In arrivo a ottobre due magnifiche comete: l’astrofisico Masi spiega quando e come vederle in Italia
Per appassionati e studiosi di fenomeni astronomici il mese di ottobre si prospetta particolarmente ricco e affascinante; a impreziosire il cielo ci saranno infatti ben due comete speciali che promettono uno spettacolo potenzialmente indimenticabile. Le speranze, lo sottolineiamo, sono decisamente più solide per la prima delle due. Stiamo parlando dell'ormai famosa “cometa del secolo”, C/2023 A3 (Tsuchinshan-ATLAS), che alla fine di settembre ha raggiunto il perielio – la distanza minima dal Sole – e che nei prossimi giorni conquisterà la massima luminosità, diventando ben visibile anche a occhio nudo nel nostro emisfero a ridosso del tramonto. Per quanto concerne la seconda, inizialmente nota come A11bP7I e successivamente classificata in C/2024 S1 (ATLAS), siamo innanzi a un oggetto ancor più imprevedibile che potrebbe essere distrutto dall'avvicinamento al Sole; ma nel caso in cui dovesse sopravvivere, tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre potrebbe regalarci un altro splendido spettacolo. Per comprendere meglio le caratteristiche di queste comete e quali sono i giorni migliori per tentare l'osservazione, Fanpage.it ha intervistato l'astrofisico Gianluca Masi, responsabile scientifico del Virtual Telescope Project e curatore del Planetario di Roma. Ecco cosa ci ha raccontato.
Dottor Masi, partiamo dalla prima delle due comete, C/2023 A3 (Tsuchinshan-ATLAS), che in molti hanno soprannominato “cometa del secolo”. Cos'ha di così speciale?
Sin dalla sua scoperta, che risale a circa un anno e mezzo fa, era febbraio 2023, fu subito chiaro che questo astro chiomato possedeva caratteristiche orbitali che potevano realizzare una combinazione geometrica favorevole capace di esaltarne la luminosità, ovvero regalarci una bellissima visione. È proverbiale però che le comete amino farsi beffa delle previsioni. Ci sono una sequenza di proverbi, alcuni molto celebri, tra cui: “Le comete sono come i gatti, hanno la coda e fanno ciò che vogliono” e “Se non potete fare a meno di scommettere, scommettete sui cavalli e non sulle comete”. La storia è veramente piena di comete che hanno disatteso le previsioni in un senso o in un altro, bisogna essere sinceri. A parte la nota di colore, c'è sempre cautela proprio perché la fisica cometaria è complessa. È difficile prevedere a distanza di tempo quale sarà la performance di una cometa. In questo caso, tuttavia, c'erano proprio delle caratteristiche orbitali che garantivano condizioni geometriche di grande interesse. Ragion per cui dalla scoperta in poi questa cometa è stata osservata continuamente, tranne nei momenti in cui nel cielo si collocava prospetticamente in congiunzione con il Sole, che chiaramente ci impediva di osservarla. Però la cometa è stata sempre in linea con lo sviluppo atteso, anche quando era semplicemente un oggetto telescopico, quindi accessibile solamente a strumenti di un certo calibro.
Quindi siamo davvero pronti per un grande spettacolo astronomico
Bisogna dire che il ritorno in grande stile di questa cometa risale all'incirca a un mese fa, quando qualche giorno prima della metà di settembre proprio dall'Australia sono state ottenute le prime immagini, dopo l'uscita dalla congiunzione con il Sole che ne impediva la visione dalla Terra. Sottolineo che comunque anche durante il periodo di congiunzione, per qualche giorno, è stata seguita attraverso gli occhi delle sonde che monitorano la regione del Sole. Comunque, da prima della metà di settembre è tornata accessibile agli occhi dei terrestri e subito ha dimostrato di essere ottimamente predisposta a mantenere le più rosee previsioni. È stato un costante crescendo. Credo che in tanti abbiano potuto ammirare le immagini, soprattutto australi, perché nel frangente tra la metà di settembre fino al 27 del mese, data del perielio, ovvero la minima distanza della cometa dal Sole, l'astro è stato più facilmente visibile dall'emisfero australe e marginalmente da noi. Comunque, che fosse in piena attività e bellissima è apparso sin dapprincipio. È stato un costante aumento di luminosità e di visibilità, come documentano anche le immagini ottenute fino anche ai primissimi di ottobre, quando la cometa aveva già ripreso prospetticamente a dirigersi verso il Sole.
Sta raggiungendo una condizione in cui il 9 di ottobre si troverà tra noi e la nostra stella, realizzando un allineamento quasi perfetto, appunto tra Sole, cometa e Terra. Anche questa era una previsione fatta illo tempore. È la famosa geometria a cui mi riferivo prima. Si capì da subito che la cometa si sarebbe trovata quasi perfettamente in linea tra noi e il Sole, condizione che genera un fenomeno fisico noto come scattering in avanti (forward scattering in inglese) che di fatto ottimizza la visibilità delle polveri cometarie. Ora, siccome questa cometa si è dimostrata generosa in fatto di polveri, chiaramente l'aspettativa è grande. È c'è da dire che già da qualche giorno la cometa sta mostrando chiaramente il surplus di luminosità che si deve a questo fenomeno, che pian pian sta montando verso il massimo previsto il giorno 9 di ottobre. Quindi tutto sembra confermare che la cometa sia disposta a dare il meglio di sé. Siamo davanti a una cometa che ad oggi, mentre noi parliamo, sta allestendo un fenomeno che è in linea con le migliori previsioni.
È anche sopravvissuta al perielio, tra i momenti più critici per le comete, che rischiano di disgregarsi e perdere sensibilmente la loro luminosità.
C'è stato un lungo ragionamento su questo. Io personalmente non ho mai dubitato del fatto che la cometa sarebbe sopravvissuta al perielio, anche perché avevamo comunque cenni in tutto il tratto precedente di un nucleo che godeva di ottima salute. Premessa la proverbiale imprevedibilità di questi astri, tutto è possibile, però debbo dire che ero in ottima compagnia in quanto a colleghi che a loro volta ritenevano improbabile un evento distruttivo come quello. Perciò noi oggi siamo in febbrile attesa che la cometa si ricollochi in condizioni finalmente favorevoli, soprattutto per noi dell'emisfero boreale, che fino a qualche giorno fa, mentre vedevamo le bellissime immagini che arrivavano dall'altra parte del mondo, avevamo accesso a fatica alla cometa. Che però è stata osservata anche dall'Europa, dagli Stati Uniti.
Alcuni scatti, fra l'altro, sono stati già ottenuti anche dall'Italia, compresi i suoi grazie ai telescopi del Virtual Telescope Project
Confermo. Sono stato il primo a ottenere un'immagine dall'Europa continentale, se non ricordo male il 28 settembre. Però ecco, erano immagini più per documentare. Adesso si apre realmente la fase tanto attesa. La cometa in quanto tale è pronta secondo me a deliziare curiosi e appassionati del cielo, senza ombra di dubbio. Quindi ecco, speriamo bene nel meteo, che è l'unico elemento di incertezza. Abbiamo aspettato un anno e mezzo, sarebbe una beffa, un'ingiustizia colossale. Peraltro dopo aver visto le bellissime immagini dall'emisfero australe.
Il 9 ottobre come detto raggiungerà la massima luminosità, ma la cometa sarà piuttosto bassa sull'orizzonte al crepuscolo. I giorni successivi saranno migliori per tentare l'osservazione, quando sarà più alta nel cielo col giusto bilanciamento tra luminosità e posizione. In quale giorno raccomanda la visione?
Dunque il giorno 9 assisteremo al massimo di luminosità formale da parte della cometa, che tuttavia, come ha ricordato, non corrisponde alla condizione di maggiore facilità di osservazione per noi. Perché la cometa è comunque prospetticamente vicina al Sole, a pochissimi gradi. Fra l'altro la sua coda non dovrebbe essere slanciata come l'abbiamo vista finora, ma più compatta, per ragioni prospettiche. Proprio per via dell'allineamento che in fondo sta dando il suo contributo alla luminosità della cometa. Detto questo, certamente i giorni migliori per poterla osservare sono quelli di poco successivi. Io ritengo che proprio un giorno imperdibile dovrebbe essere il 12 di ottobre, quando la cometa si troverà a poco più di 70 milioni di chilometri dalla Terra, ovvero la minima distanza tra noi e l'astro chiomato. Quindi il 12 di ottobre è una data immancabile perché per allora la cometa si sarà smarcata dal bagliore solare. Sì, avrà perso un po' di splendore, però a compensare c'è il fatto che si sarà mossa verso un cielo un po' più buio. Tutto questo si vedrà a occidente, al calar del Sole, in pieno crepuscolo. Da questo punto di vista è una cometa che ci ha complicato la vita. Però ecco, io direi che dall'11 ottobre in poi con particolare enfasi sul giorno 12, diventerà un appuntamento imperdibile.
Qualche consiglio sull'osservazione?
La raccomandazione che posso fare è che bisogna approfittare di questi giorni che ancora mancano per identificare un luogo che ci garantisca la visione verso Ovest, dove tramonta il Sole, appunto, priva di ostacoli naturali o artificiali, come colline, alberi, palazzi. Perché la cometa sarà molto bassa. Un orizzonte marino rivolto a occidente potrebbe essere perfetto, perché ci garantisce lo zero teorico e l'assenza di qualunque fastidio da inquinamento luminoso. La visione sarà al crepuscolo, ma sempre meglio evitare di aggiungere altre interferenze luminose. Questa è l'unica raccomandazione che mi sento di fare. La cometa dovrebbe essere ben visibile a occhio nudo. Ci sono report di visibilità a occhio nudo già nella fase precedente, in condizioni ancora più sacrificate. Chi dovesse disporre di un binocolo, lo recuperasse per tempo. Perché la visione al binocolo di questa cometa potrebbe essere indimenticabile. Senza ombra di dubbio.
Arriviamo alla seconda cometa, che come ci ha confermato è stata formalmente chiamata C/2024 S1 (ATLAS). Anche per questa, in arrivo alla fine di ottobre, ci sono speranze di poter assistere a un bellissimo spettacolo.
È curioso che mentre giunge a maturazione la lunga attesa riguardo alla prima cometa, Tsuchinshan-ATLAS, proprio il giorno del suo passeggio al perielio sempre un telescopio della survey ATLAS installato alle Hawaii ha contribuito a scoprire questa nuova cometa, le cui caratteristiche orbitali hanno subito rivelato che si tratta di un oggetto del tutto peculiare. Una di quelle comete cosiddette "spericolate" – io le definisco così – radenti al Sole. Si chiamano sungrazing in inglese, fanno parte della famiglia di Kreutz. È un gruppo di comete identificato da questo astronomo che probabilmente deriva dalla frammentazione di un corpo progenitore, che le porta tutte ad avere questa caratteristica comune di avvicinarsi talmente tanto al Sole da "suicidarsi", sostanzialmente. Ci sono rarissime eccezioni.
Queste comete, proprio per la loro natura spericolata, avvicinandosi così tanto al Sole esaltano il fenomeno cometario all'estremo e possono regalarci delle apparizioni memorabili. Una cometa leggendaria parte di questa famiglia è passata nel 1965, la cometa C/1965 S1 Ikeya-Seky, che è stata indicata come una delle comete più spettacolari degli ultimi millenni. E qui la definizione non è frutto diciamo di emotività. È un titolo che è stato concesso in modo ragionato. Basta cercare in rete le immagini di questa cometa, pur gravate dalla tecnologia del tempo – perché nel '65 la fotografia era molto più primitiva che non oggi – per rendersi conto che è stata una cometa straordinaria. Quindi qualunque cometa parte di questo gruppo ha un potenziale notevole. Io ricordo che nel 2011 un'altra cometa simile, la cometa Lovejoy, diede un grande spettacolo.
Ma queste comete hanno comunque dei grossi limiti in termini di osservabilità. Ci spieghi perché
Il problema di tutte queste comete della famiglia Kreutz – Sungrazing è geometrico, che purtroppo penalizza noi nell'emisfero boreale. La cometa è stata scoperta alla fine di settembre e ha rivelato immediatamente la sua natura di cometa radente; questo ci ha portato a considerare ciò che tipicamente fa una cometa di questo tipo. Nonostante il notevolissimo splendore previsto verso la fine di ottobre quando ci sarà il perielio – sottolineo sempre la criticità delle previsioni – qui il rischio che la cometa finisca in mille pezzi è concreto. Questa cometa si avvicina tantissimo al Sole, quindi il rischio sussiste. Tuttavia, anche dovesse sopravvivere, occorre sottolineare che la cometa sarà al massimo splendore quando sarà praticamente visibile da Terra in direzione del Sole. Questo la rende sostanzialmente inosservabile a ridosso di quel momento. E fra l'altro, lo voglio dire, espone chi dovesse tentare una simile osservazione a severi rischi riguardo alla vista. Questo è un aspetto importante da sottolineare, perché chiaramente noi siamo tutti entusiasti davanti alla prospettiva di vedere addirittura due comete notevoli nel giro di un mese. A memoria non mi viene in mente una finestra passata in cui sia accaduta la stessa cosa. Però attenzione, perché questa seconda cometa soprattutto, proprio per la sua natura di cometa sungrazing, raggiungerà il massimo dello splendore proprio in pieno giorno, prospetticamente in direzione del Sole, a circa 1 grado di distanza.
Quindi cosa suggerisce di fare?
Io sconsiglierei chiunque non abbia veramente grande perizia nel tentare di osservare la cometa a ridosso di quei giorni, perché veramente basta poco per perdere la vista per sempre. Se si guarda questa cometa e se si insiste sulla luce solare diretta, o peggio ancora, con uno strumento si cerca la cometa e inavvertitamente si punta il Sole, basta una frazione di secondo e non c'è possibilità di appello.
Ma un po' di speranza di poterla osservare senza rischi c'è
Sopravvive la possibilità che questa cometa, superando indenne il perielio – e questa è un'ipotesi ahimè poco probabile – possa chiaramente poi allestire uno spettacolo significativo che dall'Italia noi potremmo vedere nel chiarore del crepuscolo al mattino, basso all'orizzonte. In ogni caso non è una cometa che sale sul palco mettendosi al centro, diciamo così. È una cometa che comunque anche dal punto di vista geometrico è un po' sacrificata. C'è molto entusiasmo, chiaramente, perché la vicinanza temporale di due fenomeni cometari potenzialmente significativi, entrambi dal punto di vista artistico, è un'occorrenza molto rara. Sulla seconda cometa però bisogna avere pazienza, e anche laddove dovesse performare al meglio, resta da sottolineare questa criticità: il fatto che la cometa sarà sì luminosissima, ma per pochissime ore a ridosso proprio della condizione di massima vicinanza al Sole, che rende oltremodo rischioso e pericoloso il tentativo di osservarla. Anche lì bisognerà, come nel caso precedente, trovare un giusto mix di fattori, privilegiando grandemente la nostra sicurezza e auspicando che il nucleo cometario sopravviva, permettendo anche a noi, dopo il passaggio al perielio, di poter osservare qualcosa all'alba, al crepuscolo.