0 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

La dieta mediterranea abbatte il rischio di morte nelle donne: benefici contro cancro e infarto

Un team di ricerca internazionale ha determinato che le donne che seguono la dieta mediterranea hanno un rischio ridotto di morte per tutte le cause del 23%. Significativo il rischio ridotto di cancro e malattie cardiovascolari. Lo studio è stato condotto sui dati di oltre 25.000 donne seguite per 25 anni.
A cura di Andrea Centini
0 CONDIVISIONI
Immagine

Le donne che seguono la dieta mediterranea hanno un rischio ridotto di morte (per tutte le cause) di circa un quarto rispetto a quelle che non aderiscono a questo modello alimentare, incluso tra i patrimoni orali e immateriali dell'umanità dell'UNESCO dal 2010. Benefici significativi si riscontrano in particolar modo contro il cancro e le malattie cardiovascolari come l'infarto del miocardio, tra le principali cause di morte al mondo per uomini e donne. Nei Paesi ricchi e industrializzati le malattie legate all'apparato cardiocircolatorio sono al primo posto. I risultati del nuovo studio sono particolarmente significativi perché abbracciano un periodo di follow-up di circa 25 anni, evidenziando come la protezione della dieta mediterranea sia robusta nel lungo periodo. In parole semplici, questa dieta è associata a una vita più lunga e sana. Si tratta dell'ennesima conferma della validità del modello alimentare, per il quale molteplici studi hanno evidenziato benefici contro infiammazione, malattie neurodegenerative come l'Alzheimer, diabete, patologie oncologiche e molto altro.

A condurre il nuovo studio è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati statunitensi del Brigham and Women's Hospital di Boston, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi della Scuola di Salute Pubblica “T. Chan” dell'Università di Harvard, del Dipartimento di Scienze Mediche, Epidemiologia Molecolare dell'Università di Uppsala (Svezia) e del Dipartimento di Informatica – ETH di Zurigo (Svizzera). Gli studiosi, coordinati dalla professoressa Shafqat Ahmad, docente di epidemiologia presso l'ateneo svedese e ricercatrice del Centro per la metabolomica dei lipidi dell'ospedale americano, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto uno studio di osservazione sui dati di oltre 25.000 donne coinvolte nel Women's Health Study, un'approfondita indagine sui dati clinici di operatrici sanitarie. Al basale, cioè all'inizio della ricerca, erano tutte in salute e con un'età media di 54,6 anni.

Tra l'aprile del 1993 e il gennaio del 1996 i ricercatori hanno raccolto campioni di sangue, dati demografici, informazioni sul modello alimentare seguito – basato su questionari auto-riferiti – e altre informazioni delle partecipanti. I risultati sono stati incrociati statisticamente con le cartelle cliniche e i certificati di morte nel corso di 25 anni. L'analisi dei dati è stata condotta tra il 2018 e il 2023. Durante l'ampio periodo di follow-up si sono verificati poco meno di 4.000 decessi. La professoressa Ahmad e i colleghi hanno osservato che le donne che seguivano la dieta mediterranea, principalmente associata a prodotti di origine vegetale (legumi, frutta e verdura), olio di oliva extravergine, pesce, frutti di mare, latticini consumati saltuariamente e pochissima carne rossa, avevano un rischio ridotto di morte per tutte le cause del 23 percento. Migliore era l'aderenza al nostro modello alimentare per eccellenza, superiori erano i benefici, con una riduzione del rischio della mortalità di vari punti percentuali per ogni step in avanti. Significativa la protezione contro il cancro e le malattie cardiovascolari, dato che la dieta mediterranea abbatteva il rischio di morte per queste cause del 17 e del 20 percento rispettivamente.

Gli scienziati si sono inoltre concentrati sull'analisi di decine di biomarcatori legati a metabolismo, infiammazione, amminoacidi, glicemia, ipertensione e molti altri parametri, determinando che i metaboliti a piccole molecole e i biomarcatori infiammatori erano maggiormente associati a una riduzione del rischio di mortalità, seguiti da trigliceridi, indice di massa corporea (BMI) e resistenza all'insulina. Meno impattanti l'ipertensione, la glicemia e altri fattori. “La nostra ricerca fornisce informazioni significative sulla salute pubblica: anche cambiamenti modesti nei fattori di rischio accertati per le malattie metaboliche – in particolare quelli legati a metaboliti di piccole molecole, infiammazione, lipoproteine ricche di trigliceridi, obesità e resistenza all’insulina – possono produrre benefici sostanziali a lungo termine dal seguire una dieta mediterranea. Questa scoperta sottolinea il potenziale di incoraggiare abitudini alimentari più sane per ridurre il rischio complessivo di mortalità”, ha dichiarato la professoressa Ahmad in un comunicato stampa.

È doveroso sottolineare che si è trattato di uno studio di osservazione e dunque non evidenzia rapporti di causa – effetto, inoltre la maggior parte del campione era composto da operatrici sanitarie di mezza età, istruite e di razza caucasica, pertanto i risultati potrebbero non applicarsi a qualunque popolazione. Tuttavia l'ampio numero di partecipanti e, soprattutto, il lungo periodo di follow-up, rappresentano punti di forza della ricerca, suffragata anche dai risultati di precedenti indagini. Un nuovo studio guidato da scienziati del Beckman Institute for Advanced Science and Technology dell'Università dell'Illinois, ad esempio, ha appena dimostrato che gli alimenti della dieta mediterranea sono associati a un invecchiamento più lento del cervello. I risultati della ricerca “Mediterranean Diet Adherence and Risk of All-Cause Mortality in Women” sono stati pubblicati su JAMA Netowrk.

0 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views