La NASA ha trovato un modo per allungare la vita della sonda Voyager 2 fino al 2026
La sonda Voyager 2 della NASA potrà continuare a studiare lo spazio interstellare tre anni in più del previsto. Lo ha annunciato l’Agenzia spaziale americana, riuscita a trovare un modo per allungare fino al 2026 la vita operativa della seconda delle due uniche navicelle spaziali, con la sua gemella Voyager 1, ad essere uscita dall’eliosfera, la bolla protettiva di particelle e campi magnetici generata dal Sole. Questa sfera è particolarmente importante per la Terra, perché ci protegge dalle radiazioni cosmiche, e queste due sonde stanno ora aiutando gli scienziati a rispondere alle domande sulla sua forma e sul suo ruolo protettivo. “I dati scientifici che le due sonde Voyager stanno restituendo diventano più preziosi quanto più si allontanano dal Sole – ha affermato Linda Spilker , scienziata del progetto Voyager presso il Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA – . Siamo quindi decisamente interessati a mantenere in funzione il maggior numero di strumenti scientifici il più a lungo possibile”.
Le sonde Voyager 1 e 2 viaggiano nello spazio da 45 anni
Le sonde Voyager 1 e 2 sono state lanciate nello spazio nel 1977, a distanza di un mese l’una dall’altra. Inizialmente, dovevano completare una missione di quattro anni per studiare Saturno e Giove ma, nel tempo, hanno superato le aspettative della NASA, che ha esteso i propri obiettivi, raggiungendo prima Nettuno e Urano per poi spingersi oltre l’eliosfera. Le due sonde ora si trovano rispettivamente a più 22 e 20 miliardi di anni di chilometri dalla Terra e nei loro 45 anni di volo spaziale hanno fornito una serie di informazioni scientifiche cruciali.
La NASA rinvia lo spegnimento di Voyager 2 fino al 2026
Entrambe le sonde Voyager sono alimentate da generatori termoelettrici a radioisotopi (RTG), che convertono il calore del plutonio in decomposizione in elettricità. Con il passare gli anni, il processo di decadimento continuo si è tuttavia tradotto in un indebolimento della fonte di energia, che ha costretto gli ingegneri della NASA a spegnere gli strumenti non essenziali, come le telecamere e i riscaldatori delle sonde.
Il continuo calo dell’alimentazione, che finora non ha influito sulla produzione scientifica della missione, rischiava adesso di portare allo spegnimento di uno dei cinque strumenti scientifici di Voyager 2, ma gli ingegneri della NASA hanno identificato una “strategia energetica” che permetterà alla sonda di sopravvivere un po’ più a lungo. “ll team – spiega l’Agenzia spaziale – ha esaminato più da vicino un meccanismo di sicurezza progettato per proteggere gli strumenti nel caso in cui la tensione del veicolo spaziale, il flusso di elettricità, cambiasse in modo significativo. E poiché una fluttuazione di tensione potrebbe danneggiare gli strumenti, Voyager è dotato di un regolatore di tensione che attiva un circuito di backup in un tale evento. Il circuito può accedere a una piccola quantità di energia riservata a questo scopo. Per cui, invece di preservarla, la missione ora la userà per mantenere in funzione gli strumenti scientifici”.
In sostanza, gli ingegneri hanno trovato un modo per deviare l’alimentazione da un meccanismo di sicurezza progettato per attivarsi nel caso in cui il circuito dei veicoli spaziali non funzioni correttamente a causa di variazioni di tensione. “Queste variazioni rappresentano un rischio per gli strumenti, ma abbiamo stabilito che si tratta di un rischio minimo e che l’alternativa offre una grande ricompensa per poter mantenere gli strumenti scientifici accesi più a lungo – ha precisato Suzanne Dodd, project manager di Voyager presso il JPL – . Stiamo monitorando il veicolo spaziale da alcune settimane e sembra che questo nuovo approccio stia funzionando”.
La NASA potrebbe prendere in considerazione di adottare la stessa strategia per prolungare anche la missione di Voyager 1. Questa sonda utilizza però uno strumento scientifico in meno rispetto a Voyager 2, perché dismesso in seguito a un guasto all’inizio della missione. Ciò significa che Voyager 1 ha consumato meno energia rispetto alla sua sonda gemella, per cui la decisione se spegnere o meno uno degli strumenti di Voyager 1 verrà presa non prima del prossimo anno.