In Nuova Zelanda c’è una grande “anomalia magnetica” e forse abbiamo capito perché
Nelle profondità del lago Rotorua, un bacino vulcanico nel Nord della Nuova Zelanda, c’è una grande “anomalia magnetica negativa” che provoca una riduzione locale del campo magnetico terrestre. Rilevata nell’ambito della mappatura del fondale del lago, l’anomalia si trova nella regione meridionale del bacino e, spiegano gli scienziati dell’Istituto di Scienze Geologiche e Nucleari (GNS Science) della Nuova Zelanda che hanno condotto l’indagine, coincide con un’irregolarità nel flusso di calore (probabilmente acqua calda, che sale dal basso verso il fondo del lago) individuata nella stessa area. In questa stessa regione, sono inoltre presenti alcuni crateri che, probabilmente, sono delle cavità di eruzione idrotermale.
Eppure, evidenziano i ricercatori, quando si misura il magnetismo di rocce vulcaniche, di solito si registrano anomalie molto positive. Nel caso invece del lago Rotorua, l’anomalia osservata è negativa, lasciando intendere che nelle profondità lacustri ci sia qualcosa in grado di variare di diverse centinaia di nanotesla (nT) il segnale magnetico terrestre. Per comprendere l’origine del fenomeno, gli scienziati del GNS Sciences hanno quindi eseguito una mappatura completa di gravità, flusso magnetico e flusso di calore del fondale del lago, trovando la possibile spiegazione dell’anomalia.
La causa dell’anomalia magnetica negativa nel lago Rotorua (Nuova Zelanda)
La mappatura del lago Rotorua ha fornito dettagli senza precedenti sul fondale di questo bacino, rivelando l’esistenza di crateri di eruzione, un antico fiume e, come detto, una grande anomalia magnetica nella regione meridionale del lago. E mostrando, per la prima volta, che i sistemi idrotermali della terraferma si estendono nelle profondità nascoste del lago, dove danno luogo a una complessa interazione tra le parti terrestri e lacustri dello stesso sistema geotermico.
In altre parole, il lago Rotorua, che si trova all’interno dell’antico e massiccio cratere di un vulcano dormiente, ha un fondale molto più strutturato di quanto finora ritenuto. “Vedere la sua mappatura è stato come indossare degli occhiali da vista per la prima volta, quando non ci si rendeva ancora conto di averne bisogno – ha spiegato l’autore principale dell’indagine, il geologo Cornel de Ronde del GNS Science – . Finalmente, mettendo quegli occhiali, puoi vedere le scritte più piccole”.
In particolare, nell’area dove i ricercatori hanno rilevato l’anomalia magnetica, insiste anche una leggera irregolarità nel flusso di calore, probabilmente dovuta a fluidi idrotermali che salgono fino al fondo del lago. Nel tempo, passando attraverso la rocce vulcaniche che, normalmente contengono magnetite (un minerale altamente magnetico e si allinea al campo magnetico terrestre), il calore di questi fluidi potrebbe aver trasformato la magnetite in un minerale chiamato pirite, o oro degli sciocchi, che praticamente non ha quasi alcun segnale magnetico. La sua presenza diminuirebbe significativamente il segnale magnetico, spiegando l’anomalia negativa.
“Nella mappa (dell’intensità magnetica totale, ndr), ciò è mostrato con il colore indaco, che ricopre i crateri delle eruzioni idrotermali che si riferiscono a un’intensità magnetica molto bassa o assente – hanno precisato gli studiosi – . Combinati, sia i dati sull’intensità magnetica sia quelli sul flusso di calore conduttivo forniscono una buona prova del fatto che l’area è un sistema idrotermale attivo e che lo è da qualche tempo”.
Nonostante tutta questa attività, la temperatura dell’acqua vicino al fondo del lago è solitamente intorno ai 14 °C. Questo perché il lago è così grande che c’è abbastanza acqua fresca per contrastare il calore che sale dal basso, facendo oscillare la temperatura di appena 1 °C in un mese. “Nessuno, nuotando nel lago, se ne accorgerebbe, ma la strumentazione sì” ha concluso de Ronde.