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La “balena più rara al mondo” trovata in Nuova Zelanda non è neanche una balena: che animale è

All’inizio di luglio, sull’Isola del Sud (Nuova Zelanda), si è spiaggiato un grande cetaceo che sul web è diventato virale come la “balena più rara del mondo”. In realtà non è affatto una balena, anche se si legge ovunque che si tratterebbe di una “balena dai denti a spatola”. Ecco di che animale si tratta realmente.
A cura di Andrea Centini
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Il cetaceo spiaggiato in Nuova Zelanda. Credit: Department of Conservation (DOC)
Il cetaceo spiaggiato in Nuova Zelanda. Credit: Department of Conservation (DOC)

In questi giorni è diventata virale la notizia dello spiaggiamento della "balena più rara del mondo", che in molti identificano come "balena dai denti a spatola". La carcassa è stata rinvenuta giovedì 4 luglio su una spiaggia del villaggio di pescatori Taieri Mouth sito nella regione di Otago, sull'Isola del Sud (Nuova Zelanda). L'immagine che sta rimbalzando di più su social network e media tradizionali è quella del grande mammifero marino – lungo circa 5 metri – mentre viene sollevato da un escavatore, ancora perfettamente integro. Ciò significa che il maestoso animale si era arenato da poco quando è stato avvistato, forse quando ancora era in vita.

Al di là della tragica dipartita dello sfortunato esemplare, lo spiaggiamento rappresenta un'occasione preziosissima per gli scienziati: non esistono infatti avvistamenti in vita della specie coinvolta, la cui descrizione è legata al ritrovamento di resti di soli sei esemplari, dei quali l'ultimo recuperato in Nuova Zelanda è il più “fresco” e meglio conservato. Proprio per questo è stato portato rapidamente in una cella frigorifera per la futura dissezione, la prima in assoluto sulla specie.

Perché quella spiaggiata in Nuova Zelanda non è la balena più rara al mondo

Ciò che tuttavia è sfuggito a molti, è che non si tratta affatto di una balena, bensì di un esponente degli elusivi zifidi (Ziphiidae), una famiglia di cetacei odontoceti (cioè con i denti) poco conosciuta anche dai biologi marini. Più nello specifico, si tratterebbe di un maschio adulto di mesoplodonte di Travers (Mesoplodon traversii), la specie di zifide più rara del mondo. Solo l'esame del DNA, per i cui risultati potrebbero volerci settimane o addirittura mesi, potrà confermare l'appartenenza del cetaceo a questa specie misteriosa. Ciò che è certo è che non si tratta di una balena.

La confusione fatta su media e social network in Italia è legata al fatto che, nei Paesi di lingua inglese, con il termine whale (balena) vengono identificati tutti i cetacei più grandi di 5/6 metri. Le orche, ad esempio sono “killer whale”, i globicefalipilot whale”, i capodogli, “spermwhale” e via discorrendo. Ma nessuna di queste specie fa parte delle balene; orche e globicefali sono ad esempio delfinidi. In inglese il mesoplodonte di Travers viene chiamato spade-toothed whale, che è stato talvolta tradotto in italiano “balena dai denti a spatola”. Da qui gli annunci fuorvianti sulla "balena più rara del mondo" spiaggiata in Nuova Zelanda. Le balene, nel nostro idioma, sono i cetacei misticeti, quelli con i fanoni, lunghi pettini di cheratina che scorrono ai lati della bocca per filtrare le prede di cui si nutrono, come krill e piccoli pesci. Le balene usano la lingua come un pistone dopo aver ingerito grandi quantità di acqua e la filtrano attraverso i fanoni, dove le prede restano intrappolate.

Gli zifidi, come detto, sono odontoceti, ma non hanno i classici denti in fila come un delfino o un capodoglio; li hanno solo i maschi e soltanto due, che sporgono in avanti dalla mandibola anche a bocca chiusa. Il genere del cetaceo spiaggiato in Nuova Zelanda è stato evidentemente determinato così. Come indicato, tuttavia, avremo la conferma della specie solo fra diverso tempo. Questo perché esistono diverse specie di zifidi (sono una ventina in tutto) e alcune si somigliano molto. Si ritiene che il mesoplodonte di Travers sia così raro perché probabilmente vive soltanto nelle acque dell'Oceano Pacifico meridionale, con una popolazione non quantificabile ma verosimilmente molto piccola.

Le dimensioni di un mesoplodonte di Travers adulto. Credit: Wikipedia
Le dimensioni di un mesoplodonte di Travers adulto. Credit: Wikipedia

I primi resti di un mesoplodonte di Tavers mai trovati, nel 1872, furono inizialmente confusi con quelli di un mesoplodonte di Layard, mentre un altro reperto trovato nella metà del secolo scorso fu attribuito al mesoplodonte di Nishiwaki. Solo nel 2010 i ricercatori hanno potuto mettere le mani sulle carcasse di due esemplari (una mamma con un cucciolo) quasi integri, anch'essi spiaggiatisi in Nuova Zelanda e anch'essi confusi inizialmente con un'altra specie, il mesoplonde di Gray. Solo attraverso le analisi del DNA i ricercatori sono riusciti a determinare che tutti questi reperti appartengono a una specie diversa e unica, Mesoplodon traversii.

Cosa sono i Mesoplodonti di Travers

“I mesoplodonti di Travers sono una delle specie di grandi mammiferi meno conosciute dei tempi moderni. Dal 1800, solo 6 campioni sono stati documentati in tutto il mondo e tutti tranne uno provenivano dalla Nuova Zelanda. Da un punto di vista scientifico e di conservazione, questo è enorme”, ha dichiarato in un comunicato stampa il dottor Gabe Davies, responsabile delle operazioni del Dipartimento per la Conservazione (DOC) Coastal Otago, intervenuto per la rimozione della carcassa assieme ad altri esperti e la ditta edile incaricata. Poiché si tratta del primo esemplare così ben conservato mai rinvenuto, la sua dissezione è considerata particolarmente importante dai biologi marini, per questo verrà eseguita coinvolgendo i massimi esperti internazionali di zifidi.

Nonostante non siano mai stati visti esemplari vivi, queste magnifiche creature del mare sono considerate sacre dal popolo Maori. Non a caso, nel processo decisionale sui “lavori” da eseguire sulla carcassa del mesoplodonte di Travers sarà coinvolta anche l'organizzazione Te Rūnanga ō Ōtākou. “È importante garantire che venga dimostrato il dovuto rispetto per questo taoka attraverso il percorso condiviso di apprendimento, applicando il mātauraka Māori mentre scopriamo di più su questa specie rara”, ha dichiarato la presidente del presidente del Te Rūnanga ō Ōtakou Nadia Wesley-Smith.

Nel frattempo i campioni genetici dell'animale sono stati inviati all'Università di Auckland per tutte le analisi del caso. Ricordiamo che delle circa venti specie di zifidi che vivono in natura solo una è regolarmente presente nel Mar Mediterraneo, lo zifio (Ziphius cavirostris), che recentemente abbiamo avuto la fortuna di incontrare e fotografare al largo di Genova nel Santuario dei Cetacei “Pelagos”. Sono animali molto difficili da studiare soprattutto a causa della peculiare biologia, fatta di lunghissime immersioni – anche di ore – negli abissi e poco tempo trascorso in superficie.

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