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La dieta mediterranea verde fa ringiovanire il cervello: 9 mesi in meno per ogni 1% di peso perduto

Un team di ricerca internazionale ha dimostrato che una dieta mediterranea più ricca di alimenti vegetali è in grado di migliorare la nostra età cerebrale. Il cervello ringiovanisce di 9 mesi per ogni punto percentuale di peso perduto.
A cura di Andrea Centini
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Secondo uno studio una variante “verde” della dieta mediterranea è in grado di far ringiovanire il cervello, migliorando la cosiddetta età cerebrale di circa nove mesi per ogni punto percentuale di peso perduto grazie ad essa. È quanto emerso da una nuova ricerca volta proprio a indagare l'impatto sull'encefalo di specifici programmi alimentari, dieta mediterranea compresa. È noto che l'obesità possa avere un effetto negativo sull'invecchiamento del cervello, la cui età biologica potrebbe non andare di pari passo con quella cronologica; la stessa cosa avviene con il benessere fisico in generale. La data scritta sulla carta d'identità, infatti, non sempre corrisponde alle capacità e alla funzionalità del nostro organismo, che può risultare più vecchio – o più giovane – in base allo stile di vita, allo stress, ai vizi (alcol e fumo), all'attività fisica e ad altri fattori che influenzano la nostra salute. Ora sappiamo che la dieta mediterranea, considerato patrimonio immateriale dell'umanità dall'UNESCO, fa molto bene anche al cervello.

A determinare che la dieta mediterranea “verde” ricca di verdura, frutta, legumi e cereali integrali è in grado di far ringiovanire il cervello è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati israeliani del Dipartimento di Scienze Cognitive e del Cervello dell'Università Ben-Gurion del Negev, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'Innovative International Research Center, del Dipartimento di Medicina dell'Università di Lipsia (Germania), del Dipartimento di diagnostica per immagini del Soroka Medical Center e del Dipartimento di Nutrizione dell'Università di Harvard (Stati Uniti). I ricercatori, coordinati dai professori Gidon Levakov e Galia Avidan, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver coinvolto in uno studio ad hoc circa cento partecipanti con obesità, tutti facenti parte di una ricerca più ampia e a lungo termine chiamata DIRECT-PLUS (con oltre 300 volontari).

I ricercatori hanno suddiviso il gruppo in tre sottogruppi, cui sono stati assegnati tre modelli alimentari differenti: dieta mediterranea tradizionale; dieta mediterranea verde più ricca di polifenoli e una dieta salutare standard. Prima e dopo l'inizio della dieta i partecipanti sono stati sottoposti a scansioni cerebrali, esami del fegato e altre misurazioni per determinare lo stato clinico. Al termine della sperimentazione è stato osservato un miglioramento significativo dell'età cerebrale (basata su un algoritmo che analizza le connessioni neuronali) nei pazienti che hanno seguito la dieta mediterranea verde, con un “ringiovanimento” di 9 mesi per ogni punto percentuale di peso perduto. I ricercatori hanno osservato i vantaggi di pari passo con un miglioramento del grasso epatico e dei livelli degli enzimi epatici, che precedenti studi avevano trovato in associazione a un peggioramento della salute del cervello in pazienti con Alzheimer, come specificato dagli autori dello studio in un comunicato stampa.

Ma quali caratteristiche ha questa dieta mediterranea modificata? Il professor Levakov e colleghi spiegano che è caratterizzata da una maggiore concentrazione di polifenoli (legati a frutta, verdura e legumi) e a una ulteriore riduzione della carne rossa e lavorata. Inoltre prevede assunzione di noci (28 grammi al giorno), tè verde e frullati di lenticchia d'acqua ottenuta dalla pianta Mankai, che è ricca di polifenoli, proteine e vitamina B12. Sono caratteristiche che la rendono un valido sostituto della carne.

“Il nostro studio evidenzia l'importanza di uno stile di vita sano, compreso un minor consumo di alimenti trasformati, dolci e bevande, per mantenere la salute del cervello”, ha dichiarato il dottor Levakov. “Siamo stati incoraggiati dallo scoprire che anche una perdita di peso dell'1% era sufficiente per influire sulla salute del cervello e portare a una riduzione di 9 mesi dell'età cerebrale”, gli ha fatto eco la professoressa Avidan. I dettagli della ricerca “The effect of weight loss following 18 months of lifestyle intervention on brain age assessed with resting-state functional connectivity” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica eLife.

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