Influenza suina o influenza stagionale, come riconoscere le infezioni da H1N1 e perché sono diverse
Influenza suina o influenza stagionale? Le notizie che arrivano dal Veneto dove, negli ultimi giorni si sono registrati due morti all’ospedale San Bortolo di Vicenza per le conseguenze di un’infezione da virus influenzali, hanno spinto certi giornali a definire impropriamente la malattia “influenza suina”, portando alcune persone a ritenere che la causa di decessi fosse legata alla malattia provocata da un virus diverso da quello dell’influenza stagionale.
“Chiamarlo virus da ‘influenza suina’ è un retaggio mediatico che fa pensare a un virus non stagionale” ha prontamente fatto sapere la Regione Veneto, precisando che in Italia “non esiste, al momento, alcun nuovo caso di ‘influenza suina’” ma che si tratta di “contagi da virus dell’influenza stagionale”, quest’anno caratterizzati prevalentemente dalla circolazione del virus H1N1 pdm09 (Pandemic disease Mexico 2009), il ceppo dell’influenza umana che circola in modo diffuso in tutte le stagioni influenzali dal 2009 e che quest’anno ha già costretto a letto quasi 7 milioni italiani.
Cos'è il virus dell’influenza H1N1
L’influenza è la malattia respiratoria causata da virus influenzali che causano infezioni negli uccelli e in alcuni mammiferi, inclusi i suini e gli umani. Sono tutti virus a RNA della famiglia Orthomixoviridae e sono classificati per tipo (A, B, C e D, recentemente scoperto) in base alle nucleoproteine e alle proteine della matrice, e in sottotipi (H1N1, H1N2, H3N2…), in base a due proteine sulla superficie dell’involucro virale (H = emoagglutinina; N = neuraminidasi). Ciascun sottotipo comprende un’ampia varietà ceppi che causano malattie diverse in una o più specie.
Con H1N1 si intende un sottotipo di virus dell’influenza tipo A che ha una proteina emoagglutinina (H) di tipo 1 e una proteina neuraminidasi (N) di tipo 1. Il sottotipo H1N1, a sua volta, comprende più ceppi, incluso pdm09 (Pandemic disease Mexico 2009), il virus dell’influenza stagionale dominante in questa stagione, chiamato così in base all’anno e al luogo dove inizialmente rilevato.
In altri casi, la denominazione dei ceppi virali si basa sul tipo di ospite tipico (ad esempio influenza umana, influenza suina, influenza aviaria, influenza canina…), oppure anche in base alla loro mortalità (ad esempio, la sigla LP indica una bassa patogenicità).
Che differenza c’è tra virus dell’influenza suina e virus dell’influenza umana
I virus dell’influenza suina e quelli dell’influenza umana sono patogeni diversi. I virus dell’influenza che normalmente circolano nei maiali generalmente non infettano gli umani (la trasmissione intraspecie è considerata rara), sebbene si siano verificate sporadiche infezioni tra persone con esposizione diretta ai maiali. In questo caso, i virus vengono chiamati “virus varianti” e possono essere indicati aggiungendo la lettera “v” alla fine della designazione del sottotipo di virus (virus H1N1v, dove “v” sta appunto per variante che causa infezioni umane).
I virus dell’influenza umana e, in particolare, il virus influenzale di tipo A/(H1N1) pdm09, è invece un ceppo dell’influenza stagionale che, da quando è isolato per la prima volta in Messico (Stati Uniti) nell’aprile 2009, è responsabile in modo diffuso delle epidemie influenzali del nostro secolo. Nello specifico, si tratta di un virus riassortente quadruplo, costituito da due virus di origine suina, un virus di origine aviaria e un virus di origine umana che, da quando emerso, si è diffuso rapidamente in tutto il mondo, infettando principalmente bambini, giovani adulti e soggetti con malattie polmonari e cardiache, sebbene la maggior parte dei casi sia di lieve gravità.
Tuttavia, come gli altri virus dell’influenza umana, la circolazione del virus influenzale H1N1 pdm09 determina un aumento dei ricoveri e della mortalità nel periodo di diffusione sebbene, allo stato attuale, il recente report dell’Organizzazione Mondiale della Sanità confermi che “la mortalità per influenza è sovrapponibile a quella precedente al periodo della pandemia Covid”.
Quali sono i sintomi dell’infezione da virus influenzale di tipo A/(H1N1) pdm09
I sintomi dell’influenza da virus A/(H1N1) pdm09 sono molto simili a quelli della classica influenza stagionale, in quanto si tratta di infezioni dovute a virus che colpiscono principalmente le vie respiratorie e che, soprattutto nelle prime fasi della malattia, causano i segni clinici tipici, come febbre, tosse e naso che cola. I più comuni sintomi di infezione da virus influenzale di tipo A/(H1N1) pdm09:
- febbre
- sintomi respiratori come tosse o naso che cola
- mal di gola
- dolori fisici (in particolare, dolori muscolari)
- mal di testa
- brividi
- affaticamento
In alcuni casi, potrebbero però verificarsi complicazioni gravi, come polmoniti, anche in soggetti giovani e sani, che possono richiedere il ricovero in ospedale e, talvolta, il ricorso alla terapia intensiva.
Trasmissione, incubazione e vaccino contro l’influenza stagionale
L’influenza stagionale si trasmette da persona a persona per via respiratoria, tramite le goccioline (droplet) che un soggetto infetto emette quando di parla, si tossisce o starnutisce. Indirettamente, può essere trasmessa quando le goccioline o altre secrezioni nasali o della gola, si depositano sulle mani o su altre superfici che vengono a contatto con la bocca o il naso di altre persone. Il periodo di incubazione varia da 1 a 7 giorni e il virus può essere trasmesso per un periodo di circa 5-7 giorni dalla comparsa dei sintomi.
Per il virus influenzale di tipo A/(H1N1) pdm09 è disponibile il vaccino (il ceppo fa parte della composizione raccomandata dall’OMS per i vaccini contro il virus dell’influenza da utilizzare nella stagione influenzale dell’emisfero settentrionale 2023-2024). La vaccinazione antinfluenzale è raccomandata come richiamo annuale per le persone di età pari o superiore ai 60 anni, gli ospiti delle strutture per lungodegenti, donne in gravidanza e allattamento, e operatori sanitari, e comunque consigliata anche per chi non rientra nelle categorie indicate dal ministero. “Rimane importante l’uso di mascherine e strumenti di protezione individuale in caso di contagio, e negli episodi più gravi, un eventuale terapia tempestiva con antivirali soprattutto, nei soggetti con condizioni di rischio, ma solo dopo attenta valutazione medica” evidenziano gli specialisti.