Impiantato primo chip Neuralink nel cervello di un uomo, Musk: “Rilevati picchi neuronali”
Domenica 28 gennaio è stato impiantato nel cervello di un uomo il primo chip di Neuralink, startup statunitense nata in California nel 2016 specializzata nella ricerca e nello sviluppo di interfacce neurali impiantabili, tecnicamente note come interfacce cervello-computer (BCI) o cervello-macchina. Tra i fondatori figura anche l'istrionico magnate sudafricano naturalizzato statunitense Elon Musk, “padre” di altre aziende di successo come Tesla e SpaceX. È stato proprio l'uomo più ricco del mondo a comunicare con un “cinguettio” su X – se così si può dire per l'ex Twitter – che il paziente, dopo l'intervento, si sta “riprendendo bene”. Altro dettaglio interessante indicato da Musk è il “rilevamento di picchi neuronali” dopo l'impianto del chip, il cui primo nome commerciale sarà Telepathy. Si tratta, in parole semplici, dell'attività delle cellule nervose, che indica lo scambio di informazioni – segnali chimici ed elettrici – tra il cervello e il resto dell'organismo. In pratica, il chip avrebbe iniziato subito a fare il proprio lavoro.
Uno degli obiettivi principali di Neuralink è infatti creare interfacce cervello-computer che possano permettere a persone con paralisi e malattie neurodegenerative di poter controllare dispositivi elettronici – come smartphone e computer – attraverso il pensiero, migliorando in modo significativo la loro qualità della vita. Possibili anche miglioramenti nella deambulazione e nella vista per chi soffre di determinati handicap. Ma non solo. Come riporta lo slogan sul sito web ufficiale della compagnia, la missione dell'azienda è “creare un’interfaccia cerebrale generalizzata per ripristinare l’autonomia di coloro che oggi hanno bisogni medici insoddisfatti e sbloccare il potenziale umano domani”. In parole semplici, in futuro questi chip potrebbero essere utilizzati per potenziare le capacità umane, un po' come avviene in molti film (e altri media) di fantascienza con plot narrativo distopico. Ciò potrebbe essere connesso con gli impressionanti balzi avanti compiuti dall'intelligenza artificiale nell'ultimo periodo, con risvolti a dir poco inquietanti.
Ma torniamo alla questione medica, decisamente rilevante, considerando l'impatto che un chip come Telepathy potrebbe avere sulla vita di moltissime persone affette da importanti disabilità. Non si sa nulla del paziente coinvolto nel recente intervento citato da Musk, ma a settembre 2023 Neuralink aveva aperto una lista d'attesa per coinvolgere oltre 20.000 persone nella sperimentazione (entro il 2030). L'obiettivo è trattare i primi 11 pazienti nella fase iniziale della ricerca, che servirà anche a verificare la sicurezza e l'efficacia del robot chirurgico impiegato per impiantare il chip (l'operazione intracranica dura alcune ore). In base a quanto indicato da Bloomberg, il paziente “ideale” per l'impianto del chip di Neuralink è una persona giovane – con meno di 40 anni – e tetraplegica, cioè con paralisi alle gambe e alle braccia. È verosimile immaginare che nei prossimi giorni o settimane vengano rilasciate informazioni aggiuntive sulle condizioni e sui potenziali progressi del paziente.
La startup a maggio 2023 aveva ottenuto l'approvazione per la sperimentazione clinica (cioè i test sull'uomo) dalla Food and Drug Administration (FDA), l'agenzia federale statunitense deputata alla regolamentazioni di farmaci, prodotti alimentari e terapie / dispositivi medici sperimentali, come appunto il chip Telepathy. Il via libera non era affatto scontato, dopo le asprissime polemiche emerse durante i test preclinici, cioè la sperimentazione sugli animali. Le scimmie sottoposte all'inserimento dell'interfaccia wireless intracranica sarebbero state sottoposte a vere e proprie torture, sviluppando anche gonfiore cerebrale, convulsioni e altre problematiche che hanno (giustamente) fatto sollevare le associazioni animaliste contro l'azienda di Elon Musk. Neuralink, fra l'altro, ha avuto anche qualche problema con la legge. Come indicato dalla Reuters, infatti, avrebbe violato le regole del Dipartimento dei trasporti degli Stati Uniti sulla circolazione di materiali pericolosi (come ad esempio lo xilene).
Tutto questo non ha comunque fermato la startup, che ha appena potuto inaugurare la sperimentazione sull'essere umano. Non sono ancora evidenti i potenziali risvolti di questa tecnologia, ma è chiaro che le interfacce cervello-computer rappresentano una speranza per molti pazienti, considerando anche i risultati ottenuti da dispositivi analoghi al Telepathy. Ad esempio, nel 2022 un uomo completamente paralizzato a causa della SLA è riuscito per la prima volta a comunicare con il pensiero, lasciando una toccante dedica al proprio figlio: “Amo il mio fantastico figlio”, fu la prima frase riportata dal 36enne. Ma la tecnologia può avere anche impieghi più oscuri, tenendo presente che la si vorrebbe e potrebbe utilizzare per creare donne e uomini bionici con capacità superiori.