In Giappone il monte Fuji è ancora senza neve: crisi climatica da record per il simbolo del Sol Levante
La crisi del clima non risparmia il monte Fuji, la vetta più alta del Giappone che, quando mancano solo pochi giorni a novembre, è ancora senza neve: solitamente, la vetta del vulcano simbolo del Sol Levante, evocata in innumerevoli opere d’arte e ripresa anche sul retro della banconota da 1.000 yen, appare imbiancata già all’inizio di ottobre ma quest’anno la neve sta tardando ad arrivare come non mai.
Prima d’ora, da quando sono iniziate le rilevazioni, quasi 130 anni fa, la prima nevicata dell’anno aveva tardato al massimo fino al 26 ottobre, nel 1955 e nel 2016, considerati finora due anni record. La prima nevicata del 2024, quando si verificherà, farà quindi segnare il nuovo primato di nevicata più tardiva dal 1898. Secondo l'agenzia meteorologica giapponese, sul monte Fuji le calotte nevose iniziano a formarsi in media il 2 ottobre: l’anno scorso, la prima nevicata dell’anno si era invece verificata il 5 ottobre.
La crisi del clima colpisce il Giappone
Quest’anno, il Giappone ha registrato la sua estate più calda, con una temperatura media da giugno ad agosto che è stata di 1,76 °C superiore alla norma, superando il precedente record di 1,08 gradi registrato nel 2010. Secondo l’analisi del gruppo di ricerca no-profit Climate Central, in Giappone il clima è rimasto insolitamente caldo fino all’autunno, con almeno 74 città che hanno registrato temperature pari o superiori a 30 °C (86 gradi Fahrenheit) nella prima settimana di ottobre.
Gli esperti ritengono che questo periodo più caldo stia avendo ripercussioni sulla neve, facendo scattare l’allarme per gli effetti della crisi climatica su uno dei luoghi più amati del Paese. “A causa del fatto che le alte temperature in Giappone sono continuate fin dall'estate e poiché ha piovuto, non c'è stata nevicata” ha detto alla CNN Shinichi Yanagi, un meteorologo dell’ufficio di Kofu.
L’estremo caldo estivo del Giappone non è stato un evento locale: quest’estate ha battuto i record di calore europei e globali per il secondo anno consecutivo e, al momento, il 2024 saldamente sulla buona strada per essere l’anno più caldo di sempre. Un recente studio ha inoltre evidenziato che la crisi climatica ha ridotto il manto nevoso nella maggior parte delle regioni dell’emisfero settentrionale negli ultimi 40 anni. In quest’ottica, le nevicate tardive sul Monte Fuji sono un preoccupante segnale di quanto sta accadendo e di come il riscaldamento globale ha ripercussioni anche sulla neve, sul turismo invernale, sulle economie locali, sulle riserve di cibo e acqua e persino sulle allergie.