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In Giappone è allerta per l’infezione batterica “mangia-carne”: quali sono i sintomi e i rischi per l’Italia

Aumento delle infezioni in Giappone da Streptococco pyogenes, noto anche come batterio “carnivoro”, le cui tossine provocano una sindrome chiamata shock tossico streptococcica (STSS): la condizione si manifesta con sintomi come febbre alta, pressione bassa, eruzioni cutanee e insufficienza multiorgano. La rapida progressione della malattia richiede trattamento tempestivo per scongiurare esiti fatali.
A cura di Valeria Aiello
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Quattro batteri Streptococcus pyogenes di gruppo A (in giallo), le cui tossine sono responsabili della sindrome da shock tossico streptococcica (STSS), un'infezione batterica grave che può progredire rapidamente verso complicazioni ed esito fatale / Photo Credit: NIAID
Quattro batteri Streptococcus pyogenes di gruppo A (in giallo), le cui tossine sono responsabili della sindrome da shock tossico streptococcica (STSS), un'infezione batterica grave che può progredire rapidamente verso complicazioni ed esito fatale / Photo Credit: NIAID

Continua l’allerta in Giappone per l’aumento dei casi di infezione batterica da Streptococco pyogenes, un microrganismo conosciuto anche come batterio “carnivoro” o “mangia-carne” per le spaventose lesioni che può comportare a livello dei tessuti. Le tossine prodotte dal batterio provocano una grave condizione chiamata sindrome da shock tossico streptococcica (STSS), che si manifesta con sintomi come febbre alta, abbassamento della pressione e disfunzioni multiorgano, che possono progredire rapidamente verso complicazioni ed esito fatale.

Le autorità sanitarie del Giappone hanno segnalato che al 2 giugno sono stati registrati 977 casi di shock tossico da streptococco nel Paese e che 77 persone sono morte a causa dell’infezione tra gennaio e marzo. L’epidemia ha già superato i livelli dello scorso anno – quando i casi erano stati 941, il numero più alto da quanto il Giappone monitora questo tipo di infezioni – e causato, secondo i più recenti dati dell’Istituto nazionale giapponese per le malattie infettive, quasi il triplo dei casi di sindrome da shock tossico dell’intero 2023 – 340 casi, di cui 97 fatali.

Sindrome da shock tossico streptococcica, cos’è l’infezione batterica che sta colpendo il Giappone

La sindrome da shock tossico streptococcica (STSS, dall’inglese streptococcal toxic shock syndrome) è un’infezione batterica rara ma grave, caratterizzata da una progressione rapida e che richiede trattamento tempestivo per scongiurare esiti fatali. Gli agenti patogeni della STSS includono gli streptococchi emolitici di gruppo A (GAS, Streptococcus pyogenes), nonché gli streptococchi emolitici di gruppo B, C e G.

In Giappone, le infezioni causate da questi patogeni sono in aumento, così come lo sono i casi di shock tossico da streptococco: nell’ultimo decennio, il 2023 era stato il secondo anno con più segnalazioni di SSTS dopo il 2019, quando erano stati registrati 415 casi di STSS, ma il livello raggiunto dall’inizio del 2024 sta preoccupando gli esperti, per i rischi associati alla rapida diffusione. Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), dal 2022 le infezioni hanno fatto segnare un aumento anche in Francia, Irlanda, Paesi Bassi, Svezia, Regno Unito e Irlanda del Nord, e recentemente pure i CDC americani hanno cominciato a monitorare il livello di infezioni.

La sindrome da shock tossico causata da S. pyogenes solitamente si verifica in persone che presentano infezioni della cute o dei tessuti sottocutanei: S. pyogenes si trasmette attraverso il contatto con superfici contaminate o con ferite infette, oppure per via respiratoria, attraverso l’inalazione di droplet respiratori emessi da una persona infetta.

Le infezioni possono riguardare varie aree del corpo, tra cui gola, orecchio, seni paranasali, polmoni, pelle e tessuto sottocutaneo, e provocare diverse malattie, inclusa la scarlattina: la sindrome da shock tossico si verifica a causa delle tossine prodotte dal batterio, quando l’infezione si diffonde nei tessuti profondi e nel sangue.

Quali sono i sintomi dello shock tossico da streptococco

I primi sintomi da shock tossico da streptococco hanno esordio improvviso e spesso includono febbre alta, brividi, dolori muscolari, eruzioni cutanee, nausea e vomito. Dopo la comparsa di questi sintomi generalmente trascorrono dalle 24 alle 48 ore prima che si manifesti un abbassamento della pressione: quando ciò accade, la sindrome da shock tossico progredisce rapidamente e diventa una condizione molto più seria. I segni del peggioramento della condizione comprendono:

  • ipotensione (bassa pressione sanguigna)
  • insufficienza d’organo (frequente l’insufficienza renale, che si manifesta con una ridotta produzione d’urina, ma può verificarsi anche l’insufficienza epatica, con tendenza al sanguinamento e alla formazione di lividi, e la comparsa di ittero, che rende gialli la pelle e il bianco degli occhi.
  • Tachicardia (frequenza cardiaca più veloce del normale)
  • Tachipnea (respirazione rapida)

Entro 48 ore, la sindrome da shock tossico può progredire fino a sincope, necrosi, shock, coagulazione disseminata, insufficienza multiorgano e morte. Le infezioni da streptococco A possono anche causare fascite necrotizzante, un’infezione nota anche come “malattia carnivora” a carico del tessuto connettivo dei muscoli, che può portare a necrosi e alla perdita degli arti, diventando rapidamente un’emergenza pericolosa per la vita.

Complicanze e cura delle infezioni da steptococco A

Se non trattate rapidamente, le infezioni da streptococco A e, in particolare, la sindrome da shock tossico streptococcica, possono portare a complicanze gravi e in molti casi fatali. I pazienti in cui si sospetta la condizione, vengono infatti immediatamente ricoverati e sottoposti a cure intensive, attraverso la tempestiva somministrazione di antibiotici prima ancora dei risultati delle colture batteriche. Contro le tossine, si procede invece alla somministrazione di immunoglobuline per via endovenosa.

Se sono presenti ferite infette, si ricorre a interventi chirurgici per la pulizia e la rimozione del tessuto infetto: se invece si verificano necrosi, può essere necessaria l’asportazione di grandi quantità di cute, tessuto o muscolo e, nei casi che interessano interi arti, si ricorre all’amputazione. Nonostante i trattamenti, il decesso può tuttavia verificarsi nel 20-60% dei casi.

Le cause dell’aumento dei casi in Giappone e i rischi per l’Italia

La ragione dell’aumento dei casi di shock tossico da streptococco in Giappone non è ancora stata completamente chiarita. Secondo alcuni esperti, l’incremento delle infezioni potrebbe essere dovuto a un indebolimento del sistema immunitario a seguito del Covid. “Possiamo rafforzare l’immunità se siamo costantemente esposti ai batteri, ma questo meccanismo è stato assente durante la pandemia, per le misure di prevenzione adottateha affermato il professor Ken Kikuchi, della Tokyo Women’s Medical University – . Ciò significa che le persone ora sono più suscettibili alle infezioni, e questo potrebbe essere uno dei motivi del forte aumento dei casi”.

In Italia, come recentemente spiegato a Fanpage.it dall’infettivologo Francesco Menichetti dell’Università di Pisa, sono stati riportati alcuni casi, anche se è difficile inquadrare con esattezza la situazione nazionale, dal momento che si tratta di una malattia che non è soggetta a notifica nel nostro Paese.

La situazione in Giappone è una buona occasione per riflettere sull’importanza di monitorare anche questa malattia – ha precisato lo specialista -. Al momento non c’è alcun allarme, ma ciò non toglie che non bisogna sottovalutare i rischi dello  streptococco”.

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