La Cina raccoglierà i primi campioni dal lato nascosto della Luna: cosa sappiamo sulla missione Chang’e 6
Il lancio è andato alla perfezione e adesso Chang'e 6 sta volando in direzione della Luna con le sue ali, due enormi pannelli solari, aperte nello spazio. Così Pechino ha mandato verso il nostro satellite una nuova missione, questa volta più ambiziosa delle precedenti: la sonda dovrebbe atterrare sul lato nascosto della Luna e prelevare dei campioni di suolo, per poi portarli nuovamente sulla Terra per analizzarli. Un'impresa che segnerebbe una prima volta per le missioni spaziali di tutto il globo: fino a ora erano stati prelevati campioni solo sul lato visibile del satellite. Spostare la missione sull'altra faccia della Luna è una nuova sfida tecnica.
Quando e dove la sonda Chang'e 6 atterrerà sulla Luna
Prima di oggi, la China National Space Administration aveva condotto in due momenti separati una missione per atterrare sul lato nascosto della Luna con una sonda senza equipaggio e una per prelevare campioni da quello visibile. La difficoltà che dovrà affrontare Chang'e 6 è proprio quella di unire le due azioni: atterrare nella faccia non visibile, prelevare i campioni e tornare. La sfida maggiore è quella delle comunicazioni, che sono possibili solo se la sonda si trovasse sulla faccia della Luna che vediamo ogni sera. Per ovviare a questo problema, a marzo è stato lanciato Queqiao-2, un satellite che orbiterà intorno alla Luna per consentire la comunicazione tramite segnali radio fra la sonda Chang'e 6 e la sala di controllo sulla Terra.
Il lancio è stato effettuato quando in Italia era circa mezzogiorno (cioè le 18 in Cina) dal Wenchang Space Launch Site dell'isola di Hainan. L'atterraggio avverrà dopo 57 giorni di viaggio, dopo che la sonda si sarà immessa nell'orbita lunare e con l'inclinazione giusta. I "piedi" di Chang'e 6 (che porta il nome di una divinità cinese che ha volato proprio verso la Luna) poggeranno sulla superficie di Apollo, un cratere dal diametro di 537 chilometri posto vicino al polo sud lunare. Alla fine della sua attività "estrattiva", Chang'e 6 dovrebbe riportare circa due chilogrammi di campioni di suolo per analizzare la struttura, le proprietà fisiche e la composizione del terreno lunare.
La competizione spaziale
Se Chang'e 6 riuscirà a riportare sulla Terra i campioni di suolo, allora l'agenzia spaziale cinese potrà vantare un successo che le altre non sono riuscite a ottenere. Prima del lancio cinese, infatti, americani e russi erano riusciti a prelevare e studiare il suolo lunare, ma solo da lato visibile.
La preoccupazione di sfigurare arriva soprattutto sul fronte statunitense. La Nasa, infatti, ha dovuto ritardare ulteriormente la seconda missione Artemis, che avrebbe dovuto portare un equipaggio sul suolo lunare. All'inizio l'atterraggio era stato programmato per un momento compreso fra il 2019 e il 2021. Data che poi è stata spostata una prima volta al 2023 e poi ancora a settembre 2025, ma non si esclude che possa essere rimandata ulteriormente. Una serie di ritardi che, insieme al successo del lancio di Chang'e 6, potrebbero gettare un'ombra sulle aspirazioni spaziali statunitensi.
Non c'è solo competizione nello spazio. La China National Space Administration ha concesso l'uso del satellite per le comunicazioni lunari Queqiao anche agli altri Paesi che si avvicineranno all'orbita lunare. Non solo: per quanto riguarda la stazione di ricerca che la Cina sta pianificando di costruire proprio al polo sud lunare, è prevista già la collaborazione dell'agenzia spaziale russa.
Lo stesso volo di Chang'e 6 porta con sé più bandiere: a bordo sono state caricate strumentazioni che arrivano da tutto il mondo, compresa l'Italia. Oltre ad attrezzatura francese, svedese e pakistana, la sonda cinese è equipaggiata con materiale italiano: si chiama Instrument for landing-Roving laser Retroreflector Investigations, è un retroriflettore laser prodotto dall'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) che aiuterà Chang'e 6 a misurare la distanza dalla Luna.