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La forza di un tumore all’intestino può dipendere dal nostro orologio interno

La difesa messa in piedi dal tumore e, di conseguenza, l’efficacia delle cure, sembrano dipendere dal orologio circadiano: le alterazioni del nostro ritmo fisiologico possono aiutare il cancro a progredire, promuovendo la produzione di cellule in grado di “nascondere” la malattia al sistema immunitario.
A cura di Valeria Aiello
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Nei tumori all’intestino, un importante ruolo potrebbe essere svolto dal nostro orologio interno, il ritmo circadiano che regola le funzioni biologiche dell’organismo nell’arco delle 24 ore. Questo orologio circadiano, che influisce su tutto, dal ciclo sonno-veglia al metabolismo, sembra infatti poter influenzare anche il modo in cui il cancro progredisce, avendo effetto su una particolare popolazione di cellule che ha la capacità di “nascondere” i tumori al radar del sistema immunitario. Lo ha appena scoperto un team di ricerca dell’Università della California a Irvine (UC Irvine), che sta cercando un modo per migliorare l’efficacia delle terapie che prendono di mira questa strategia difensiva, affinché il sistema immunitario riconosca ed elimini più facilmente il cancro.

In un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Nature Immunology, gli studiosi hanno fatto luce su come i cambiamenti dell’orologio circadiano vadano a controllare l’abbondanza di queste cellule immunosoppressive, dunque la forza delle difese messe in piedi dai tumori. Nell’esaminare la complessa relazione tra ritmo circadiano, regolazione immunitaria e progressione della malattia, i ricercatori hanno anche scoperto che i farmaci diretti contro questo meccanismo immunosoppressivo, chiamati inibitori del checkpoint, funzionano meglio quando i livelli di tali cellule sono più alti.

Un approccio terapeutico che ottimizzi l’orario di somministrazione, sulla base del ritmo circadiano di una persone, offre nuove vie di prevenzione e curaspiegano gli studiosi che, per arrivare a queste osservazioni, hanno utilizzato una tecnica avanzata di sequenziamento dell’RNA a singola cellula, valutando i cambiamenti che dipendono dall’orologio circadiano in un modello murino di cancro del colon-retto.

L’orologio circadiano può influire nella lotta contro il tumore all’intestino

Il ritmo circadiano, il nostro orologio interno che regola le funzioni biologiche nell’arco delle 24 ore, può influire nell’efficacia delle terapie antitumorali con gli inibitori del checkpoint, i farmaci immunoterapici che sbloccano il “punto di controllo” affinché il tumore possa essere riconosciuto e eliminato dal sistema immunitario.

I tumori possono infatti sfuggire al riconoscimento da parte del sistema immunitario, sviluppando la capacità di produrre proteine che segnalano alle cellule immunitarie circolanti (cellule T) che la cellula dove sono presenti è sana e non deve essere attaccata. Ciò permette ai tumori di eludere il riconoscimento e continuare a replicarsi e diffondersi, ma i farmaci che tolgono questo freno (gli inibitori del checkpoint) neutralizzano questa strategia, rendendo riconoscibili le cellule maligne.

Questi farmaci inibitori del checkpoint, già approvati per uso umano in diversi Paesi, inclusa l’Italia, funzionano però solo in alcuni pazienti, e questo potrebbe in parte dipendere dal ritmo circadiano delle persone. Nel comprendere il ruolo dell’orologio interno nella diversa risposta alla terapia, gli studiosi hanno osservato come i livelli di una specifica famiglia di cellulele cellule soppressorie di derivazione mieloide (MDSC), che hanno una potente capacità di bloccare l’immunità antitumorale mediata dalle cellule T – siano strettamente dipendenti dal ritmo circadiano.

Abbiamo scoperto che l’interruzione dell’orologio interno nelle cellule epiteliali che rivestono l’intestino altera la secrezione di proteine citochine, portando ad un aumento dell’infiammazione, ad un aumento del numero di cellule mieloidi immunosoppressive e alla progressione del cancro – hanno evidenziato gli studiosi – . Questi risultati sono stati sfruttati per dimostrare che somministrare l’immunoterapia nel momento della giornata in cui queste cellule mieloidi immunosoppressive sono più abbondanti ha migliorato significativamente l’efficacia nell’inibizione del checkpoint immunitario nei tumori solidi”.

Questi risultati rappresentano un significativo passo in avanti nella comprensione del controllo circadiano nell’immunità antitumorale, anche se saranno necessarie ulteriori ricerche per verificare l’esistenza di ulteriori fattori e tipi di cellule che influenzano la risposta alle terapie con inibitori di checkpoint.

Man mano che miglioreremo la nostra comprensione del meccanismo fondamentale della regolazione circadiana dell’immunità – ha aggiunto Bridget Fortin, ricercatrice della UC Irvine e autrice principale dello studio –  saremo in grado di sfruttare la potenza dei ritmi naturali del corpo per combattere il cancro e sviluppare strategie di trattamento più personalizzate ed efficaci”.

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