In Islanda la lava brucia le case: ora si teme per un gregge di pecore rimasto intrappolato
L’ultimo aggiornamento dell’Icelandic Met Office parla di un primo rallentamento delle colate laviche che stanno sgorgando dalla fessure aperte nel terreno. Secondo le webcam puntate sull’area attorno a Grindavik, nella regione Sud Ovest del Paese, la lava sta iniziando a rallentare. Quello che rimane si sta dirigendo verso le barriere artificiali: “La maggior parte del flusso lavico è ora diretto a sud-ovest lungo le barriere protettive e la sua traiettoria sembra essersi stabilizzata”.
L’eruzione iniziata il 14 gennaio però non è ancora conclusa. I dati dei sistemi GPS mostrano ancora dei movimenti e l’Icelandic Met Office non esclude che possa succedere ancora altro: “Nei prossimi giorni possono emergere nuove fessure”. Al momento non si può ancora determinare con certezza la fine di questa eruzione: “È difficile stimare quanto durerà questa eruzione. L’attività sismica è diminuita e le misurazioni GPS indicano che la deformazione del suolo nell’area si è ridotta. Tuttavia, si rilevano ancora spostamenti vicino alla parte più meridionale del condotto magmatico sotto Grindavík”.
Le immagini della lava nelle strade di Grindavik
La lava che ha cominciato a sgorgare dalla fessura più a Sud ha invaso la cittadina di Gridavik. Qui vivevano circa 4.000 persone, tutte evacuate senza troppi problemi. L’eruzione era annunciata e la marcia della lava è molto lenta. In una serie di immagini riprese dal drone si vede che la lava circondare e incendiare le case ai confini Grindavik.
Una volta finita l’eruzione bisognerà rimuovere tutti i residui lasciati dalla colata lavica sulle strade, sempre che Grindavik venga ritenuta di nuovo abitabile dal governo islandese. Il ministro della Giustizia Gudrun Hafsteinsdottir ha spiegato che ci vorrà parecchio tempo per considerare la città di nuovo sicura: “La situazione è cambiata completamente ieri e la gente non andrà a Grindavik per i prossimi mesi”.
Il caso del gregge di pecore
Negli scorsi giorni alcune associazioni animaliste avevano lanciato l’allarme per un gregge di pecore che sarebbe rimasto a Grindavik. Þorvaldur H. Þórðarson, capo veterinario della Icelandic Food and Veterinary Authority (MAST) ha spiegato al giornale locale Iceland Monitor che ci sono decine di pecore bloccate nella cittadina circondata dalla fiamme: “Ci sembra che si tratti di un numero compreso tra 220 e 240 pecore”. Non solo. Dopo l’evacuazione nella città sarebbero rimasti anche alcuni animali domestici.