La Cina scopre un nuovo virus trasmesso dalle zecche, causa sintomi di malattia febbrile: 26 casi accertati
Sono almeno 26 i casi di malattia febbrile causati da un nuovo virus scoperto in Cina, trasmesso dalle zecche e denominato “virus di Xue-Cheng” (XCV) dal nome nativo di Mudanjiang, la città della Cina nord-orientale dove gli scienziati lo hanno inizialmente identificato. Il nuovo virus appartiene al genere degli Orthonairovirus della famiglia Nairoviridae ma, in precedenza, la nuova specie non era mai stata isolata negli animali e negli esseri umani.
I 26 pazienti infettati da XCV erano stati morsi da zecche tra maggio a luglio del 2022 e fino al 2024, e avevano sviluppato una malattia febbrile, in alcuni casi anche grave, con sintomi aspecifici, come febbre alta e bassi livelli di globuli bianchi, che aveva comportato il ricovero ospedaliero. Successivamente, il virus è stato rilevato nel 6% delle zecche Haemaphysalis concinna e nel 3,2% delle zecche H. japonica – due noti vettori di patogeni responsabili di malattie insidiose e talvolta gravi – nell’area in cui si erano stati registrati i casi di infezione, indicando la circolazione della nuova specie virale nelle zecche come causa delle malattie febbrili nei pazienti.
Cos’è l’orthonairovirus XCV, il nuovo virus trasmesso dalle zecche
Il XCV (Xue-Cheng Virus, o virus di Xue-Cheng) è un nuovo virus trasmesso dalle zecche, chiamato così dal nome nativo di Mudanjiang, la città della Cina nord-orientale dove è stato inizialmente isolato. La prima identificazione risale all’estate 2023, quando gli scienziati cinesi hanno condotto una sorveglianza attiva in pazienti con stati febbrili e recenti morsi di zecche presso un ospedale nel nord-est del Paese. In quell’indagine, gli scienziati hanno esaminato campioni di sangue raccolti da 252 pazienti, individuando “un virus sconosciuto” in 2 pazienti.
Le indagini di laboratorio hanno quindi rivelato che il virus apparteneva al genere Orthonairovirus della famiglia Nairoviridae ma “condivideva meno del 75,6% di identità amminoacidica della proteina RNA polimerasi RNA-dipendente con tutti gli ortonairovirus noti, indicando una nuova specie” come spiegato in uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine dai ricercatori del Mudanjiang Forestry Central Hospital e dello State Key Laboratory of Pathogens and Biosecurity che hanno accertato i primi casi di infezione.
In seguito alla scoperta del nuovo virus, gli scienziati hanno identificato altri 26 casi di infezione da XCV su 792 pazienti, negativi ad altre infezioni trasmesse dalle zecche, ad accezione di un paziente coinfettato da Rickettsia raoultii.
Quali sono i sintomi dell’infezione da XCV
I sintomi dell’infezione da nuovo orthonairovirus XCV trasmesso dalle zecche sono descritti come aspecifici dagli scienziati cinesi: nei 26 pazienti con infezione confermata, le manifestazioni cliniche che “variavano da malattie febbrili acute a malattie gravi, che hanno comportato il ricovero ospedaliero”.
I segni più comuni di infezione includevano febbre alta e alcune anomalie negli esami del sangue, inclusi bassi livelli di globuli bianchi (leucopenia), valori elevati di aminotransferasi epatiche (un indicatore di danni al fegato), di lattato deidrogenasi (un indicatore di danni ai tessuti o agli organi) e di altri enzimi e proteine che indicano stati di infezione e infiammazione acuta, come la proteina alfa-amiloide, la proteina C-reattiva e α-idrossibutirrato deidrogenasi.
Come si trasmette il virus XCV
Il nuovo virus XCV può essere trasmesso dal morso di zecche infette, in particolare da quelle appartenenti alle specie Haemaphysalis concinna e Haemaphysalis japonica, già note per essere vettori di diverse malattie.
La zecca H. concinna, in particolare, è vettore noto di Francisella tularensis (un batterio che causa la tularemia), Rickettsia sibirica (tifo da zecca siberiana), Rickettsia heilongjiangensis (febbre maculata dell'Estremo Oriente), virus dell’encefalite russa primaverile-estiva (RSSE) e della meningoencefalite trasmessa dalle zecche (TBE), oltre ad essere stata collegata ai casi di infezione da nuovo virus delle zone umide” (wetland virus, o WELV) recentemente emerso sempre in Cina.