In Kenya le persone coltivano la propria carta igienica: da pratica antica a soluzione naturale e sostenibile

In alcune comunità del Kenya si sta riscoprendo una pratica tradizionale che consente di rispondere concretamente a un’esigenza quotidiana sempre più costosa: l’acquisto della carta igienica, i cui prezzi sono aumentati sensibilmente a causa dell’importante rincaro delle materie prime, inclusa la polpa di legno, che in Africa incide per oltre il 75% sul costo finale.
In questo contesto, in alcune contee del Kenya orientale, come a Meru, le persone hanno ripreso la coltivazione della Plectranthus barbatus, una pianta semi-succulenta le cui foglie vengono utilizzate come carta igienica. Benjamin Mutembei, un abitante della zona, la coltiva da già decenni, come insegnatoli dal nonno. “Ho iniziato a coltivarla dal 1985 e da allora la uso al posto della carta igienica – ha raccontato l’uomo alla BBC – . È morbida ed ha un buon profumo”.
Come spiegato Mutembei, le foglie della P. barbatus sono grandi quando un foglietto di carta igienica e odorano di menta e limone, risultando perfette allo scopo: ricoperte da una sottile “barbetta”, che dà il nome alla specie, sono delicate sulla pelle e facilmente accessibili. “Compro i rotoli di carta igienica solo dopo che ho usato tutte le foglie della pianta” ha aggiunto Mutembei.
La P. barbatus prospera alle calde temperature tropicali in condizioni di mezz’ombra ed è ampiamente coltivata in tutta l’Africa, dove talvolta è impiegata per delimitare i confini delle proprietà. Le piante sono particolarmente frondose e crescono come arbusti che raggiungono i 2 metri di altezza nel giro di 1 o 2 mesi, a partire da una singola talea.
Secondo Martin Odhiambo, un erborista del Museo nazionale del Kenya specializzato in piante tradizionali, la coltivazione della P. barbatus potrebbe essere una risposta anche all’impatto ambientale dovuto alla produzione della carta igienica. “Plectranthus barbatus è la carta igienica africana – ha affermato l’erborista – . Molti giovani oggigiorno non conoscono questa pianta, ma ha il potenziale per essere un’alternativa ecologica alla produzione della carta igienica”.