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Immenso buco coronale grande come 30 terre apparso sul Sole: il suo vento solare sta per colpirci

Il 24 marzo la Terra sarà investita da un rapidissimo flusso di vento solare “sparato” dal Sole, innescato da un gigantesco buco coronale apparso sulla stella. Ecco quali saranno le conseguenze.
A cura di Andrea Centini
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Il gigantesco buco coronale apparso sul Sole. Credit: NASA/Solar Dynamics Observatory
Il gigantesco buco coronale apparso sul Sole. Credit: NASA/Solar Dynamics Observatory

Un gigantesco buco coronale è apparso sul Sole e sta proiettando un rapidissimo flusso di vento solare verso la Terra, che verrà investita dall'ondata più energetica venerdì 24 marzo. Per questo giorno, oltre a magnifiche aurore boreali che potrebbero essere viste persino nei cieli di New York, si prevede una tempesta geomagnetica di Classe G2, come indicato dallo Space Weather Prediction Center della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), agenzia federale statunitense che si occupa di oceani, atmosfera e studi meteorologici, compreso il meteo spaziale.

I buchi coronali non sono veri e propri fori sul Sole, ma regioni in cui il plasma della corona risulta più freddo e meno denso di quello circostante. Per questa ragione, come spiegato dalla NOAA, nelle immagini ultraviolette e a raggi X appaiono come aree scure rispetto alle brillanti regioni circostanti. Quello formatosi lunedì 20 marzo nei pressi del polo sud della stella ha un diametro compreso tra i 300.000 e i 400.000 chilometri, come sottolineato a Business Insider dal dottor Alex Young, che dirige la divisione di Scienze Eliofisiche presso il Goddard Space Flight Center della NASA. Per fare un paragone, sono le dimensioni di 20 / 30 Terre messe una a fianco dell'altra, avendo il nostro pianeta un diametro di poco inferiore ai 13mila chilometri.

Credit: NASA SDO
Credit: NASA SDO

Questi fenomeni, per quanto massivi, affascinanti e misteriosi, sono del tutto normali sulla nostra stella e sono più frequenti quando l'attività magnetica del Sole si avvicina al suo minimo. In questo momento ci stiamo invece dirigendo verso al picco massimo del ciclo undecennale del Sole, che è previsto per l'estate del 2025. Il massimo solare è associato a una maggiore frequenza e intensità di eventi come espulsioni di massa coronale (CME), brillamenti, macchie solari e altri, che possono portare a significative tempeste geomagnetiche sulla Terra, potenzialmente in grado di scatenare danni catastrofici in caso di una Classe G5 (la più elevata). I buchi coronali sono invece associati a conseguenze meno violente e decisamente spettacolari.

La ragione risiede nel fatto che queste aree scure del Sole sono legate a "campi magnetici unipolari aperti", come specificato dalla NOAA. Questa condizione permette al vento solare di “sfuggire” più agevolmente e a grandissima velocità, tra i 500 e gli 800 chilometri al secondo. Questi flussi, tecnicamente chiamati coronal hole high speed stream o CH HSS se diretti verso il nostro pianeta – come nel caso di questi giorni – possono dar vita a tempeste solari non particolarmente intense e ad aurore polari magnifiche, a latitudini più basse del solito. Per il 24 marzo, come indicato, il fenomeno è previsto anche nel cielo di New York, molto più a sud del normale. Le aurore polari originano a causa delle particelle cariche elettricamente (plasma) del vento solare che interagiscono con i gas della ionosfera e si allineano alle linee del campo magnetico terrestre, dando vita ai meravigliosi e coloratissimi archi aurorali.

Secondo le previsioni del NOAA si avranno locali tempeste geomagnetiche di Classe G1 (la più bassa) il 23 marzo; tempeste di Classe G2 il 24 marzo; e di nuovo classi G1 il 25, quando il flusso di vento solare terminerà la sua influenza maggiore. Le tempeste G2, definite “moderate”, possono provocare danni alle linee elettriche, disturbi alle comunicazioni radio HF e problemi al posizionamento / orientamento dei satelliti, a causa del fatto che il vento solare può scaldare e rendere più densa l'aria, aumentando la resistenza per i satelliti che l'attraversano. A febbraio 2022 una tempesta geomagnetica provocò la distruzione di 40 satelliti StarLink (un progetto di Elon Musk) appena lanciati, che non riuscirono a raggiungere l'orbita designata proprio a causa della maggiore resistenza dell'aria. Furono condannati a deorbitare e a disintegrarsi nell'atmosfera terrestre.

A metà marzo abbiamo evitato una delle peggiori tempeste geomagnetiche di sempre, a causa del vento solare sprigionato da una potentissima espulsione di massa coronale. Fortunatamente il flusso principale – che viaggiava a ben 3.000 chilometri al secondo – è stato proiettato dalla parte opposta della Terra. Secondo gli scienziati, tuttavia, non saremo sempre così fortunati.

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