NASA, che il 16 novembre scorso ha lanciato con successo la navetta Orion in orbita attorno alla Luna (il primo step del programma Artemis che riporterà l'uomo sul satellite della Terra).
Il test della Starship, chiamato “static fire test”, è stato effettuato giovedì 9 febbraio presso il complesso di ricerca e sviluppo di SpaceX sito a Boca Chica, in Texas. Come suggerisce il nome stesso, si è trattato di una prova statica, cioè con il veicolo spaziale che non ha eseguito il decollo dalla piattaforma di lancio. Ma ciò non significa che sia stata meno importante, anzi. Grazie a questo test, infatti, gli ingegneri hanno potuto verificare l'accensione e il funzionamento dei potentissimi motori del Super Heavy, il razzo lanciatore alla base della navicella. Essa infatti si compone di due parti principali: il sistema di lancio vero e proprio, il razzo, e la parte “abitabile” che ospiterà l'equipaggio, la navetta Starship. Combinati formano un colosso alto 120 metri, dotato di decine di motori Raptor V2. Ve ne sono ben 33 sotto al cilindro alto 70 metri del Super Heavy. Ma come si è comportata la navicella spaziale?
Bene, ma non benissimo. Dei 33 motori, infatti, uno non ha funzionato, mentre un altro è stato spento prima dell'accensione a causa di alcune anomalie. La spinta dei 31 motori che si sono accesi sarebbe stata comunque più che sufficiente per vincere la gravità terrestre e portare la navetta nell'orbita desiderata. Ma è ovvio che gli ingegneri desiderano che tutto funzioni a meraviglia. Ricordiamo bene i numerosi rinvii della missione Artemis 1 verso la Luna proprio a causa delle “noie” date dallo Space Launch System, che tra sensori difettosi, problemi nel rifornimento del propellente liquido e pure uragani è stato lanciato mesi dopo la prima finestra di lancio prevista.
Nonostante queste magagne, il CEO e fondatore di SpaceX Elon Musk si è comunque mostrato soddisfatto del risultato raggiunto. “Il team ha spento 1 motore appena prima della partenza e 1 si è fermato da solo, quindi 31 motori si sono accesi in totale. Ma sono motori sono sufficienti per raggiungere l'orbita!”, ha chiosato l'istrionico magnate sudafricano naturalizzato statunitense. Se lo static fire test soddisferà appieno gli ingegneri, che stanno analizzando alacremente i dati raccolti, la Starship potrebbe compiere il suo primo volo nelle prossime settimane, come previsto dalla tabella di marcia di SpaceX.
Sarà una tappa fondamentale per un veicolo spaziale che promette faville per i prossimi anni. Non solo darà una mano alla NASA per portare gli astronauti sulla Luna nel cuore del programma Artemis, ma Starship sarà anche alla base della conquista di Marte. I sin troppo ottimistici piani di Musk dovrebbero vederla giungere sul Pianeta Rosso entro un paio di anni, ma è più verosimile pensare che i primi uomini e donne calpesteranno la regolite marziana attorno alla metà del prossimo decennio. Nel frattempo si collaudano le tecnologie necessarie all'ambizioso scopo.