La NASA prepara il ritorno sulla Luna con il lancio di Artemis I
Lunedì 29 agosto, salvo rinvii, partirà Artemis I, la prima missione del programma Artemis della NASA che ci riporterà sulla Luna. L’enorme razzo Space Launch System (SLS) e la navicella spaziale Orion hanno raggiunto il Launch Complex 39 B del Kennedy Space Center in Florida, dove campeggia uno striscione con la scritta “We Are Going!” – Stiamo arrivando! – ad esprimere l’impegno decennale dell’Agenzia spaziale americana nella nuova era di esplorazione lunare. Il primo tentativo di lancio è previsto per il 29 agosto, durante una finestra di due ore che si aprirà alle 8:33 EDT (le 14:33 in Italia).
Il volo inaugurale del programma Artemis della NASA
La partenza della missione inaugurale del programma Artemis sarà un test di volo senza astronauti a bordo: all’interno della navicella spaziale ci saranno solo dei manichini equipaggiati di sensori per misurare radiazioni e vibrazioni durante il volo lunare di prova. La navicella effettuerà un volo orbitale della Luna, prima di tornare sulla Terra per ammarare nell’Oceano Pacifico al largo della California. L’intera missione dovrebbe durare sei settimane (circa 42 giorni se il lancio avverrà il 29 agosto, con splashdown mirato di Orion il 10 ottobre). Se problemi tecnici o condizioni meteorologiche avverse impediranno il lancio in questa prima data, ci saranno altre due opportunità, venerdì 2 settembre e, in alternativa, lunedì 5 settembre.
La missione Artemis I servirà a verificare il corretto funzionamento di tutti i sistemi, in particolare dello scudo termico del modulo di comando, in vista del volo in orbita lunare con equipaggio (Artemis II) tra circa due anni e il successivo atterraggio sulla Luna (Artemis III) nel 2025. Attraverso queste missioni, la NASA farà anche atterrare la prima donna e la prima persona di colore sul nostro satellite naturale, aprendo la strada a una presenza lunare a lungo termine.
Durante Artemis I, Orion viaggerà a circa 40.000 miglia (oltre 64.000 km) dalla Luna in quello che sarà il primo test di volo integrato con il razzo SLS, definito dalla Nasa “il più potente del mondo”, un colosso alto 98 metri il cui sviluppo, dal 2011 ad oggi, è costato più di 23 miliardi di dollari. L’SLS avrà infatti il 50% in più di spinta rispetto ai razzi Saturn V usati durante la missione Apollo di mezzo secolo fa. Questa potenza extra, combinata con ulteriori miglioramenti, consentirà al veicolo non solo di inviare astronauti ben oltre la Terra, ma, anche così tante attrezzature e merci che i futuri equipaggi potranno restare per lunghi periodi sulla Luna e, in futuro, prepararsi alle missioni su Marte.