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Influenza australiana, quali sono i sintomi e cos’è la nebbia mentale: le risposte di Pregliasco

L’influenza australiana è una delle varianti dei virus influenzali che circolano in questa stagione. Al momento però non è ancora detto che sia la variante dominante: bisogna aspettare le prossime rilevazioni. In alcuni casi, estremi, questa influenza può provocare anche sintomi neurologici.
Intervista a Fabrizio Pregliasco
Direttore sanitario dell'IRCCS Ospedale Galeazzi e professore di Igiene all’Università degli Studi di Milano
A cura di Valerio Berra
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Scorrendo i titoli dei giornali sembra che l’influenza australiana sia la variante dominate di questa stagione. Lo diciamo subito. Non è proprio così. Al netto del nome esotico e dell’attenzione dovuta a una serie di casi che ora vedremo, quella che chiamiamo influenza australiana non è detto che sia il ceppo dominante in questa stagione. Per capirlo dovremo vedere i dati della sorveglianza virologica RespiVirNet: arriveranno l’11 novembre.

Per capire meglio cosa sta succedendo attorno a questa forma di influenza abbiamo chiesto a Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell'IRCCS Ospedale Galeazzi e professore di Igiene all’Università degli Studi di Milano. L’attenzione su questo tema è arrivata dopo alcuni casi in Italia in cui sono stati rivelati anche sintomi di carattere neurologico come encefaliti o stati confusionali.

Perché nascono i sintomi neurologici legati a H3N2

Pregliasco spiega che i sintomi influenzali che coinvolgono direttamente il cervello non sono frequenti. Anzi: “Con i virus influenzali della famiglia degli H3N2 si possono trovare manifestazioni più intense eni pazienti. Il coinvolgimento a livello encefalico ci può essere ma è molto raro”. I sintomi neurologici legati all’influenza australiana sono dovuti ad almeno tre meccanismi.

Spiega sempre Pregliasco: “I sintomi a livello encefalico sono legati alla combinazione di tre meccanismi. Abbiamo un’azione diretta dei virus sulle cellule. Abbiamo una tempesta citochimica, per semplificare possiamo dire che si tratta di una risposta del nostro organismo al virus. E abbiamo poi anche dei fattori autoimmuni che entrano in gioco”.

Perché parliamo di influenza australiana

L’influenza australiana è una variante della famiglia H3N2 che è stata isolata in Australia. Come spiega Pregliasco però parlare di influenza australiana non è sempre corretto: “È un po’ un errore. Non è che tutte le persone che adesso si ammalano stanno prendendo l’influenza australiana. Sono in giro diversi virus influenzali. E non solo. L’influenza normalmente prevede tre tipologie di sintomi: inizio brusco con febbre a 38°, almeno un sintomo respiratorio e almeno un sintomo generale, come i dolori muscolari”.

Quali vaccini bisogna fare per l’influenza australiana

In ogni caso, sul fronte vaccini le notizie sono più che buone. Il ceppo che stiamo chiamando influenza australiana è stato isolato tempo fa e quindi è disponibile nella vaccino per influenza. Per sapere come prenotarlo e quando farlo c’è una sezione dedicata sul portale del Ministero della Salute.

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