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La NASA cattura l’eruzione dello “Sharkcano”, il vulcano sottomarino abitato dagli squali

Grazie al satellite Landsat-9 la NASA ha immortalato l’eruzione del Kavachi, il vulcano sottomarino soprannominato “Sharkcano” perché popolato dagli squali.
A cura di Andrea Centini
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L'eruzione del vulcano sottomarino Kavachi. Credit: NASA
L'eruzione del vulcano sottomarino Kavachi. Credit: NASA

Al largo di Guadalcanal, la più grande isola dell'arcipelago delle Isole Salomone, si trova lo spettacolare Kavachi, considerato dagli esperti uno dei vulcani sottomarini più attivi nel cuore dell'Oceano Pacifico sudoccidentale. Gli scienziati lo hanno scherzosamente soprannominato “Sharkcano”, nome che deriva dalla fusione dei termini shark (squalo) e volcano (vulcano), per via del fatto che, durante una spedizione scientifica del 2015, nel suo cratere i biologi marini identificarono due specie di squali. La scoperta fu accolta con un certo stupore dalla comunità degli esperti, proprio alla luce delle condizioni estreme che questi pesci e gli altri organismi rilevati dovevano sopportare per sopravvivere. Da ottobre dello scorso anno il Kavachi si è risvegliato dando vita a un'intensa attività eruttiva; la speranza è che gli animali che vivevano nel cratere abbiano fatto in tempo a spostarsi.

La prima eruzione del vulcano nota agli scienziati risale al 1939, ma da allora si è attivato più e più volte, con fenomeni significativi registrati anche in tempi molto recenti, ad esempio nel 2007 e nel 2014. L'ultimo “risveglio”, come indicato, ha avuto inizio nell'autunno del 2021, con strascichi ben evidenti anche oggi. Sotto la superficie dell'oceano, infatti, grazie alle immagini satellitari è possibile osservare la fuoriuscita di un pennacchio di acqua più calda e acida, mista a zolfo, roccia vulcanica e altro particolato proiettato dal cuore della Terra, come specificato dall'Earth Observatory della NASA. L'evento è stato immortalato lo scorso 14 maggio dallo strumento Operational Land Imager-2 (OLI-2) installato sul satellite Landsat-9, un satellite per l'osservazione della Terra lanciato il 27 settembre 2021 e gestito in collaborazione tra la NASA e lo United States Geological Survey (USGS).

La vetta del Kavachi si trova a una ventina di metri sotto la superficie del Pacifico, mentre la base è a 1,2 chilometri di profondità. Proprio all'interno del cratere, durante una spedizione condotta dalla The Oceanography Society, i ricercatori scoprirono le colonie di due specie di squalo, lo squalo martello smerlato (Squalo martello smerlato) e lo squalo seta (Carcharhinus falciformis). Il primo è classificato come in pericolo critico di estinzione (codice CR) dall'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), mentre il secondo è definito “prossimo alla minaccia”. Come tutti gli squali si tratta di animali da proteggere strenuamente e il fatto che colonie si trovassero in un ambiente tanto difficile è risultato di particolare interesse per i biologi. Non a caso nello studio “Exploring the “Sharkcano”: Biogeochemical Observations of the Kavachi Submarine Volcano (Solomon Islands)” gli studiosi hanno sottolineato che la scoperta di questi animali pone “nuove domande sull'ecologia dei vulcani sottomarini attivi e sugli ambienti estremi in cui esistono grandi animali marini”.

Il nuovo scatto Landsat-9 ha spinto gli scienziati della NASA a scherzare nuovamente sul neologismo dedicato al Kavachi: “Hai sentito parlare di Sharknado, ora preparati per Sharkcano”, hanno scritto su Twitter, con un chiaro riferimento alla serie di film trash in cui al centro della trama ci sono tornado da cui piovono squali (Sharknado, appunto). La speranza è che lo scoppio della recente e intensa attività eruttiva non sia stato troppo repentina e violenta, dando modo agli squali in pericolo di estinzione e agli altri animali di allontanarsi dal cratere.

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