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La NASA è finalmente riuscita ad aprire il contenitore con i campioni dell’asteroide Bennu

La NASA è finalmente riuscita ad aprire il contenitore con i campioni di polvere e rocce dell’asteroide Bennu. Ora sarà possibile condurre importantissime indagini scientifiche.
A cura di Andrea Centini
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A oltre tre mesi dall'arrivo sulla Terra, gli scienziati della NASA sono finalmente riusciti ad aprire completamente la “testa” del contenitore con i campioni dell'asteroide Bennu, raccolti dalla sonda OSIRIS-Rex durante una spettacolare missione nel cuore del Sistema solare. Ora tutto il materiale è a disposizione dei ricercatori per condurre le importantissime indagini scientifiche. La capsula contenente frammenti rocciosi e polvere del “sasso spaziale” – classificato come potenzialmente pericoloso – era stata sganciata sul deserto dello Utah (Stati Uniti) alle 15:33 ora italiana del 24 settembre 2023; dopo il recupero era stata immediatamente trasferita presso una camera opportunamente predisposta del Johnson Space Center di Houston (Texas), in attesa di essere aperta. Al primo approccio, tuttavia, la NASA si è accorta che qualcosa non andava.

Gli scienziati sono riusciti ad accedere agevolmente a circa 70 grammi di materiale finiti nella capsula esterna, tuttavia la quota principale del campione era rimasta bloccata nel contenitore Tag-and-Go Sample Acquisition Mechanism (TAGSAM), sigillato in modo ermetico attraverso 35 punti di fissaggio. Due di questi punti, infatti, non si sono sbloccati e fino ad oggi gli ingegneri hanno lavorato alacremente alla progettazione e alla realizzazione di sofisticati strumenti per permetterne l'apertura. Potrebbe sembrare assurdo impiegare quasi quattro mesi di tempo per aprire un contenitore, ma il contenuto è estremamente prezioso e non può essere contaminato in alcun modo. Gli ingegneri non solo hanno dovuto creare strumenti inediti per "forzare la serratura", ma questi ultimi dovevano essere anche compatibili con la camera di sicurezza in cui il TAGSAM è stato trasferito. Qualunque intervento privo della doverosa accortezza avrebbe potuto rovinare per sempre uno dei campioni più importanti di sempre in mano ai ricercatori. Le analisi su frammenti incontaminati di un asteroide risalente ai primordi del Sistema solare, circa 4,5 miliardi di anni fa, può infatti dirci moltissimo sulle origini e l'evoluzione del nostro sistema. Ora, potendo accedere a tutto il contenuto, sarà possibile eseguire indagini molto più approfondite e in un numero superiore di laboratori.

“Avere finalmente la testa del TAGSAM aperta e avere pieno accesso ai campioni restituiti di Bennu è un risultato monumentale che riflette l'incrollabile dedizione e l'ingegnosità del nostro team”, ha dichiarato in un comunicato stampa il professor Dante Lauretta, ricercatore capo della missione e docente di Astronomia presso l'Arizona Lunar and Planetary Laboratory. “Questo successo riafferma l'importanza di OSIRIS-REx e il nostro impegno nel far progredire la nostra comprensione del cosmo. Anticipiamo con impazienza il prossimo capitolo mentre condividiamo questi preziosi campioni con la comunità scientifica globale e continuiamo il nostro viaggio di scoperta”, ha aggiunto lo scienziato. “L'innovazione e la dedizione di questo team sono state notevoli. Siamo tutti entusiasti di vedere il tesoro rimanente che OSIRIS-REx custodisce”, gli ha fatto eco Eileen Stansbery, a capo della divisione Astromaterials Research and Exploration Science presso il Johnson Space Center della NASA.

Tra gli strumenti fabbricati appositamente per scardinare i due punti di ancoraggio sigillati vi sono specifiche punte in acciaio inossidabile chirurgico non magnetico, che è il “metallo più duro approvato per l'uso nei contenitori incontaminati”, ha specificato l'Università dell'Arizona. Gli strumenti hanno dovuto soddisfare anche specifiche caratteristiche di peso, altezza e manovrabilità per poter essere introdotti e utilizzati in questa piccola camera speciale. Per essere assolutamente sicuri del loro utilizzo, gli scienziati hanno condotto diversi esperimenti in un laboratorio di prova che replicava le condizioni di lavoro. Il valore dei campioni di Bennu, come indicato, è inestimabile per la scienza; ora, finalmente, potranno essere studiati tutti.

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