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In Australia viveva un'”oca gigante” di 2 metri e 230 kg: scoperto il cranio in un lago salato

Un team di ricerca australiano ha scoperto il cranio fossile praticamente intatto di un uccello preistorico enorme, che hanno soprannominato “giga-goose”, oca gigantesca. Raggiungeva infatti i 2 metri di altezza per 230 chilogrammi. La sua estinzione fu molto probabilmente causata dall’uomo.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Jacob C. Blokland
Credit: Jacob C. Blokland

Dopo oltre un secolo di ricerche gli scienziati sono riusciti a mettere le mani su un cranio fossile intatto di Genyornis newtoni, un gigantesco uccello preistorico vissuto fino al Pleistocene in Australia. Il suo becco enorme ricorda quello di un'oca, proprio per questo gli studiosi hanno simpaticamente soprannominato questa specie di dromornitide (famiglia Dromornithidae) “giga-goose”, ovvero oca gigantesca. L'uccello si estinse circa 50.000 anni fa, dopo l'arrivo dell'uomo nella terra dei canguri. Sebbene infatti, secondo gli esperti, i significativi cambiamenti nelle zone umide in cui viveva questa specie – incapace di volare – giocarono un ruolo fondamentale nel declino, fu l'incontro con l'essere umano a decretarne la scomparsa. I nostri antenati fecero incetta di uova e strage di esemplari adulti, fino a sterminarli definitivamente. Una storia analoga a quella di molte altre specie di uccelli e non, come il dodo, la ritina di Steller e il tilacino, la magnifica tigre della Tasmania estinta proprio in Australia.

A descrivere il primo cranio intatto di Genyornis newtoni sono stati i tre scienziati australiani Phoebe L. McInerney, Jacob C. Blokland e Trevor H. Worthy del College di Scienze e Ingegneria presso l'Università Flinders di Adelaide. Gli studiosi avevano recuperato il cranio nel 2019 nel lago Callabonna, un bacino salato ma che nel lontano passato (durante il Cenozoico) si trovava nel cuore di una vasta e lussureggiante zona umida. Qui la presenza dei fossili di uccelli Dromornitidi – conosciuti anche come uccelli del tuono o mihirung – è stata segnalata sin dal 1872, divenendo un interessante sito paleontologico.

Ma le cose con Genyornis newtoni non sono andate molto bene. Nonostante i numerosi reperti recuperati, l'unico cranio integro (fino al reperto qui descritto) era stato individuato nel lontano 1913, ma purtroppo si rovinò irrimediabilmente dopo il prelievo. Uno dei problemi del sito risiede proprio nel sale; una volta estratti dal lago, infatti, i fossili si seccano e il composto li deteriora rapidamente. La tenacia degli studiosi è stata ripagata nella spedizione del 2019, quando sono riusciti a recuperare il primo cranio intatto a oltre 100 anni di distanza dal precedente tentativo. Il fossile è stato prelevato con tutte le cautele del caso e oggi finalmente è stato descritto in uno studio scientifico ad hoc.

La parte più impressionante del cranio di questo uccello risiede proprio nel gigantesco becco, con un'apertura a pappagallo ma dall'aspetto più simile a quello di un'oca. Nonostante la poderosa arma, gli scienziati ritengono che Genyornis newtoni fosse un erbivoro, vorace di grandi frutti che crescevano nella zona umida. Secondo le stime questi uccelli arrivavano a un peso di 230 chilogrammi per un'altezza di 2 metri. Un'oca monumentale, dunque. Fu inoltre l'ultimo Dromornitide in vita ad essere entrato in contatto l'uomo; anche per questo è considerata una specie molto importante dagli studiosi. Nonostante le dimensioni considerevoli, comunque, non si trattava dell'uccello del tuono più grande; Dromornis stirtoni, vissuto prima dell'arrivo dell'uomo, raggiungeva infatti un peso di 500 chilogrammi per un'altezza di 3 metri.

Genyornis newtoni, conosciuto come mihirung di Newton, mihirung paringmal o uccello del tuono di Newton, fu descritto per la prima volta nel 1896 dal dottor Edward Charles Stirling, ma solo oggi, grazie al suo cranio, abbiamo una comprensione maggiore di questa magnifica specie, su come si è evoluta ed è vissuta. Secondo gli esperti è imparentata con gli uccelli urlatori e con l'oca gazza australiana. Del resto è stato soprannominato "oca gigantesca" non solo per la somiglianza del becco, ma anche perché per oca si intende generalmente un uccello con le zampe lunghe e abitudini acquatiche che si è successivamente adattato anche alla vita terrestre. Non c'è una singola specie di oca, ma molte tra gli anatidi, ad esempio nei generi Anser, Branta e Cereopsis.

"Le caratteristiche del cranio che i dromornitidi condividono con anatre e oche sono probabilmente collegate alla prima evoluzione degli uccelli acquatici da un antenato più simile a un pollo. In particolare, la disposizione dei muscoli della mascella e delle strutture ossee sul lato della scatola cranica e della mascella inferiore sono quasi identiche a quelle degli urlatori (Anhimidae) che si trovano oggi in Sud America", hanno affermato gli autori dello studio su The Conversation. I dettagli della nuova ricerca "Skull morphology of the enigmatic Genyornis newtoni Stirling and Zeitz, 1896 (Aves, Dromornithidae), with implications for functional morphology, ecology, and evolution in the context of Galloanserae" sono state pubblicate sulla rivista scientifica specializzata Historical Biology.

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