Artemis 1, partita la missione NASA: cosa farà e quando arriva in orbita lunare
Artemis 1 è ufficialmente partita. Alle 07:48 ora italiana di mercoledì 16 novembre il colossale razzo lanciatore Space Launch System (SLS) della NASA si è sganciato dal Pad 39B del Kennedy Space Center di Cape Canaveral dando il via al programma che riporterà l'uomo sulla Luna, oltre mezzo secolo dopo le missioni Apollo. Il lancio della storica missione è finalmente avvenuto con successo, dopo oltre 2 mesi e mezzo di rinvii dalla data iniziale prevista (29 agosto), a causa di guasti ai sensori, perdite di propellente e uragani.
Anche oggi si sono presentati alcuni grattacapo, come la perdita intermittente di idrogeno da una valvola e il cavo ethernet difettoso di un radar dello U.S. Space Force Eastern Range (che deve rilevare i dati del lancio), ma al termine del countdown il razzo alto 98 metri – il più grande e potente mai costruito – ha potuto effettuare l'impressionante lift off, talmente potente da far “impazzire” i sismografi. L'SLS è stato impegnato nelle sofisticate manovre che hanno messo nella giusta traiettoria verso l'orbita lunare la navicella Orion trasportata in cima, che è priva di equipaggio. Artemis 1 è infatti un test dimostrativo della durata esatta di 25 giorni, 11 ore e 36 minuti, che avrà come compito principale la valutazione della sicurezza del programma spaziale. Come specificato dalla NASA, saranno ad esempio valutati la resistenza e il funzionamento dei vari sistemi di Orion (come lo scudo termico). Solo con Artemis 2, attesa entro un paio di anni, la navetta ospiterà gli astronauti che avranno il privilegio di volare attorno alla Luna. Ancora più avanti, con Artemis 3, ci sarà l'allunaggio della prima donna e della prima persona nera della storia.
Artemis 1 è ufficialmente partita: le tappe del viaggio verso la Luna
Il razzo SLS, circondato da una nuvola di fumo, si è sollevato dalla piattaforma di Cape Canaveral sotto la spinta dei quattro potentissimi motori RS-25 e dei due booster a propellente solido (SRB), tutti derivati dal pensionato programma Space Shuttle. Il gigantesco razzo lanciatore ha superato con successo il MaxQ, il momento di massima sollecitazione aerodinamica e uno dei più delicati in assoluto, che dopo alcune decine di secondi è stato seguito dallo sgancio dei due grandi booster laterali. A 3 minuti e 30 secondi dal decollo (definito come T0) si è sganciata anche la torre di aborto missione, un dispositivo in grado di espellere – con un'accelerazione mostruosa – la navetta Orion in caso di emergenza. In parole semplici, è un prezioso sistema salvavita capace di allontanare gli astronauti eventualmente a bordo dal razzo, qualora dovesse esplodere o avere altri problemi.
A 8 minuti e 20 secondi dal decollo si sono spenti anche i quattro motori RS-25 del primo stadio, che ha lasciato il compito di indirizzare la navetta Orion verso l'orbita corretta al motore del secondo stadio, chiamato Interim Cryogenic Propulsion Stage (ICPS). Dopo il suo primo spegnimento sono stati dispiegati i grandi pannelli solari della navicella, attorno a 30 minuti dal lift-off.
L'ICPS è stato riacceso e spento (a 51 minuti e a 1 ora e 37 minuti dal decollo) per permettere ulteriori manovre di immissione orbitale, fino a quando non è stato sganciato a 2 ore e 06 minuti dal lift off. A quel punto è iniziato il viaggio di alcuni giorni verso la Luna della navetta Orion (e del modulo di servizio), che entrerà nell'orbita finale chiamata Distant Retrograde Orbits (DRO) il 25 novembre, a dieci giorni dal lancio. L'avvicinamento massimo al satellite della Terra tuttavia si verificherà qualche giorno prima, il 21 novembre, quando Orion si troverà ad appena 60 miglia (96 chilometri) dalla superficie lunare.
Cosa farà Artemis 1, l'obiettivo della missione NASA
La navetta Orion resterà nella peculiare orbita lunare (opposta rispetto a quella della Luna attorno alla Terra) per 6 giorni, durante i quali effettuerà vari fly-by attorno al corpo celeste. L'uscita dall'orbita lunare è prevista per giovedì 1 dicembre. Durante la missione Artemis 1 Orion raggiungerà anche la maggiore distanza dalla Luna mai toccata da un veicolo spaziale progettato per il trasporto di persone, ovvero 70mila chilometri. Alle 14:42 del 26 novembre la navetta supererà il record di distanza dalla Terra raggiunto dall'Apollo 13 (di circa 50mila chilometri), mentre alle 22:05 del 28 novembre raggiungerà la distanza massima della missione, pari a 480.493 chilometri.
Terminata la permanenza nella DRO inizieranno le manovre di disimpegno che riporteranno la navetta Orion verso la Terra. Lo splashdown nell'Oceano Pacifico è atteso per le 18:40 di domenica 11 dicembre, dopo uno spettacolare rientro in cui la capsula attraverserà l'atmosfera alla clamorosa velocità di 11 chilometri al secondo e porterà lo scudo termico a scaldarsi di poco meno di 3000° C. Se tutto andrà come previsto, la NASA getterà le basi per la missione Artemis 2 con gli astronauti, che dovrebbe concretizzarsi entro un paio di anni. L'obiettivo più ambizioso del programma Artemis verrà tuttavia raggiunto con Artemis 3, che farà allunare la prima donna e la prima persona nera. Ma anche questo traguardo non è quello “definitivo”. Il programma Artemis punta infatti a riportare l'uomo sulla Luna per farcelo restare, con una stazione spaziale in orbita lunare e colonie ad hoc sulla superficie. Il programma lunare della NASA è inoltre considerato un trampolino di lancio per la conquista di Marte, attesa attorno alla metà degli anni '30.