La grande barriera corallina sta morendo a causa nostra: mix di “integratori” per provare a salvarla
La Grande Barriera Corallina australiana e altri meravigliosi reef sparsi nei mari e negli oceani della Terra rischiano di scomparire nel giro di pochi decenni, a causa del catastrofico impatto dei cambiamenti climatici. L'aumento della temperatura dell'acqua marina e l'assorbimento di grandi quantità di CO2 negli oceani, infatti, determinano fenomeni devastanti per queste vivaci, coloratissime e straordinarie colonie di organismi marini. Due risultano particolarmente drammatici: il primo è lo sbiancamento dei coralli, dovuto alla fuga delle alghe simbionti (zooxantelle) che sono alla base del nutrimento degli invertebrati; quando si allontanano, stressate dall'acqua calda, i coralli diventano bianchi come scheletri e muoiono letteralmente di fame. Il secondo fenomeno, l'acidificazione degli oceani, è così impattante sulla vita marina da riuscire persino a sciogliere le conchiglie dei molluschi. Per evitare la scomparsa delle barriere coralline gli scienziati sono impegnati su più fronti; da una parte spronano le autorità competenti a fare di più contro il riscaldamento globale, dall'altra cercano un modo per proteggere e ripristinare i reef già duramente colpiti.
Un'iniziativa particolarmente virtuosa è in corso presso il The National Sea Simulator dell'Australian Institute of Marine Science (AIMS) di Townsville, dove i ricercatori allevano i coralli della Grande Barriera Corallina in vasche gigantesche, per studiarli e raccogliere preziose informazioni che possano aiutarci a difenderli. Il team dell'ecologo ed esperto di microbiologia Lone Høj è al lavoro per trovare un mix equilibrato di "integratori" probiotici che possa catalizzare il benessere e la maturazione dei coralli. Gli scienziati hanno isolato centinaia di specie di batteri associati ai coralli e stanno cercando quelli che aiutano questi animali nello sviluppo, ad esempio alla produzione del biofilm di muco, alle proprietà antibatteriche e alla produzione di enzimi digestivi, come specificato da Høj a Sciencealert. In parole semplici, i ricercatori vogliono mettere a punto un prodotto in grado di valorizzare e potenziare il microbioma presente nei coralli. Più esso è resistente ed efficace, infatti, maggiori sono le possibilità dei coralli di sopravvivere a situazioni particolarmente stressanti come quelle che stanno vivendo a causa dei cambiamenti climatici.
I ricercatori sono particolarmente impegnati nel seguire lo sviluppo delle giovani larve di corallo sin dalla deposizione delle uova, che avviene una volta l'anno durante eventi particolarmente suggestivi. I ricercatori hanno esposto le larve dei coralli A. tenuis e P. daedalea (nati nelle vasche di allevamento) a varie combinazioni di probiotici controllate, al fine di verificare quali determineranno i migliori effetti sulla crescita, sulla densità dei microorganismi simbionti, sull'efficacia immunitaria e molte altre caratteristiche dei coralli.
Gli scienziati si augurano di ottenere presto la formula migliore in grado di supportare queste meravigliose creature direttamente nel loro ambiente naturale. Ma il taglio netto e rapido delle emissioni di CO2 e altri gas a effetto serra (come il metano) è una condizione fondamentale per evitare che il disastro diventi irrimediabile. I dettagli della ricerca “Probiotics for coral aquaculture: challenges and considerations” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Current Opinion in Biotechnology.