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Italia quarta nell’UE per morti da smog, obiettivo “inquinamento zero” entro il 2050: il report

La Commissione Europea ha presentato il report “Zero Pollution” con i dati sull’inquinamento nei Paesi UE. C’è ancora tanto da fare per ridurre morti e danni agli ecosistemi.
A cura di Andrea Centini
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L'obiettivo principale del Green Deal europeo è il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050, un traguardo virtuoso che si basa su diverse iniziative politiche, come tasselli di un unico, grande puzzle. Tra le più importanti figura il piano d'azione che punta a raggiungere l'inquinamento zero (Zero Pollution) dell'aria, dell'acqua e del suolo, adottato a maggio dello scorso anno e legato a target specifici in ciascuna delle aree di interesse da centrare entro il 2030. L'8 dicembre gli esperti del Joint Research Centre (JRC) della Commissione Europea e dell'Agenzia europea dell'ambiente (EEA) hanno pubblicato il primo rapporto “Zero Pollution Monitoring and Outlook”, che mostra nel dettaglio a che punto siamo e dove i Paesi europei devono impegnarsi di più. In linea generale i dati sono incoraggianti, con diversi significativi progressi, tuttavia c'è ancora moltissimo da fare. Nel report si evidenzia che si registra una riduzione dell'inquinamento causato da pesticidi, antimicrobici e rifiuti marini, mentre pochi passi avanti sono stati fatti contro l'inquinamento acustico, da nutrienti e plastica.

Il primo obiettivo del programma è ridurre le morti premature causate dall'inquinamento atmosferico del 55 percento entro il 2030. Siamo sulla buona strada poiché dal 2005 il numero di decessi nella UE è già sceso del 45 percento, ma è fondamentale continuare a migliorare la qualità dell'aria se vogliamo neutralizzare gli effetti negativi dello smog entro il 2050. Come affermato dal Commissario per l'ambiente, gli oceani e la pesca dell'UE Virginijus Sinkevicius, infatti, l'obiettivo è far scendere l'inquinamento a tal punto da non poter più nuocere né alla salute umana né agli ecosistemi. Da qui il nome "Zero Pollution" dell'ambizioso progetto.

L'Italia è purtroppo uno dei Paesi peggiori dell'UE per quel che concerne i decessi da inquinamento atmosferico, dove il solo particolato sottile (PM 2.5 e PM 10) uccide circa 24mila persone all'anno. In base a un recente documento dell'Agenzia europea dell'ambiente (EEA) nel 2020 lo smog ha ucciso 238mila persone in tutta l'Unione Europea. Il nostro Paese è il quarto per decessi attribuibili allo smog, responsabile del 13,2 percento delle morti totali. Secondo il report peggio di noi fanno solo Cipro (al primo posto col 16,9 percento di morti), Malta (14 percento) e Polonia (13,3 percento). La tendenza generale nella riduzione dell'inquinamento atmosferico nella UE è comunque positiva e se si continuerà su questa strada si raggiungerà il traguardo previsto dal piano entro la fine del decennio. Si potrebbe persino arrivare a un virtuoso – 66 percento, in base alle stime del JRC.

Per quanto concerne la riduzione dell'inquinamento acustico, legato fondamentalmente al trasporto stradale, ferroviario e aereo, l'obiettivo è abbattere del 30 percento la quota di persone cronicamente disturbate dal rumore dei trasporti, responsabile di patologie anche molto gravi (il sonno alterato, ad esempio, può portare a conseguenze cardiovascolari e altre problematiche). Il rapporto Zero Pollution tuttavia indica che potremo puntare al massimo (nello scenario più ottimistico) a una riduzione del 19 percento, a causa dell'incremento del traffico aereo e ferroviario previsto per i prossimi anni. Quasi 20 milioni di persone nella UE sofforno il disturbo del rumore eccessivo.

Anche la riduzione degli ecosistemi esposti all'inquinamento atmosferico che ne minaccia la biodiversità non basterà a raggiungere il target prestabilito per il 2030. L'obiettivo è ridurli del 25 percento rispetto al 2005, ma riusciremo a proteggerne al massimo il 20 percento. Siamo nel cuore della sesta estinzione di massa causata dall'uomo – in 500 anni abbiamo fatto sparire 260mila specie – e la tutela della biodiversità è una delle sfide più importanti che dobbiamo affrontare, anche alla luce della crisi climatica in corso. Per quanto concerne la riduzione di pesticidi, sostanze nutrienti e altri composti che danneggiano l'ambiente, in particolar modo gli ecosistemi marini, l'obiettivo di Zero Pollution è abbattere le concentrazioni del 50 percento entro il 2030. Alcuni target sono a portata, come quelli legati ai pesticidi (sono stati ridotti del 14 percento rispetto al 2015 – 2017 e quelli più pericolosi sono diminuiti del 26 percento), mentre per le sostanze nutrienti possiamo ambire a un – 32 percento per l'azoto e a – 17 percento per il fosforo. La Commissione UE specifica che per raggiungere gli obiettivi è fondamentale migliorare le politiche agricole e ridurre le emissioni di azoto. Anche gli antimicrobici veterinari sono stati ridotti del 18 percento (dal 2018) e siamo sulla buona strada per arrivare al traguardo del – 50 percento entro 7 anni.

Il quinto obiettivo del programma Zero Pollution riguarda l'inquinamento da plastica – considerato una vera e propria emergenza globale -, che deve essere ridotto del 50 percento per quel che concerne la "spazzatura" che finisce in mare e del 30 percento per le microparticelle rilasciate nell'ambiente. Da questo punto di vista siamo molto indietro sulla tabella di marcia. Grazie al divieto totale della plastica monouso entro il 2030, infatti, riusciremo ad arrivare a una riduzione del 14 percento dei rifiuti di plastica nell'8 percento del Mar Mediterraneo e nel 44 percento di tutte le spiagge. La plastica rappresenta un gravissimo pericolo soprattutto per la biodiversità, ma le microplastiche finiscono anche sulle nostre tavole attraverso la catena alimentare, con rischi per la salute ancora tutti da determinare. La produzione totali di rifiuti è diminuita lentamente tra il 2010 e il 2018, mentre nel 2020 c'è stato un vero e proprio crollo a causa della pandemia di COVID-19.

Il rapporto Zero Pollution mostra che per azzerare l'impatto dell'inquinamento sugli ecosistemi e sulla salute umana entro il 2050 c'è ancora moltissimo da fare, ma la UE si sta muovendo nella giusta direzione sotto diversi punti di vista. “Oggi presentiamo prove convincenti sui risultati di un'azione ambiziosa per ridurre l'inquinamento. Le relazioni dimostrano che l'ambizione dell'UE in materia di inquinamento zero è realistica e possibile, ma solo se acceleriamo l'adozione di proposte legislative legate all'inquinamento e acceleriamo l'attuazione delle vigenti leggi dell'UE sull'inquinamento. Spero inoltre che le relazioni odierne contribuiscano a convincere i nostri partner globali a concordare obiettivi altrettanto ambiziosi nel contesto dei prossimi negoziati COP15 sulla biodiversità”, ha dichiarato in un comunicato stampa il commissario Sinkevicius. “Il primo rapporto di monitoraggio dell'inquinamento zero dell'EEA mostra che l'Europa sta compiendo progressi nella riduzione e nella prevenzione dell'inquinamento in aree chiave, come l'aria, le acque di balneazione e l'acqua potabile, e utilizza pesticidi meno pericolosi. Tuttavia, per realizzare la nostra visione del 2050, abbiamo bisogno di progressi nella riduzione dei nutrienti in eccesso nell'ambiente e dell'impatto sulla salute del rumore e delle sostanze chimiche e nell'identificazione anticipata dei problemi emergenti”, gli ha fatto eco il direttore esecutivo dell'Agenzia europea dell'ambiente Hans Bruyninckx.

Secondo il primo rapporto “Zero Pollution Monitoring and Outlook”, nonostante vi sia la possibilità di centrare i target più ambiziosi, l'impronta dei consumi nei Paesi della UE ed extra UE sta comunque aumentando in modo significativo e continuerà a farlo fino al 2030, con un impatto al di sopra della sostenibilità ambientale per il nostro pianeta. Anche qualora si riuscissero a implementare tutte le iniziative politiche del piano d'azione. Il 14 dicembre si terrà la conferenza Zero Pollution Stakeholder Conference durante la quale verranno discussi i vari rapporti legati agli obiettivi del progetto “inquinamento zero”.

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