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In Turchia esplodono le proteste contro la “legge del massacro” per eliminare i cani randagi: cosa prevede

Centinaia di attivisti stanno protestando contro la legge approvata a luglio per eliminare il problema degli oltre quattro milioni di cani randagi in Turchia. Il timore è che le nuove disposizioni, proposte dal partito del presidente Erdogan, portino all’abbattimento di moltissimi animali.
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"Togliete le mani dai nostri cani". A urlarlo negli scorsi giorni sono stati in centinaia nelle strade e nelle piazze della Turchia per protestare contro la legge approvata a luglio 2024 dal parlamento turco per risolvere il problema dei cani randagi.

Gli oppositori, animalisti e non, l'hanno già rinominata "la legge del massacro" per le dure modalità con cui prevede di eliminare dalle strade turche i circa quattro milioni di cani randagi (secondo le stime del governo). Un'emergenza che negli ultimi anni ha causato incidenti, feriti e a volte – in modo indiretto – anche vittime, ma che secondo gli attivisti non può essere risolto mettendo a rischio la vita degli animali.

Cosa prevede la legge del massacro

Il disegno della "legge del massacro" porta la firma del partito dell'attuale presidente Tayyip Erdogan, l'AKP, ed è passato in parlamento con 275 voti a favore e 224 contrari. Ha suscitato fin da subito forti critiche, presto evolute in proteste sociali, perché invece di prevedere maggiori aiuti ai rifugi del Paese – già in forti difficoltà – rende nei fatti l'abbattimento degli animali più facile, obbligando rifugi e comuni a eliminare tutti gli animali che rappresentino un rischio per le persone, perché malati o aggressivi. Mentre tutti gli altri cani dovranno essere catturati, sterilizzati e rinchiusi nei canali. Nonostante la mancanza di spazi e risorse che affligge le attuali strutture. I sindaci che non si rifiuteranno di eseguire la legge rischiano dure sanzioni, tra cui – spiega il Guardian – anche il carcere, fino a un massimo di due anni.

Non c'è ancora una soluzione al problema del randagismo

Fatto sta che in questi mesi, da quando è diventata realtà, la legge per risolvere l'emergenza dei cani randagi è diventata materia di scontro politico in Turchia. I sostenitori della legge – tra cui lo stesso Erdogan, che l'ha rivendicata con orgoglio – da parte loro sostengono che nessun altro paese sviluppato al mondo ha un problema simile e come questo sia una fonte di pericolo per le persone.

D'altra parte, fin da subito, la legge è stata duramente criticata, come dimostrano le proteste e manifestazioni spontanee che hanno riempito le principali città turche all'indomani dell'approvazione. Una delle paure principali è infatti che le strutture preposte, senza aiuti e finanziamenti, non avranno le risorse per occuparsi di tutti i cani randagi presenti nel Paese, con il rischio che in molti saranno posti nelle condizioni di doverli abbattere. "Almeno se vengono rilasciati hanno la possibilità di una buona vita nel quartiere", ha detto al Guardian un manifestante, da anni volontario nei canili, spiegando la sua opposizione alla legge.

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