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La cometa del secolo C/2023 A3 ha sviluppato un’anticoda: emersi anche magnifici dettagli della chioma

La “cometa del secolo”, formalmente C/2023 A3 (Tsuchinshan-ATLAS), continua a dare spettacolo nel cielo regalando immagini meravigliose, come quelle delle calotte paraboliche di polveri e detriti rilasciate dal nucleo. L’astro chiomato ha sviluppato anche una bellissima anticoda.
A cura di Andrea Centini
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La cometa C/2023 A3 (Tsuchinshan-ATLAS) mostra un'anticoda davanti al nucleo. Credit: Gianluca Masi / Virtual Telescope Project
La cometa C/2023 A3 (Tsuchinshan-ATLAS) mostra un'anticoda davanti al nucleo. Credit: Gianluca Masi / Virtual Telescope Project

Siamo nella settimana migliore in assoluto per vedere e fotografare la spettacolare cometa C/2023 A3 (Tsuchinshan-ATLAS), ribattezzata “cometa del secolo” per la notevole visibilità toccata in questi giorni. Poco prima del perigeo, il punto di vicinanza massima alla Terra raggiunto il 12 ottobre (a circa 70 milioni di chilometri), la cometa aveva infatti una magnitudine o luminosità apparente compresa tra – 3 e – 4, molto vicina a quella di pianeti splendenti come Giove e Venere. In molti hanno avuto la fortuna di vederla a occhio nudo e c'è ancora questa opportunità in cieli molto bui, sebbene la magnitudine si stia avvicinando pericolosamente al limite di visibilità per l'occhio umano (+ 6.0). Nel momento in cui stiamo scrivendo gli scienziati di astro.vanbuitenen.nl indicano un valore di + 3.0. A favorire la visibilità in questi giorni vi è anche il fatto che la cometa trascorre più tempo nel cielo dopo il tramonto, permettendo di cogliere dettagli estremamente affascinanti. Fra essi vi sono la bellissima anticoda (o terza coda) e il nucleo cometario, dal quale si dipanano la chioma (o coma) e le code per effetto della sublimazione e dell'interazione col vento solare.

La cometa del secolo fotografata dal lido di Latina. Credit: Andrea Centini
La cometa del secolo fotografata dal lido di Latina. Credit: Andrea Centini

Le immagini dell'anticoda della cometa del secolo

Partiamo dall'anticoda, meravigliosamente fotografata dall'astrofisico Gianluca Masi del Virtual Telescope Project (VTP) alle 19:40 del 15 ottobre dall'osservatorio di Manciano (Grosseto), nella maremma toscana. Normalmente le comete hanno due code, conosciute anche come Tipo I e Tipo II. La prima è una coda di ioni, generalmente lunga, sottile e di un bellissimo colore blu. È composta da plasma (particelle di gas ionizzato) che viene sospinto dalle particelle cariche elettricamente emesse dal Sole, conosciute come vento solare. Proprio in questo periodo la nostra stella ha raggiunto il massimo solare, fase caratterizzata da un'intensa attività magnetica e un intenso rilascio di questo flusso di particelle energetiche. A causa dell'interazione con il vento solare, la coda di ioni si distende nella direzione opposta rispetto al Sole.

La coda di Tipo II, quella più classica che compare nelle immagini (iconografie comprese) delle comete, è composta da polveri e vapori che il nucleo cometario rilascia per effetto del riscaldamento solare. Questi astri chiomati sono fondamentalmente “palle di ghiaccio” e detriti che sublimano quando sono vicine alla stella, perdendo una lunga scia di materiali dietro di essi. La chioma può avere un colore variabile a seconda della composizione chimica – il carbonio, ad esempio, si accende di un meraviglioso verde -, mentre la coda è di solito biancastra ed eterea, spesso molto lunga come nel caso della nostra "cometa del secolo".

La direzione della coda di polveri e detriti è dipendente dalla posizione dell'osservatore e dall'orbita cometaria, pertanto può essere del tutto assente o molto compatta se cometa, Sole e Terra sono allineati e il corpo celeste viaggia nella nostra direzione. Proprio questo gioco di prospettive può dar vita alla terza coda o anticoda, in direzione opposta rispetto alla coda di Tipo II. Bisogna immaginare le code delle comete come ampi ventagli e non come strisce continue, aveva spiegato il dottor Masi in occasione del passaggio della cometa C/2022 E3 (ZTF) o “cometa dei Neanderthal”. Trattandosi di un ventaglio, le ali di polveri possono estendersi a destra e a sinistra del nucleo cometario in base alla prospettiva, dando appunto vita alla spettacolare anticoda.

La chioma della cometa del secolo: i dettagli spettacolari

Per quanto concerne il nucleo e la chioma, l'astronomo e astrofotografo Maximilian Teodorescu ne ha ottenuto immagini molto dettagliate nella notte tra il 15 il 16 ottobre dalla città di Calugareni, in Romania. Come spiegato nel suo post su Facebook, l'esperto ha elaborato centinaia di scatti ottenuti attraverso un telescopio rifrattore da 115 millimetri e una fotocamera astronomica. Le immagini sono state unite sfruttando un algoritmo noto come algoritmo di Larson-Sekanina. I dettagli sono molto nitidi e mostrano caratteristiche calotte paraboliche di polveri e vapori che la cometa lascia dietro di sé, sotto la spinta della sublimazione indotta dal Sole. Nei prossimi giorni la cometa del secolo continuerà a perdere luminosità e diventerà completamente invisibile a occhio nudo, ma potrà essere ancora catturata attraverso la fotografia a lunga posa. Meteo permettendo, che perlomeno in Italia sta dando tanti problemi a molti appassionati di astrofotografia che vorrebbero cogliere C/2023 A3 (Tsuchinshan-ATLAS) al massimo del suo splendore.

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