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La droga degli zombie uccide tantissime persone, ma un farmaco innovativo può salvarle dall’overdose

Una molecola appena scoperta chiamata “composto 368” è in grado di potenziare enormemente l’efficacia del naloxone, farmaco salvavita che inverte i sintomi da overdose di fentanyl e altri oppioidi, responsabili della morte di decine di migliaia di persone ogni anno. Il farmaco sperimentale potrebbe salvare un gran numero di vite.
A cura di Andrea Centini
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I ricercatori hanno sviluppato un nuovo farmaco sperimentale che potenzia in modo significativo l'efficacia e la durata del naloxone (nome commerciale Narcan), un farmaco salvavita in grado di invertire gli effetti mortali di una overdose da oppioidi. Poiché negli Stati Uniti è in corso una vera e propria strage a causa di questa “crisi degli oppioidi”, con decine di migliaia di morti ogni anno causati in particolar modo dal fentanyl o fentanil, avere a disposizione un farmaco del genere potrebbe salvare un numero enorme di vite. Il naloxone presenta infatti alcuni limiti, come la durata relativamente breve dell'azione; ciò richiede più dosi per contrastare gli effetti degli oppioidi più potenti, che restano in circolo anche per otto ore. A preoccupare gli esperti vi è inoltre la diffusione di sostanze stupefacenti sempre più forti e letali, basate su combinazioni di principi attivi come la cosiddetta “droga degli zombie”. Si tratta di un mix di eroina, fentanyl e xilazina (un farmaco veterinario usato per i cavalli) che ha già mietuto le prime vittime anche in Europa. Il soprannome deriva dall'impatto spaventoso su chi ne fa uso, dato che può causare la formazione di ferite aperte come ulcere cutanee e ascessi, fino alla necrosi (morte) dei tessuti. Senza dimenticare le alterazioni comportamentali. Avere a disposizione contromisure migliori per contrastare questo fenomeno è considerato fondamentale dagli operatori sanitari impegnati nell'affrontare l'emergenza.

A scoprire la molecola in grado di potenziare sensibilmente l'efficacia del naloxone è stato un team di ricerca statunitense guidato da scienziati della Facoltà di Medicina dell'Università di Stanford, della Scuola di Medicina dell'Università di Washington di Saint Louis e del Dipartimento di Farmacodinamica dell'Università della Florida. I ricercatori, coordinati dai professori Jay P. McLaughlin, Susruta Majumdar e Brian K. Kobilka, hanno individuato il nuovo farmaco sperimentale scandagliando una libreria con oltre 4,5 miliardi di molecole. Si sono concentrati sui modulatori allosterici negativi (NAM) del recettore degli oppioidi, molecole che non si legano direttamente al recettore µ-oppioide (µOR) ma migliorano l'efficacia dei farmaci che lo fanno. Il naloxone è un oppioide esattamente come la morfina, l'ossicodone e il fentanyl (sintetico), ma a differenza di questi, quando si lega al suddetto recettore, non lo attiva, ma lo disattiva. Quando un oppioide comune si lega al recettore, innesca senso di euforia, riduce la percezione del dolore e la frequenza respiratoria. È proprio quest'ultimo fattore a rendere pericolosissime queste droghe; in caso di overdose, infatti, l'effetto può innescare una grave depressione respiratoria che porta alla morte.

Il naloxone, legandosi al suddetto recettore e prendendo il posto delle droghe, inverte rapidamente gli effetti di una overdose e salva la vita dei pazienti. Tuttavia ha un grosso limite: il suo effetto dura appena due ore, contro le otto del fentanyl. Ciò significa che servono più dosi per impedire che la sostanza stupefacente ancora in circolo, dopo l'esaurimento dell'effetto, si leghi nuovamente al recettore innescando ancora i sintomi da overdose. In esperimenti condotti su modelli murini (topi) gli scienziati hanno scoperto che la molecola chiamata “composto 368” rende il naloxone 7,6 volte più efficace nell'inibire l'attivazione del recettore µ-oppioide, inoltre blocca il farmaco al suo interno per un tempo 10 volte superiore. Se ciò non bastasse, ha dimostrato di invertire gli effetti da overdose da morfina e fentanyl nei roditori con un dosaggio dieci volte inferiore. Ciò lo rende un'arma incredibilmente efficace nel contrastare l'overdose da oppioidi, senza necessità di ulteriori dosi.

“Il naloxone è un salvavita, ma non è un farmaco miracoloso; ha dei limiti. Molte persone che vanno in overdose di oppioidi hanno bisogno di più di una dose di naloxone prima di essere fuori pericolo. Questo studio è una prova del concetto che possiamo far funzionare meglio il naloxone, farlo durare più a lungo ed essere più potente, somministrandolo in combinazione con una molecola che influenza le risposte del recettore degli oppioidi”, ha dichiarato il professor Majumdar in un comunicato stampa. È interessante notare che, nonostante l'enorme potenziamento nell'efficacia e nella durata del naloxone, l'utilizzo del composto 368 non ha indotto un'astinenza peggiore del solo farmaco salvavita. Si tratta di un dato estremamente significativo, dato che l'astinenza da oppioidi può essere talmente forte da spingere i consumatori a riassumerli dopo appena 1 o 2 giorni dalla comparsa dei sintomi, tra i quali dolore, irritabilità e condizioni gastrointestinali.

Per vedere il nuovo farmaco sperimentale sugli scaffali delle farmacie ci vorrà ancora molto tempo, ma al momento sembra una delle soluzioni più promettenti per contrastare la crisi da oppioidi, peggiorata sensibilmente durante la pandemia di Covid. Le sofferenze indotte da lockdown, isolamento, limitazioni alla libertà personale, lutti, perdita del lavoro e molti altri fattori hanno spinto verso la droga e l'alcol un numero significativo di persone, anche tra coloro che erano riusciti a smettere. Il risultato è stato di circa 100.000 morti solo nel 2021 da overdose da oppioidi in Nord America. I dettagli della nuova ricerca “A µ-opioid receptor modulator that works cooperatively with naloxone” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature.

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