Italia devastata da 300 eventi meteo estremi nel 2022, ma continuiamo a ignorare la crisi climatica
Il 2022, l'anno più caldo di sempre in Italia, o più precisamente da quando viene tenuta traccia della “febbre” del pianeta, è stato un vero e proprio annus horribilis per quel che concerne l'impatto dei cambiamenti climatici, con un incremento significativo di molti fenomeni meteorologici e idrogeologici estremi. Secondo un rapporto presentato il 30 dicembre da Legambiente, infatti, nell'anno che sta per concludersi c'è stato un aumento del 55 percento rispetto al 2021 dei suddetti fenomeni, alcuni dei quali hanno provocato immense tragedie. Sono in tutto 29 le persone che hanno perso la vita a causa di questi drammatici eventi, che abbracciano alluvioni, trombe d'aria, siccità, frane, mareggiate e altri fenomeni catalizzati – per intensità e frequenza – dalle emissioni di CO2 (anidride carbonica) e altri gas a effetto serra, derivate dalle attività umane.
Secondo il rapporto “Osservatorio Città Clima” di Legambiente, l'Italia settentrionale è stata la più colpita in assoluto da eventi meteo-idrogeologici estremi. Per quanto concerne le singole regioni, sono risultate maggiormente investite la Lombardia, il Lazio e la Sicilia, mentre tra le province lo è stata l'area metropolitana di Roma. Nel complesso si sono verificati oltre 300 di questi eventi. I più drammatici in assoluto sono stati tre: il distacco di una parte del ghiacciaio della Marmolada verificatosi il 3 luglio, che ha investito e ucciso 11 persone; l'alluvione che ha colpito le Marche tra il 15 e il 16 settembre, uccidendo 13 persone; e la recente frana alluvionale sull'isola campana di Ischia, che il 26 novembre ha strappato la vita a 12 persone. Tutti questi eventi sono stati innescati da fenomeni legati al cambiamento climatico, come piogge record e temperature estreme. Basti pensare che ad Ischia, nella notte del disastro, sono caduti poco meno di 130 millimetri di pioggia in meno di 6 ore, mentre a Senigallia il fiume Misa è passato da 21 centimetri di altezza (ore 22:00) agli oltre 5,30 metri delle 23:45. Il ghiacciaio della Marmolada a causa delle temperature in costante aumento in soli 10 anni ha perso il 30 percento della massa, mentre la copertura del ghiaccio è diminuita di quasi un quarto. Non c'è da stupirsi che secondo gli esperti il ghiacciaio della “Regina delle Dolomiti” sia destinato a sparire nel giro di due / tre decenni.
E questi sono stati solo gli eventi con più morti in assoluto. Legambiente ha sottolineato che nel 2022, in Italia, sono stati registrati 104 casi di allagamenti e alluvioni scatenati da piogge intense; 81 casi di danni scatenati da trombe d’aria e raffiche di vento (che hanno devastato in particolar modo il lungomare del Parco Nazionale del Circeo); una trentina di casi di danni provocati da grandinate e siccità prolungata e 18 da mareggiate. Sono state registrate anche 13 esondazioni di fiumi, 11 frane, 8 casi di temperature estreme e in 4 casi è stato coinvolto il patrimonio storico. Per quanto concerne le temperature, già a maggio a Firenze sono stati superati i 36° C, mentre a giugno a Guidonia Montecelio, in provincia di Roma, stati superati i 41° C. Le temperature più alte rilevate nelle grandi città del Sud, dove ad agosto la colonnina di mercurio è arrivata a sfiorare i 45° C.
Gli eventi estremi che hanno avuto l'incremento maggiore sono stati i danni da siccità, passati dai 6 del 2021 ai 28 dell'anno che sta per finire, con un aumento del 367 percento. Tutti ricordiamo le immagini della scorsa estate (ma non solo) del Po in secca, dal quale sono emerse carcasse di mezzi della Seconda Guerra Mondiale e i resti di animali preistorici. Secondo i calcoli degli esperti, nei primi mesi del 2022 nell'Italia centro-settentrionale c'è stata una riduzione delle piogge del 44 percento, con una perdita di 35 miliardi di metri cubi di acqua rispetto alla media del periodo. Nel Lazio il lago di Bracciano è sceso di quasi 1 metro e mezzo.
Tra gli altri danni si segnala un incremento significativo per quelli da grandinata (+ 107 percento), da tornado e raffiche di vento (+ 76 percento) e da alluvioni (+ 19 percento). In un Paese martoriato dal dissesto idrogeologico come il nostro simili eventi possono scatenare vero e proprie catastrofi, come accaduto nelle Marche e a Ischia. Per questa ragione Legambiente sottolinea l'importanza di agire immediatamente e drasticamente contro la crisi climatica, il cui impatto è sempre più catastrofico. E siamo appena all'inizio delle "sofferenze indicibili" cui andremo incontro, se continueremo a non fare nulla e non proveremo a contenere l'aumento delle temperature di 1,5° C rispetto all'epoca preindustriale. Per Legambiente sono necessarie “politiche climatiche più ambiziose e interventi concreti” che non sono più rimandabili.
Fra le richieste all'attuale governo vi sono risorse adeguate per il Piano di adattamento climatico; l'aggiornamento del PNIEC, il Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima; nuove semplificazioni per le rinnovabili; linee guida aggiornate per le Sovrintendenze; e potenziamento degli uffici regionali che rilasciano le autorizzazioni. “Nella lotta alla crisi climatica il nostro Paese è ancora in grave ritardo, rincorre le emergenze senza una strategia di prevenzione, che farebbe risparmiare il 75% delle risorse spese per riparare i danni. Al Governo Meloni, al posto di nuovi investimenti sul gas, chiediamo cinque azioni urgenti da mettere al centro dell’agenda dei primi mesi del 2023 ad una veloce approvazione del Piano nazionale di adattamento climatico”, ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente. I dati dell'organizzazione giungono a sole 3 settimane da quelli della Carovana dei Ghiacciai, che hanno evidenziato lo stato di salute drammatico dei ghiacciai alpini.