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In Italia la sanità pubblica è ancora una questione regionale: da Reggio Calabria si sposta un paziente su quattro

Un nuovo rapporto Istat fa il punto sull’offerta ospedaliera e i tassi di mortalità per cause sanitarie evitabili nelle dieci città metropolitane. I dati più allarmanti interessano quasi sempre il Sud, dove è maggiore il fenomeno della mobilità ospedaliera. Da Reggio Calabria si sposta un paziente su quattro.
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La Costituzione italiana tutela la salute come "fondamentale diritto dell'individuo", eppure, ancora nel 2024, in Italia ci sono luoghi in cui questo diritto vale più che altrove. Senza girarci troppo intorno, parliamo ancora una volta del gap nella sanità pubblica tra Nord e Sud: solo nel 2021 dalla città metropolitana di Reggio Calabria quasi un paziente su quatto è costretto a spostarsi per curare. A Genova a fare la stessa scelta è solo una persona su dieci.

A fare il punto sullo stato dei servizi sanitari offerti dalle città metropolitane in Italia è un nuovo report dell'Istat, che ha analizzato l'offerta ospedaliera e i dati relativi ai ricoveri e ai tassi di mortalità per diverse malattie nei trienni 2007-2009 e 2017-2019, confrontati con gli anni 2020 e 2021 per fare il punto sugli effetti della pandemia.

I dati sulla mortalità evitabile

Per evitabili si intendono i decessi nella fascia di età tra 0 e 74 anni determinati da cause sanitarie che avrebbero potuto essere ridotte o eliminate con l'accesso all'assistenza sanitaria o con un lavoro di prevenzione attraverso il miglioramento degli stili di vita e dei fattori ambientali. Nel 2021, complici anche gli effetti del Covid-19 (di cui è da poco arrivata in Italia la nuova variante KP.2), i decessi evitabili sono aumentati del 16,6% rispetto al triennio 2017-2019, per un totale di 20 decessi evitabili ogni 10.000 abitanti.

Anche su questo fronte le differenze tra Nord e Sud sono piuttosto evidenti. I tassi di mortalità evitabile nelle città metropolitane del Sud e Isole sono infatti più elevati rispetto a quelli registrati al Nord (anche se con qualche eccezione, tra cui Cagliari). I dati peggiori riguardano la città metropolitana di Napoli, dove i decessi evitabili per il 2021 sono stati maggiori di quasi un terzo rispetto alla media nazionale: 27,1 ogni 10.000. Seguono Messina e Palermo, con circa 23 morti evitabili ogni 10.000 abitanti.

Le differenze tra Nord e Sud sulla mortalità evitabile

Nello specifico, il report Istat ha analizzato l'evoluzione del tasso di mortalità per tre macrocategorie di malattie nella fascia di età 0-74 anni: tumori, malattie del sistema circolatorio e patologie del sistema respiratorio.

Nel 2021, in Italia i decessi per tumore sono stati complessivamente 71.000, 1.000 in meno rispetto al 2020, con una media quindi di 11,7 morti ogni 10.000 abitanti. I tassi maggiori sono stati registrati a Napoli e Catania, con circa 15 decessi ogni 10.000 abitanti. Catania inoltre è l'unica città in cui la mortalità per tumore è aumentata invece che diminuire rispetto all'anno pretendete.

Anche per le altre patologie i dati peggiori riguardano quasi sempre (sebbene con alcune eccezioni) le città metropolitane del Sud. Per le malattie circolatorie le città con i tassi di mortalità maggiori sono Messina e Napoli, con circa otto decessi su 10.000 abitanti, rispetto a una media nazionale di 5,2 ogni 10.000. Fanno eccezione Bari e Cagliari, che si collocano sotto la media nazionale (quattro decessi ogni 10.000 abitanti).

Gli effetti del Covid-19 sui decessi per malattie respiratorie

Per quanto riguarda le malattie respiratorie serve fare un discorso a parte: il Covid-19 ha infatti avuto un ruolo determinante a livello nazionale: in generale – spiega Istat – negli ultimi anni i decessi causati da malattie respiratorie sono aumentati su tutto il territorio nazionale, passando da 1,1 (2007-2009) a 1,2 decessi (2017-2019) ogni 10.ooo abitanti.

Dopo una parentesi nel 2020, quando il Covid-19 ha fatto impennare il tasso di mortalità del 16,7%, il tasso di mortalità per malattie respiratorie è tornato nei livelli prepandemia, con una media nazionale di 1,1 decessi ogni 10.000 abitanti. In ogni caso, anche su questo fronte, sono ancora la città metropolitana di Napoli e il suo capoluogo a registrare i tassi maggiori di mortalità: 1,9 e 2,3 ogni 10.000 abitanti, rispetto alla media nazionale di 1,1 decessi ogni 10.000 abitanti.

Quali sono le città con più posti letto disponibili

Un altro parametro osservato dall'Istat come misura dell'offerta ospedaliera è il numero di posti letto disponibili. In tutto il Paese ci sono 230.992 posti letto, ovvero 3,9 per 1.000 abitanti, distribuite tra le 1.051 strutture complessivamente presenti sull'intero territorio nazionale, tra privato e pubblico. Tuttavia, non c'è una distribuzione uniforme in tutto il Paese.

La città metropolitana di Roma offre il maggior numero in assoluto di posti letto. Se in media le città metropolitane concentrano il 35% dei posti letto offerti da tutta la regione, a Roma la percentuale sale all'82%. Mentre anche per altre città, sia al Nord che al Sud, i dati sono buoni, ad esempio Napoli offere circa la metà di tutti i posti letto disponibili nella Campania (quindi sopra la media nazionale), non si può dire lo stesso di città come Messina e Venezia, dove si contano rispettivamente 16 e 18 posti letto ogni 100 abitanti.

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