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La Luna e la Terra fianco a fianco, in una meravigliosa immagine scattata dalla navetta Orion

Una fotocamera installata su un pannello solare della navetta Orion della NASA ha catturato una meravigliosa immagine della Luna e della Terra, affiancate.
A cura di Andrea Centini
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La navetta Orion, la Luna e la Terra. Credit: NASA
La navetta Orion, la Luna e la Terra. Credit: NASA

La navetta Orion della NASA ci ha regalato una magnifica immagine della Luna e della Terra assieme, "fianco a fianco", mentre si stagliano sull'oscura e gelida immensità dello spazio profondo. Uno scatto suggestivo che ci ricorda quanto è prezioso quel “tenue puntino azzurro”, la casa di tutta l'umanità e dell'intera biosfera. I due oggetti celesti sembrano avere dimensioni simili ed essere l'uno accanto all'altro, ma è solo un gioco di prospettiva e distanze. Nell'immagine condivisa dall'agenzia aerospaziale statunitense si ammira in primo piano il veicolo spaziale di 8 metri, che da qualche ora ha raggiunto la distanza massima dalla Luna percorrendo la sua peculiare “Orbita Retrograda Distante” (DRO), nella quale era entrata il 25 novembre. Nessun altro mezzo spaziale realizzato per il trasporto di persone si è spinto più lontano di Orion, giunta esattamente a 268.563 miglia (432.210 chilometri) dal nostro pianeta. Sono oltre 30mila chilometri in più rispetto al precedente record detenuto dall'Apollo 13, che raggiunse la distanza di 400mila chilometri durante la disperata manovra di rientro verso la Terra. Il 21 novembre la navetta Orion aveva eseguito uno strettissimo fly-by sulla superficie lunare, "sfiorandola" a una quota di appena 130 chilometri.

Tra un paio di giorni la navetta della NASA, che ha da poco compiuto il giro di boa della sua missione, si sgancerà dall'orbita lunare per iniziare il viaggio di rientro, che si concluderà – se tutto andrà secondo i piani – alle 18:40 di domenica 11 dicembre. Orion lascerà andare il modulo di servizio e si tufferà nell'atmosfera terrestre alla pazzesca velocità 11 chilometri al secondo, che farà arroventare lo scudo termico fino all'infernale temperatura di 3.000° C. Superato l'ostacolo si lancerà nell'Oceano Pacifico con i paracadute spiegati, mettendo la parola fine ad Artemis 1, la “pietra miliare” del programma spaziale che porterà il prossimo uomo e la prima donna sulla regolite lunare, a oltre mezzo secolo di distanza dalla conclusione delle storiche missioni Apollo.

Ricordiamo che Artemis 1 è una missione senza equipaggio, progettata proprio per verificare la sicurezza del colossale razzo Space Launch System (SLS) – lanciato dopo mesi di rinvii alle 07:48 ora italiana del 16 novembre – e di tutti i sottosistemi della navetta Orion. Al momento, come indicato, sta andando tutto secondo programma e si spera non ci saranno problemi fino allo splashdown. Se infatti la missione si concluderà con un pieno successo, si inizierà subito la programmazione di Artemis 2, che nel giro di un paio di anni porterà gli astronauti in orbita attorno alla Luna. La missione più attesa è tuttavia Artemis 3, attualmente prevista “non prima del 2025”, durante la quale ci sarà l'allunaggio vero e proprio. Un altro “passo da gigante per l'umanità” dopo quello storico di Neil Armostrong dell'Apollo 11 nel 1969. Questa volta, infatti, oltre al fatto che metteranno piede sulla Luna la prima donna e la prima persona nera – dando finalmente un taglio all'ingiustizia che ha portato sul satellite solo maschi bianchi – si getteranno le basi per restare sul satellite. L'obiettivo è costruire una vera e propria colonia di lavoro che entro la metà degli anni '30 dovrebbe permetterci di raggiungere Marte, il grande sogno dell'esplorazione spaziale.

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