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In futuro gli esseri umani potrebbero perdere il senso dell’olfatto

Lo suggeriscono i risultati di una nuova ricerca che ha identificato due diverse versioni di due specifici recettori olfattivi, supportando una vecchia ipotesi secondo cui l’olfatto umano si starebbe evolvendo per scomparire.
A cura di Valeria Aiello
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Con l’evoluzione, gli esseri umani starebbero gradualmente perdendo il senso dell’olfatto. Lo suggeriscono i risultati di una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Plos Genetics dall’Institute of Nutrition and Health di Shanghai che ha identificato due diverse versioni di due differenti recettori olfattivi, uno in grado di rilevare l’odore di muschio e l’altro quello del sudore ascellare, mostrando che una parte delle persone è portatrice di una variabilità genetica associata a una minore percezione dei questi due odori.

Abbiamo scoperto che le persone con versioni ancestrali dei recettori tendono a percepire gli odori corrispondenti come più intensi” scrivono gli autori della ricerca, osservando che coloro che i portatori di variabilità genetica tendevano ad avvertire “una ridotta intensità dell’odore” a supporto dell’ipotesi secondo cui “il repertorio olfattivo dei primati sia degenerato nel tempo”.

La tesi di una graduale perdita del senso dell’olfatto negli esseri umani non è una novità assoluta: già in passato una teoria non provata sosteneva che gli esseri umani avessero perso parte dell’olfatto quando la vista diventò il senso dominante. A supporto di questa possibilità ci sarebbe una sostanziale differenza nel numero di geni che codificano per i recettori olfattivi negli esseri umani rispetto a quello presente in altri mammiferi che utilizzano principalmente l’olfatto, come i roditori, che hanno circa il doppio dei geni olfattivi dell’uomo.

Tuttavia, le ipotesi secondo cui l’olfatto degli esseri umani starebbe gradualmente svanendo è stata fortemente contestata in questi anni, sulla base di studi scientifici che hanno evidenziamo come, nonostante un più basso numero di geni olfattivi rispetto ad altri animali, l’abilità umana di discernere gli odori sia superiore a quella di altre specie, a seconda dell’odore. “Come altri mammiferi, gli esseri umani possono distinguere tra un numero incredibile di odori e persino percepire le loro tracce all’apertoha scritto nel 2017 il neuroscienziato John McGann della Rutgers University di New Brunswick, nel New Jersey. “Ciò che conta – ha precisato McGann al magazine scientifico The Atlantic – non è il numero di geni che codificano per i recettori dell’olfatto, oppure quanti neuroni hanno gli esseri umani nel proprio bulbo olfattivo, ma come questi lavorano per rilevare gli odori. E i nostri sembrano farlo piuttosto bene”.

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