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Influenza aviaria, secondo caso umano negli Usa: “Contagiato da mucche da latte, mostra sintomi lievi”

L’infezione da virus dell’influenza aviaria è stata identificata in Michigan, in un lavoratore di un’azienda lattiero casearia che ha ripotato sintomi oculari: a meno di due mesi dal primo caso in un uomo in Texas, cresce la preoccupazione per l’epidemia nelle mucche da latte.
A cura di Valeria Aiello
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I CDC segnalano il secondo caso umano di influenza aviaria negli Stati Uniti: in foto, a sinistra: particelle del virus dell'influenza aviaria H5N1, in arancione / Credit: NIAD
I CDC segnalano il secondo caso umano di influenza aviaria negli Stati Uniti: in foto, a sinistra: particelle del virus dell'influenza aviaria H5N1, in arancione / Credit: NIAD

Un secondo caso di infezione umana da virus dell’influenza aviaria è stato identificato negli Stati Uniti, in un lavoratore di un’azienda lattiero casearia del Michigan: lo riferiscono i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) che, a meno di due mesi dal primo caso in un uomo in Texas, hanno segnalato la nuova infezione associata all’epidemia di influenza aviaria nelle mucche da latte.

Alti livelli di virus A (H5N1) sono stati riscontrati nel latte non pastorizzato di mucche infette da H5N1ha precisato l’organismo di controllo statunitense – . Sebbene non sia esattamente noto come sia avvenuta l’infezione, potrebbe essere dovuta alla contaminazione degli occhi, potenzialmente attraverso uno spruzzo di fluidi contaminati o dal contatto degli occhi con qualcosa di contaminato dal virus A (H5N1), come una mano”.

Influenza aviaria, sintomi "lievi" nel secondo caso di infezione

Come nel caso del Texas, la persona che ha contratto l’infezione in Michigan ha riportato sintomi oculari lievi, riconducibili a quelli di una congiuntivite – principalmente rossore agli occhi, bruciore e aumento della lacrimazione – e, secondo quanto riportato dal Michigan Health and Human Services, l’uomo si è ripreso. L’analisi dei due tamponi prelevati, uno nasale e l’altro oculare, ha dato esito positivo solo a livello oculare, confermano l’infezione agli occhi. Nessun caso di trasmissione da uomo a uomo è stato segnalato né c’è stato “alcun segno di attività influenzale sospetta” nelle persone venute contatto con il lavoratore.

Sulla base delle informazioni disponibili, questa nuova infezione non cambia l’attuale valutazione del rischio per la salute umana” hanno aggiunto i CDC, che continuano a considerare “basso” il pericolo di infezione nella popolazione americana.

Tuttavia, questo sviluppo sottolinea l’importanza delle precauzioni raccomandate nelle persone esposte ad animali infetti o potenzialmente infetti. Le persone con esposizioni ravvicinate o prolungate e non protette a uccelli o altri animali infetti (incluso il bestiame) o ad ambienti contaminati da uccelli o altri animali infetti corrono un rischio maggiore di infezione”.

Epidemia di influenza aviaria nelle mucche da latte negli Usa: quali sono i rischi per l’uomo

L’epidemia di influenza aviaria, che continua ad essere letale per milioni di volatili nel mondo, sta causando un preoccupante aumento di infezioni nelle mucche da latte negli Usa, dove l’infezione è attualmente segnalata in 52 allevamenti in nove dei 50 Stati. Il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti ha affermato di aver identificato una diffusione tra mucche all’interno della stessa mandria e tra caseifici, associata ai movimenti di bestiame.

Una volta curate, le mucche malate possono riprendersi “con una mortalità associata minima o nulla” ha evidenziato il Dipartimento in una nota di fine aprile, aggiungendo che “è importante ricordare che finora non abbiamo trovato modifiche al virus che lo renderebbero più trasmissibile agli esseri umani e tra le persone”.

Ad oggi non ci sono infatti prove di trasmissione del virus da uomo a uomo, ma le autorità temono che – come tutti i virus influenzali – se il virus H5N1 dovesse diffondersi ampiamente, potrebbe evolvere e mutare, acquisendo mutazioni adattative che possono permettergli di infettare più efficacemente anche gli umani e quindi trasmettersi da persona a persona.

Al momento, le analisi del campione prelevato dall’uomo che ha contratto l’infezione in Michigan è stato esaminato parzialmente, permettendo “la designazione della neuraminidasi (N) del virus dell'influenza” in attesa del sequenziamento presso i CDC. “Sono in corso tentativi di sequenziamento del virus nel campione clinico e, in caso di esito positivo, saranno resi disponibili entro 1-2 giorni – hanno indicato i CDC – . Ulteriori analisi genetiche cercheranno eventuali modifiche al virus, che potrebbero modificare la valutazione del rischio da parte dell’agenzia”.

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