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La Cina ha scoperto un enorme deposito d’acqua sulla Luna

Dall’analisi dei campioni riportati sulla Terra dalla missione Chang’e-5 gli scienziati cinesi hanno identificato un enorme deposito d’acqua sulla Luna.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Goddard Space Flight Center/NASA
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Scienziati cinesi hanno identificato un probabile, enorme deposito d'acqua sulla Luna. La quantità stimata, infatti, spazia tra 300 miliardi di chilogrammi e 270 trilioni di chilogrammi del composto, racchiuso in minuscole perle di vetro generate dall'impatto di asteroidi. Queste sferule sono presenti praticamente in tutta la regolite lunare, la polvere che ricopre la superficie del satellite della Terra. Diverse missioni spaziali hanno rilevato in passato la presenza di acqua sulla Luna, ma la scoperta della Cina può spiegare il peculiare ciclo dell'acqua che si verifica sulla sua faccia illuminata, con l'elemento disperso nello spazio sotto l'azione della radiazione solare. Si tratta di una scoperta estremamente significativa poiché in futuro il prezioso composto potrà essere estratto dalla regolite e fornire acqua potabile e carburante per razzi e basi lunari, la cui costruzione è considerata propedeutica alla conquista di Marte, il più ambizioso obiettivo dell'esplorazione spaziale.

A scoprire il gigantesco deposito d'acqua sulla superficie della Luna è stato un team di ricerca guidato da scienziati dell'Istituto di Geologia e Geofisica (IGG) dell'Accademia Cinese delle Scienze, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi della Scuola di Scienze della Terra e Ingegneria dell'Università di Nanchino, del Dipartimento di Scienze della Terra e dell'Ambiente dell'Università di Manchester (Regno Unito), dell'Università di Scienza e Tecnologia della Cina e altri istituti. I ricercatori, coordinati dal professor Hu Sen, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato i campioni lunari (circa 1,7 chilogrammi) riportati sulla Terra il 17 dicembre 2020 dalla “missione lampo” Chang'e-5 condotta sull'Oceanus Procellarum, il più grande dei ‘mari' del satellite della Terra. Alcuni sono stati raccolti a circa 1 metro di profondità.

Credit: NASA
Credit: NASA

All'interno di questo materiale gli scienziati cinesi hanno rilevato le minuscole perle di vetro, una componente onnipresente sulla superficie lunare che si genera a causa dell'impatto di meteoroidi e asteroidi. Dalle indagini petrografiche è emerso che le sferule contengono circa lo 0,2 percento di acqua. La presenza di questo composto può spiegare il peculiare ciclo dell'acqua lunare, con il rilascio nello spazio evidenziato dalle sonde. Ma come si forma il prezioso composto all'interno di queste perle da impatto? Secondo la teoria più accreditata, il “responsabile” è il vento solare prodotto dalla stella. Questo flusso di particelle è infatti composto da atomi di idrogeno senza elettroni (protoni); quando interagisce con l'ossigeno presente nella regolite lunare possono dar vita all'acqua strutturale (la formula dell'acqua è H2O). L'elemento resta intrappolato nelle perle di vetro poiché queste ultime agiscono come vere e proprie spugne.

Credit: Prof. HU Sen’s group
Credit: Prof. HU Sen’s group

Come è emerso da diverse missioni, la Luna non è l'ambiente secco e arido che si riteneva un tempo; naturalmente non ha fiumi, laghi e oceani come la Terra, ma l'acqua è presente in concentrazioni significative sotto forma di ghiaccio (ad esempio sul fondo dei crateri mai esposti alla luce) e acqua strutturale nella regolite lunare, con quest'ultima legata al ciclo rilevato dagli scienziati. “Questi risultati indicano che le perle di vetro da impatto sulla superficie della Luna e di altri corpi senz'aria nel sistema solare sono in grado di immagazzinare l'acqua derivata dal vento solare e rilasciarla nello spazio”, ha dichiarato il professor Hu Sen in un comunicato stampa. In futuro, come specificato, questo elemento sarà fondamentale per garantire la presenza prolungata dell'uomo sulle basi lunari, il trampolino di lancio per raggiungere il Pianeta Rosso. Gli Stati Uniti hanno recentemente ipotizzato che la Cina potrebbe rivendicare territori sulla Luna, magari proprio quelli più ricchi di acqua. I dettagli dello studio “A solar wind-derived water reservoir on the Moon hosted by impact glass beads” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Nature Geoscience.

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