La moda assurda di annusare smalto o pennarelli per sballarsi: cos’è il chroming e cosa lo rende letale
A marzo 2024 un bambino di 11 anni del Regno Unito è morto dopo aver inalato sostanze tossiche – non meglio specificate – durante un pigiama party a casa di un amico. Si chiama "chroming" e consiste nella pratica di inalare sostanze e prodotti di uso comune per avere una sensazione di euforia, come se si trattasse a tutti gli effetti di droghe. Ora, un nuovo studio ha collegato questa pratica alla presenza sui social di contenuti che in qualche modo spingono i giovanissimi a provarlo.
La lista dei prodotti utilizzati è davvero lunga e imprevedibile: pennarelli indelebili, smalto per le unghie, lacca per capelli, o ancora vernice, solventi, aria compressa, deodoranti e perfino benzina. Molti di questi sono prodotti di uso domestico e per questo facili da trovare senza far insospettire genitori e insegnanti. E questo rende il chroming ancora più pericoloso: inalare questo tipo di sostanze può infatti avere conseguenze molto gravi per la salute. Oltre a creare dipendenza, questa pratica può portare a una serie di effetti collaterali tra cui vertigini, danni cerebrali e perfino morte.
Che cos'è il chroming
Il termine chroming – chiamato anche "huffing" – deriva dalla parola "chrome", ovvero "cromatura", ed è stato creato per indicare l'atto di sniffare la vernice cromata, ma poi il termine è stato esteso a tutte le sostanze utilizzate a questo scopo. L'obiettivo è avere una sensazione di stordimento e sballo utilizzando prodotti che si trovano facilmente a casa. Tuttavia, nonostante l'apparenza innocua di questi prodotti, gli effetti sulla salute possono essere molto gravi.
Un approfondimento del Royal Children's Hospital di Melbourne spiega che "l'uso di sostanze per inalazione si presenta comunemente con tachicardia e livelli variabili di depressione del sistema nervoso centrale simili a quelli prodotti dall'intossicazione da etanolo". Si tratta di uno stato in cui si manifestano diminuzione della frequenza respiratoria, diminuzione della frequenza cardiaca e possibile perdita di coscienza, fino al rischio di coma e morte.
Quali prodotti sono a rischio
Tra i prodotti che vengono utilizzati nel chroming ci sono praticamente tutti quelli che presentano solventi volatili (ovvero quei liquidi che vaporizzano facilmente trasformandosi in gas) destinati all'uso domestico, alla cura della persona o alla produzione industriale. Rientrano in questa lista i prodotti a base di petrolio, come la benzina o il cherosene, ma anche quei prodotti che contengono toluene, come i diluenti per vernice, alcuni tipi di colla, la vernice spray, i pennarelli permanenti, quelli a base di acetone come lo smalto e i prodotti che presentano butano, come la lacca per i capelli.
In una prima fase, l'inalazione di queste sostanze causa allucinazioni, comportamenti impulsivi o euforia ma anche mal di testa e vertigini. Si possono manifestare però conseguenze anche molto più gravi a breve e a lungo termine. Tra quelli noti ci sono palpitazioni, demenza, dispnea e polmonite. Nei casi estremi l'intossicazione può anche causare arresto cardiaco, perfino in un momento distante dall'atto dell'inalazione.
Il ruolo dei social
Nello studio, presentato durante l'American Academy of Pediatrics 2024, i ricercatori hanno analizzato 109 video caricati su TikTok con riferimenti più o meno espliciti al chroming: tutti insieme questi video arrivano a 25 milioni di visualizzazioni. Tra le sostanze più spesso impiegate, al primo posto ci sono i pennarelli, seguiti dagli spray ad aria compressa e lo smalto per le unghie.
Lo studio ipotizza un legame tra i contenuti pubblicati sui social e il crescente numero di adolescenti che sperimentano e spesso diventano dipendenti dal chroming. La ricerca ha infatti stabilito che circa la metà dei video c'erano riferimenti a un abuso o dipendenza da queste sostanze. Dopo la morte del bambino inglese, TikTok ha anche ribadito il proprio impegno a eliminare qualsiasi contenuto che promuova challenge pericolose.