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Infarti, ictus e vaccino Covid, cosa dicono i dati sugli eventi cardiovascolari dopo la vaccinazione

Meno infarti e ictus ma tassi leggermente più alti di miocarditi dopo i vaccini a mRNA (Pfizer e Moderna) e di trombosi con trombocitopenia dopo il vaccino ad adenovirus di Astrazeneca: i risultati del maxi-studio sulla sicurezza delle diverse dosi di vaccini contro il Covid pubblicati su Nature Communications.
A cura di Valeria Aiello
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Un nuovo maxi-studio, che ha coinvolto oltre 46 milioni di persone, ha fatto finalmente luce sulla sicurezza cardiovascolare dei vaccini contro il Covid e, in particolare, su quella delle tre formulazioni (Pfizer, Moderna e Astrazeneca) più ampiamente utilizzate nelle campagne di vaccinazione a livello globale.

Fin dall’inizio della loro somministrazione, effetti collaterali ed eventi avversi di alcuni vaccini, soprattutto quello di Astrazeneca recentemente ritirato, hanno acceso le polemiche sul reale rapporto tra rischi e benefici, portando molte persone a schierarsi anche contro i vaccini a mRNA di Pfizer e Modena. A distanza di quasi tre anni dall’approvazione delle prime dosi, i dati appena pubblicati sulla rivista Nature Communications hanno chiarito qual è la frequenza dei principali eventi avversi cardiovascolari, come infarti, ictus, ma anche miocarditi, pericarditi e trombosi con trombocitopenia, a seconda delle diverse dosi di vaccino.

I dati sugli eventi cardiovascolari dopo i vaccini Covid

Minore incidenza di eventi cardiovascolari come infarti e ictus, ma tassi leggermente più alti di miocarditi e pericarditi dopo i vaccini a mRNA (Pfizer e Moderna) e di trombosi con trombocitopenia dopo il vaccino ad adenovirus di Astrazeneca: sono questi in sintesi i dati sulla frequenza degli eventi cardiovascolari che si sono verificati in seguito alla vaccinazione anti-Covid, a seconda delle diverse dosi somministrate.

Per l’analisi, portata avanti dalle Università di Cambridge, Bristol ed Edimburgo e resa possibile dal Data Science Centre della British Heart Foundation (BHF) presso Health Data Research UK, sono state valutate le cartelle cliniche anonime di 46 milioni di adulti in Inghilterra, tra l’8 dicembre 2020 e il 23 gennaio 2022: nello specifico, gli scienziati hanno confrontato l’incidenza di malattie cardiovascolari dopo la vaccinazione con l’incidenza prima o senza vaccinazione, durante i primi due anni della campagna vaccinale.

Rischio più basso di infarti e ictus con il vaccino

Lo studio ha mostrato che il rischio di trombosi arteriose, come infarti e ictus, è diminuito dopo ogni dose vaccinazione anti-Covid, indicando un’incidenza fino al 10% più bassa nelle 13-24 settimane successive alla prima dose. Dopo la seconda dose, l’incidenza è stata fino al 27% più bassa dopo la somministrazione di AstraZeneca e fino al 20% più bassa dopo il vaccino Pfizer. Anche l’incidenza di comuni eventi trombotici venosi, principalmente embolia polmonare e trombosi venosa profonda degli arti inferiori, ha seguito un andamento simile, come precisato dagli autori dello studio, i cui risultati supportando ulteriormente “l’ampio corpus di prove” sull’efficacia delle campagne anti-Covid.

La vaccinazione ha dimostrato di fornire protezione contro il Covid-19 grave e di aver salvato milioni di vite in tutto il mondo” ha affermato la prima co-autrice dello studio, la dott.ssa Samantha Ip, ricercatrice associata presso l’Università di Cambridge. L’analisi ha inoltre confermato che l’incidenza di malattie cardiovascolari è più alta nelle persone che hanno avuto il Covid, soprattutto nei casi gravi, il che potrebbe spiegare perché l'incidenza di infarti e ictus è più bassa nelle persone vaccinate rispetto alle persone non vaccinate.

Tassi leggermente più alti di miocarditi, pericarditi e trombosi con trombocitopenia

La vaccinazione contro il Covid è tuttavia risultata associata a tassi leggermente più elevati di miocarditi e pericarditi dopo la somministrazione delle formulazioni a mRNA (Pfizer e Moderna) e di trombosi con trombocitopenia dopo il vaccino ad adenovirus di Astrazeneca.

Queste rare complicazioni cardiovascolari  – le stime indicano 1,6-2,5 casi su 100mila vaccinazioni con Astrazeneca per trombosi venosa cerebrale e 2,4-4,9 casi su 100.000 vaccinazioni per trombocitopenia – erano emerse anche in ricerche precedenti e, come noto, erano state aggiunte nel foglietto illustrativo tra i possibili effetti collaterali della vaccinazione.

È importante che lo studio non abbia identificato nuove condizioni cardiovascolari avverse associate alla vaccinazione – hanno aggiunto gli autori della ricerca – . Ciò offre ulteriori rassicurazioni sul fatto che i benefici della vaccinazione superano i rischi, determinando una minore incidenza di eventi cardiovascolari come infarti e ictus, a fronte di rarissime complicazioni cardiovascolari”.

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