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Cambiamenti climatici

La crisi climatica prosciuga i fiumi a un ritmo spaventoso e scatena inondazioni: l’allarme dell’OMM

L’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM) ha pubblicato un nuovo rapporto sulle risorse idriche globali mettendo in luce il duplice, drammatico impatto del cambiamento climatico; se da una parte la siccità estrema sta portando al prosciugamento di fiumi e bacini idrografici, dall’altra sono sempre più frequenti inondazioni catastrofiche, con numerose vittime e danni ingenti.
A cura di Andrea Centini
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Tra le principali conseguenze del cambiamento climatico vi è la siccità e il nuovo rapporto State of Global Water Resources dell'Organizzazione meteorologica mondiale (OMM) non fa che confermare il trend di una situazione drammatica, che va avanti ormai da diversi anni. Le temperature anomale catalizzate dall'emissione di CO2 (anidride carbonica) e altri gas climalteranti stanno accelerando la fusione dei ghiacciai e facendo crollare le precipitazioni (pioggia e neve) in molte aree del pianeta, riducendo in modo significativo le risorse idriche e la portata dei fiumi. Secondo il nuovo rapporto, nel 2023 oltre il 50 percento dei bacini idrografici della Terra ha presentato condizioni anomale, la maggior parte dei quali ridotti in modo significativo. Alcuni sono stati praticamente prosciugati, mentre altri si sono ingrossati dando vita a pericolose inondazioni.

A esacerbare il problema, che ha un impatto sulla vita di miliardi di persone e sugli animali, sia da allevamento che selvatici, lo scorso anno vi è stata anche la transizione tra l'oscillazione climatica di El Niño (più calda) e La Niña (più fredda). Si tratta dunque di una combinazione tra fattori naturali e alterazioni nei cicli idrogeologici introdotte dalle attività umane, che continuano a pompare in atmosfera gas in grado di modificare correnti e altri fenomeni. Oltre alla siccità, si determina anche un accumulo significativo di energia dovuto al caldo anomalo che poi si scatena attraverso eventi sempre più frequenti e violenti, come le catastrofiche inondazioni. In Italia praticamente ogni anno esondazioni e simili sono responsabili di morti e danni ingenti, a causa del dissesto idrogeologico legato anche alla devastazione dell'ambiente naturale.

Per quanto concerne la siccità, il problema è grave soprattutto nei Paesi già aridi, dove l'accesso all'acqua è sempre più problematico. Basti sapere che recentemente la Namibia ha approvato l'uccisione di oltre 700 animali selvatici tra elefanti, zebre, gnu, ippopotami e altri per sfamare la popolazione a causa dei raccolti distrutti dalla siccità e preservare le poche fonti idriche disponibili da cui si abbeverano anche gli animali, vittime innocenti di questo ciclo innescato dall'avidità umana. Più recentemente anche lo Zimbabwe ha deciso che saranno abbattuti 200 elefanti, con le stesse ragioni della Namibia. I pachidermi, fra l'altro, vivendo gli stessi problemi degli uomini in termini di reperibilità di cibo e acqua si avvicinano sempre di più alle aree urbanizzate, distruggendo raccolti e aumentando il rischio di conflitti. Chiaramente non per colpa loro.

“Riceviamo segnali di pericolo sotto forma di piogge sempre più estreme, inondazioni e siccità che hanno un impatto pesante su vite, ecosistemi ed economie. Lo scioglimento dei ghiacciai minaccia la sicurezza idrica a lungo termine per molti milioni di persone. E tuttavia non stiamo adottando le misure urgenti necessarie”, ha dichiarato Celeste Saulo, segretaria generale dell'OMM. “Come risultato dell'aumento delle temperature, il ciclo idrologico ha accelerato. È anche diventato più irregolare e imprevedibile, e stiamo affrontando crescenti problemi di troppa o troppo poca acqua. Un'atmosfera più calda trattiene più umidità, il che favorisce forti piogge. Un'evaporazione più rapida e l'essiccazione dei terreni peggiorano le condizioni di siccità”, ha chiosato la scienziata.

Si stima che in questo momento oltre 3,6 miliardi di persone, quasi la metà della popolazione mondiale, ha difficoltà ad accedere all'acqua per almeno un mese all'anno. Si stima che questa cifra salirà a 5 miliardi di anni entro il 2050. I ghiacciai nel frattempo continuano a perdere acqua a un ritmo vertiginoso e se questo sta aumentando momentaneamente le risorse idriche in determinate aree del pianeta, in futuro si innescherà il fenomeno opposto determinando aridità dove ora c'è fertilità, lavoro e prosperità. Tra i fiumi più colpiti da una ridotta portata fluviale vi sono stati quelli dell'Amazzonia, il Mississippi, il Gange, il Bramaputra e il Mekong; in generale il ritmo di prosciugamento è il più rapido degli ultimi tre decenni. Le inondazioni più violente nel 2023 sono state invece osservate in Nuova Zelanda, Filippine e Africa orientale. Due facce della stessa medaglia, frutto del cambiamento climatico sempre più impattante e gravoso su vite, economie, agricoltura ed ecosistemi.

L'obiettivo del nuovo rapporto dell'OMM è offrire "un'analisi sistematica e standardizzata delle risorse idriche su scala globale", con l'obiettivo di creare un set di dati vasto e disponibile per gli scienziati, affinché riescano a perfezionare modelli predittivi e aiutare i decisori politici ad adottare contromisure contro gli effetti della crisi climatica.

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