Integratore salva la vita a tutti i pazienti con una grave malattia cardiaca coinvolti in uno studio
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Un integratore naturale non solo ha migliorato nettamente la sopravvivenza a lungo termine in pazienti affetti da una malattia cardiaca potenzialmente mortale, ma ha anche permesso il recupero dall'insufficienza cardiaca innescata dalla patologia. Ciò significa che questo composto, chiamato tricaprin, potrebbe rappresentare una preziosa alternativa al trapianto di cuore in determinati pazienti cardiopatici. È quanto emerso da un nuovo studio che ha valutato l'impatto del tricaprin in persone affette da cardiomiovasculopatia da deposito di trigliceridi (TGCV), “una cardiopatia emergente e non trasmissibile”.
In questa condizione, spiegano gli esperti, i trigliceridi a catena lunga – un tipo di grasso – non vengono scissi a causa di un processo di lipolisi intracellulare difettoso; ciò determina un accumulo di trigliceridi nelle cellule muscolari lisce delle arterie e del cuore (i cardiomiociti). Questo processo innesca a sua volta una serie di gravi danni cellulari e al cuore, con conseguenze potenzialmente fatali. Tra gli effetti vi sono infatti indebolimento dei muscoli cardiaci, malattia coronarica diffusa, occlusione delle arterie, la sopracitata insufficienza cardiaca e fibrillazioni ventricolari. La mortalità è alta e spesso è richiesto un trapianto di cuore per sopravvivere, un intervento complesso e con molti rischi.
I ricercatori si sono concentrati sul tricaprin (o tridecanoina) perché già in precedenti studi avevano dimostrato che questo integratore, estratto dalla pianta arborea Umbellularia californica originaria del Nord America, offriva dei benefici ai pazienti con TGCV. La ragione risiede nel fatto che si tratta di un trigliceride dell'acido caprico che è in grado di “correggere” il difetto della lipolisi dei trigliceridi a catena lunga; in altri termini, aiuta a scomporli impedendo che si accumulino nelle cellule muscolari lisce dei vasi e nel cuore, di fatto prevenendo le conseguenze peggiori della malattia cardiovascolare. Nel nuovo studio si è deciso di valutare gli effetti a lungo termine dell'integratore, mettendo a confronto pazienti trattati o non trattati con esso.
A condurre l'indagine è stato un team di ricerca giapponese guidato da scienziati del Dipartimento di Scienze dei Trigliceridi – Facoltà di Medicina dell'Università di Osaka, che hanno collaborato con i colleghi di vari istituti. Fra quelli coinvolti il Dipartimento di innovazione medica dell'Ospedale universitario di Osaka, il Dipartimento di Endocrinologia e Diabete Mellito dell'Ospedale Chikushi dell'Università di Fukuoka, il Dipartimento di Cardiologia dell'Ospedale della Città di Itami e diversi altri. I ricercatori, coordinati dal professor Ken-ichi Hirano, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver messo a confronto gli esiti clinici di 22 pazienti con insufficienza cardiaca da TGCV che avevano assunto tricaprin con altri 190 nella stessa condizione, ma che non avevano assunto l'integratore.
Dall'analisi dei risultati sono emersi benefici sostanziali nel primo gruppo trattato. Basti sapere che i tassi di sopravvivenza a 3 e 5 anni sono stati del 100 percento nel gruppo di intervento trattato col tricaprin, mentre nel gruppo di controllo sono stati rispettivamente del 78,6 e 68,1 percento. In altri termini, a cinque anni dall'avvio della sperimentazione i pazienti trattati con l'integratore erano tutti vivi, mentre aveva perso la vita più del 40 percento di quelli non trattati. “Non solo gli effetti positivi sui sintomi dei pazienti sono continuati, ma la funzione del muscolo cardiaco è migliorata e anche i cambiamenti strutturali che si erano sviluppati sono stati invertiti”, ha dichiarato in un comunicato stampa il professor Ken-ichi Hirano. L'effetto positivo è stato evidenziato anche tra coloro che erano in emodialisi.
I pazienti coinvolti nello studio erano tutti giapponesi, ma poiché “le goccioline lipidiche miocardiche sono una caratteristica comune nello scompenso cardiaco e il loro potenziale come bersagli terapeutici è stato discusso in tutto il mondo”, i ricercatori sono fiduciosi che il tricaprin possa essere efficace anche in altre etnie. Per questo sottolineano l'importanza di condurre indagini con un campione molto più ampio e variegato di pazienti, al fine di confermarne l'efficacia dell'integratore naturale. I dettagli della ricerca “Long-term survival and durable recovery of heart failure in patients with triglyceride deposit cardiomyovasculopathy treated with tricaprin” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Nature Cardiovascular Research.