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La NASA invia segnali nello spazio: ecco quando potremmo ricevere una risposta

Lo ha scoperto un nuovo studio che ha esaminato fino a dove sono arrivati i segnali nella galassia, stimando quando aspettarci una risposta dalle civiltà extraterrestri.
A cura di Valeria Aiello
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Illustrazione della sonda spaziale Voyager 1 che transita sugli anelli di Saturno / Credit: NASA/Hulton Archive
Illustrazione della sonda spaziale Voyager 1 che transita sugli anelli di Saturno / Credit: NASA/Hulton Archive

Sono trascorsi ormai decenni da quando le sonde della NASA hanno iniziato a inviare i primi segnali nello spazio per cercare di entrare in contatto con forme di vita tecnologicamente avanzate. Un nuovo studio ha esaminato fino a che punto i messaggi si siano propagati nella Via Lattea, calcolando per la prima volta quando potremmo aspettarci di ricevere una risposta dalle civiltà extraterrestri.

L’analisi, che ha preso in esame le trasmissioni inviate dall’Agenzia spaziale statunitense attraverso una serie di sonde spaziali, tra cui tra cui Voyager 1 e Voyager 2 , Pioneer 10, Pioneer 11 e New Horizons, si è basata sui dati del Gaia Catalog of Nearby Stars, il catalogo delle stelle che si trovano nei dintorni del Sistema solare, impiegato per determinare quali corpi celesti verranno raggiunti dai segnali e quando. Secondo le stime dei ricercatori, una prima risposta potrebbe arrivare già nel 2029.

Quando riceveremo una risposta dagli alieni

I segnali destinati a civiltà extraterrestri in grado di decifrarli e poterci rispondere si propagano nello spazio, raggiungendo i corpi celesti che si trovano negli ammassi stellari distanti anche decine di miliardi di chilometri dalla Terra.

Queste trasmissioni hanno incontrato e incontreranno altre stelle, introducendo la possibilità che forme di vita intelligente in altri sistemi siano raggiunte dalle nostre trasmissioni terrestri – spiegano i ricercatori nel loro studio su Publications of the Astronomical Society of the Pacific – . Determinando quali stelle incontreranno le trasmissioni di Voyager 1, identifichiamo i luoghi in cui una possibile vita extraterrestre intelligente incontrerebbe trasmissioni terrestri e potrebbe potenzialmente restituire trasmissioni verso la Terra”.

I segnali inviati dalla sonda Voyager 1, lanciata nel 1977, non raggiungeranno la loro prima stella fino al 2044, e continueranno a contattare altre 277 stelle entro il 2341, secondo il team. I segnali di Voyager 2, d’altra parte, hanno già raggiunto una nana M e una nana bruna, entrambe nel 2007, da cui potremmo aspettarci di ricevere un primo segnale nel 2033. Nel frattempo, le trasmissioni di Pioneer 10 hanno già incontrato una stella, Gaia EDR3 2611561706216413696, nel 2002. E nell’ipotesi in cui ci fosse una civiltà avanzata che vive intorno a questa nana bianca, potremmo ottenere una risposta già nel 2029.

Nel complesso, entro la metà del 24° secolo le sonde avranno contattato centinaia di stelle ciascuna, aumentando leggermente le probabilità che i segnali possano arrivare su un mondo abitato. Sebbene queste probabilità restino comunque vicine allo zero, il team spera di aver fornito un buon elenco di sistemi stellari bersaglio a cui dare la priorità nella ricerca di firme tecnologiche.

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