La meravigliosa danza d’amore delle balene ripresa da un videografo campano: “Sensazione unica”
I rituali di accoppiamento dei grandi cetacei misticeti – le balene – sono danze d'amore subacquee spettacolari e armoniose, che in pochi fortunati hanno potuto ammirare con i propri occhi, soprattutto a distanza ravvicinata. Fra essi vi è sicuramente Bartolomeo Bove, uno shark diver professionista – cioè una guida per immersioni con gli squali in natura – e videografo campano, che recentemente ha avuto l'onore e il privilegio di poter immortalare una delle sequenze più suggestive del corteggiamento (e della copula) dei maestosi giganti del mare. Protagoniste assolute delle sue meravigliose immagini le balene franche australi (Eubalaena australis), riprese al largo della Penisola di Valdés, affacciata sulla costa dell'Argentina. Si tratta di una riserva naturale e patrimonio mondiale dell'UNESCO poiché ospita una ricchissima biodiversità, sia per quel che concerne le specie marine che per quelle terrestri, diverse delle quali minacciate di estinzione. Potete ammirare lo spettacolare montaggio del videografo di Avellino qui di seguito, caricato sul canale YouTube personale.
Bove, che vive in Florida e si è specializzato nel riprendere animali acquatici – in particolar modo superpredatori come squali, anaconda, alligatori, coccodrilli e orsi -, si è recato nella Penisola di Valdés a settembre di quest'anno e ha ottenuto l'autorizzazione a filmare le balene franche australi direttamente dal Governo del Chubut. Non tutti, infatti, possono immergersi con le maestose creature, ma solo i professionisti – documentaristi e studiosi – che possiedono permessi speciali. Questi cetacei, del resto, sono rigidamente e severamente protetti dalle autorità locali; basti sapere che quando entrano nelle acque argentine diventano immediatamente monumento nazionale e naturale. Si tratta infatti di animali migratori, che tra i mesi di giugno e dicembre viaggiano dalle fredde e pescose acque dell'Antartide a quelle calde e protette al largo della Patagonia per accoppiarsi, dare alla luce i propri piccoli e allattarli. La gestazione dura tra i 12 e i 13 mesi, pertanto le femmine rimaste incinte tornano l'anno successivo per partorire, generalmente tra luglio e ottobre.
La migrazione può superare i 1.000 chilometri, una distanza che questi cetacei coprono in diversi mesi; sono infatti balene “placide”, robuste e lente, a differenza delle balenottere – come le azzurre, le boreali e le comuni – che risultano decisamente più rapide e slanciate. Il fatto di essere lente e di avere molto grasso, che le fa galleggiare dopo la morte, ha rappresentato la loro una condanna durante l'epoca baleniera; venivano infatti raggiunte e arpionate agevolmente, anche molto prima dell'avvento dei motori a vapore. Il loro nome comune “franche” è stato scelto proprio dai balenieri, perché erano facili da uccidere. Fortunatamente, almeno per questa specie, la caccia è un lontano ricordo e ora la popolazione globale di balene franche australi è in significativa ripresa, tanto da non essere classificata come minacciata di estinzione nella Lista Rossa dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), il principale organo mondiale deputato al monitoraggio della biodiversità. In base alle stime degli esperti nel 2009 si contavano circa 13.600 esemplari, con un incremento della popolazione fino a 10 volte superiore rispetto a quella registrata negli anni '70 del secolo scorso. A essere minacciate sono alcune sottopopolazioni, come quella contenuta che vive innanzi alla costa del Perù-Cile, mentre quella della Penisola di Valdés è considerata florida e in crescita, grazie alla tutela delle autorità argentine (e internazionali). Ma se le balene franche australi sono resilienti, le balene franche nordatlantiche (Eubalena glacialis) sono in classificate come in pericolo critico di estinzione, dato che ne restano solo pochissime centinaia di esemplari.
Bove si è recato al largo della Penisola di Valdés proprio perché ospita uno dei siti di riproduzione della balena franca australe più importanti a livello mondiale, raggiunto da oltre 1.300 esemplari a ogni anno, come ci ha spiegato. Durante le sue immersioni il videografo ha potuto assistere al completo rituale di accoppiamento dei cetacei, definito “uno dei più grandiosi spettacoli e una delle manifestazioni della natura più impressionanti che abbia mai avuto il privilegio di vedere”. Il professionista ha descritto nel dettaglio a Fanpage.it ciò che ha potuto ammirare con i propri occhi, lasciando trasparire genuina emozione per lo spettacolo offerto dalla natura.
"Il sistema riproduttivo delle balene franche australi è poliandrico – spiega Bove – il che significa che diversi maschi partecipano all'accoppiamento con una femmina. L'accoppiamento in mare può essere complicato. Ha tutto a che fare con la competizione maschile. Quando la femmina di balena franca è pronta per accoppiarsi, più maschi possono avvicinarsi a lei e circondarla. Come si vede nel video la femmina è circondata da due maschi. Non è ancora pronta per l'accoppiamento e si gira sulla schiena nel tentativo di tenere la regione genitale lontana dai corteggiatori. Mentre la femmina è a pancia in su, i maschi sembrano lavorare in coordinazione per realizzare la copula". "Evitare l'accoppiamento – prosegue il videografo -, però, non è un compito facile quando un maschio è straordinariamente dotato come una balena franca. Con un peso che può superare le 60 tonnellate, i maschi di balena franca hanno uno dei peni più grandi in natura, lungo 4 metri (pari a un quarto della lunghezza del loro corpo) ed estremamente flessibile. Dopo un po' la femmina cambia idea, si rimette dritta e si immerge. Ora è pronta per l'accoppiamento. La femmina può accoppiarsi con uno o più maschi nello stesso giorno. I maschi di balena franca hanno testicoli giganteschi, i più grandi del regno animale. Pesano una tonnellata e producono litri di sperma. Un accoppiamento può spazzare via il liquido seminale che lo ha preceduto. Quindi potrebbe non essere il primo maschio che è riuscito ad accoppiarsi a diventare il padre. Sarà l'ultimo".
Bove ha molti anni di esperienza nel filmare animali sott'acqua, tuttavia questa al largo della Penisola di Valdés è stata la prima volta con le balene. "È stata una sensazione unica. Trovarmi nell'ambiente naturale e a distanza così ravvicinata da una creatura così maestosa, immensa, sentire il suo respiro, incrociare lo sguardo dei suoi enormi occhi che stabiliscono un contatto mi ha fatto riflettere su quanto siamo piccoli", ha raccontato con emozione. "Questi enormi animali marini possono arrivare a misurare 15 metri in lunghezza e pesare più di 60 tonnellate, eppure hanno una grazia e un'armonia eccezionali quando si muovono. L'incontro con questi giganti buoni mi ha trasmesso una sensazione di pace e umiltà; l'umiltà che ci permette di provare empatia verso le creature con le quali condividiamo il nostro pianeta e gratitudine per avere il privilegio di assistere a queste grandiose manifestazioni della natura", ha chiosato Bove. Non possiamo che apprezzare le sue parole, figlie di un'esperienza meravigliosa, ma anche di saggezza e genuina passione per il suo meraviglioso lavoro a contatto con gli animali selvatici.