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Impressionante complesso di macchie apparso sul Sole, possibili aurore boreali in Italia: quando vederle

Nella zona occidentale del Sole, appena al di sotto dell’equatore, è comparso un gigantesco complesso di macchie solari con un diametro di 150.000 chilometri, circa 12 volte quello della Terra. Nei prossimi giorni si sposterà al centro della stella e punterà direttamente il nostro pianeta. Poiché ha già scatenato un brillamento di Classe X, ci sono buone probabilità che possa rifarlo, innescando una forte tempesta solare in grado di far comparire di nuovo l’aurora boreale in Italia.
A cura di Andrea Centini
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L'enorme complesso di macchie solari apparso nella zona occidentale del disco solare. Ha un diametro di 150.000 chilometri. Credit: NASA/SDO/HMI
L'enorme complesso di macchie solari apparso nella zona occidentale del disco solare. Ha un diametro di 150.000 chilometri. Credit: NASA/SDO/HMI

Nei prossimi giorni in Italia potrebbe di nuovo manifestarsi il meraviglioso fenomeno delle aurore boreali e SAR, spettacolo di luci colorate che ha impreziosito il firmamento nelle notti tra il 10 e l'11 di maggio e ottobre di quest'anno. Sul Sole, infatti, è appena comparso un gigantesco complesso di macchie solari che l'astrofisico Tony Phillips non ha esitato a definire “impressionante” sul portale specializzato in meteo spaziale spaceweather.com. Le dimensioni di questo ‘arcipelago' di macchie solari sono infatti clamorose: stiamo parlando di un diametro di ben 150.000 chilometri, con ogni macchia grande praticamente il doppio della Terra, dunque circa 25.000 chilometri.

Il complesso di macchie solari. Credit: NASA/SDO/HMI
Il complesso di macchie solari. Credit: NASA/SDO/HMI

Le macchie solari sono comparse sulla sinistra del disco solare e leggermente al di sotto della zona equatoriale. Nei prossimi giorni si sposteranno verso il centro della fotosfera – la superficie visibile del Sole – puntando direttamente il nostro pianeta. In questo momento non possiamo ancora avere dettagli specifici dei loro campi magnetici, ovvero se sono particolarmente turbolenti; bisogna attendere che si spostino, ma sappiamo già che si tratta di un complesso “esplosivo”. Dalla più grande macchia del gruppo, chiamata AR3869, giovedì 24 ottobre è infatti scaturito un brillamento (o eruzione solare) di Classe X, la più potente in assoluto delle quattro classi previste (B, C, M ed X, appunto). Nello specifico, si è trattato di un brillamento di Classe X 3.3, dunque non il più potente di questo attuale ciclo solare, il 25. Al momento il record del ciclo corrente appartiene a un Classe X 9.1 registrato il 3 ottobre dai coronografi coronografi LASCO della sonda SOHO, cogestita da NASA ed Agenzia Spaziale Europea (ESA).

Il brillamento di Classe X 3.3 del 24 ottobre 2024. Credit: SDO/AIA
Il brillamento di Classe X 3.3 del 24 ottobre 2024. Credit: SDO/AIA

I brillamenti possono essere accompagnati da fenomeni chiamati espulsioni di massa coronale (CME), che sprigionano energie paragonabili all'esplosione simultanea di centinaia di migliaia o milioni di bombe atomiche. Questi fenomeni liberano un potente flusso di particelle cariche elettricamente (plasma) che, quando è indirizzato verso la Terra, innesca le tempeste geomagnetiche o solari. Più è rapido ed energetico il vento solare, maggiori sono le probabilità di eventi acuti o estremi (Classe G4 o G5). Queste tempeste, oltre a poter danneggiare seriamente impianti elettrici, satelliti, comunicazioni radio e connessioni internet, si accompagnano agli spettacoli luminosi che chiamiamo aurore polari (aurore boreali nell'emisfero settentrionale). Sono innescati dall'interazione tra le particelle cariche elettricamente del vento solare e i gas – come azoto e ossigeno – presenti nella ionosfera, uno strato dell'alta atmosfera. La reazione innesca i brillanti colori delle aurore e i classici “tendaggi” degli archi aurorali, che si allineano lungo le linee del campo magnetico terrestre.

In genere le aurore polari sono visibili alle alte latitudini proprio per via delle caratteristiche del campo magnetico terrestre, ma quando il plasma è molto forte è in grado di “sfondare” la magnetosfera, pertanto le aurore possono comparire anche alle latitudini più basse, come quelle che attraversano l'Italia. Sullo Stivale si è manifestato perlopiù un fenomeno di colore rosso che accompagna le aurore chiamato SAR, ma nell'evento tra il 10 e l'11 ottobre 2024 si sono visti chiaramente gli archi aurorali verdi e i caratteristici tendaggi, ripresi nelle meravigliose fotografie che trovate nell'articolo.

Aurora boreale e SAR in Italia il 10-11 ottobre 2024. Credit: Enrico Villa
Aurora boreale e SAR in Italia il 10-11 ottobre 2024. Credit: Enrico Villa

Non sappiamo ancora se dall'impressionante complesso di macchie solari scaturirà un'eruzione solare (con annessa CME) in grado innescare una tempesta solare tale da far tornare l'aurora boreale in Italia, ma le dimensioni, la posizione e l'esplosività di questa immensa e turbolenta regione aumentano sensibilmente le probabilità che ciò possa verificarsi nei prossimi giorni.

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Ricordiamo che le macchie solari sono aree più scure e fredde (circa 3.700 °C) delle regioni circostanti (5.500 °C) perché i campi magnetici turbolenti che le caratterizzano intrappolano il calore nel cuore del Sole; quando le loro linee si spezzano e riconnettono, attraverso un fenomeno noto come riconnssione, liberano le enormi quantità di energia che innescano brillamenti ed espulsioni di massa coronale. Se sono rapide, violente e dirette verso la Terra, possono innescare le aurore boreali anche in Italia. Non resta che attendere i prossimi giorni per sapere se effettivamente avremo l'occasione o meno di ammirare nuovamente affascinante spettacolo di luci colorate nei cieli italiani.

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