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Il vulcano Shiveluch in Russia ha eruttato dopo un violento terremoto: com’è possibile

Il terremoto di magnitudo 7,4 che ha investito la penisola russa della Kamchatka la sera del 18 agosto (ora italiana) ha risvegliato poche ore dopo il grande vulcano attivo Shiveluch, dal quale si è innalzato un enorme pennacchio di cenere e vapore.
A cura di Andrea Centini
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Una vecchia eruzione dello Shiveluch
Una vecchia eruzione dello Shiveluch

Nella penisola della Kamchatka Krai, sita nell'estremo oriente della Russia, il grande vulcano Shiveluch ha eruttato a seguito di una violentissima scossa di terremoto  di magnitudo 7.4, verificatasi poco dopo le 21:00 (ora italiana) di sabato 17 agosto 2024. Il vulcano, caratterizzato da due strutture distinte (una delle quali molto più antica) e un diametro complessivo di 45 chilometri, è uno dei più attivi al mondo e ciclicamente dà origine a eruzioni significative. L'11 aprile del 2023 sprigionò un'impressionante pennacchio di vapore e materiale alto ben 20 chilometri, che finì per sommergere di cenere diversi villaggi. La cittadina più vicina, Klyuchi, è sita a 50 chilometri dal vulcano e le sue strade furono ricoperte da quasi 10 centimetri di cenere, una quantità che non si vedeva da decenni. Lo Shiveluch, alto oltre 3.000 metri, si trova sulla Cintura del Fuoco – l'area vulcanica e sismica più attiva del pianeta – e con una frequenza compresa tra 50 e 400 anni dà vita a eruzioni devastanti. Fortunatamente le ultime non hanno provocato vittime né danni.

Secondo i rilievi dello United States Geological Survey (USGS), l'Istituto Geologico degli Stati Uniti, il sisma di magnitudo 7.4 del 18 agosto 2024 ha avuto un epicentro a quasi 90 chilometri dalla popolosa città di Petropavlovsk-Kamchatsky, dove risiedono circa 180.000 persone. L'ipocentro è stato collocato a una cinquantina di chilometri di profondità. A seguito della potente scossa si è risvegliato lo Shiveluch, che è sito a 450 chilometri dalla città. Dal cratere più giovane del vulcano, considerato il più attivo e pericoloso, si è sprigionata una colonna di fumo e cenere alta 8 chilometri, come indicato dalla TASS che cita esperti del Kamchatka Volcanic Eruption Response Team (KVERT), il gruppo di ricerca che monitora costantemente questo e altri vulcani della penisola russa. “Secondo le valutazioni visive, la colonna di cenere si sta alzando fino a 8 chilometri sopra il livello del mare”, ha evidenziato l'agenzia statale russa TASS. Oltre al colossale pennacchio, che può rappresentare un problema per il traffico aereo locale e internazionale, è stato segnalato anche un flusso di lava da uno dei versanti della montagna.

Ma com'è possibile che un terremoto possa risvegliare un vulcano? C'è innanzitutto da dire che lo Shiveluch è uno dei più attivi del mondo e uno degli esponenti della Cintura di Fuoco, quindi non ha assolutamente bisogno di sismi per innescarsi. Chiaramente, trovandosi le sue camere magmatiche costantemente sotto stress, attraverso una sollecitazione come quella di un fortissimo terremoto è possibile che si fratturino le rocce agevolando la fuoriuscita di magma e gas "agitati", che possono trovare nuove vie di fuga senza la necessità di attendere la ciclica rottura del punto di equilibrio. Come spiega infatti lo USGS in un articolo ad hoc, alcuni grandi terremoti regionali con una magnitudo di almeno 6 possono essere correlati alla successiva eruzione di determinati vulcani. Non tutti si riattivano, ma solo quelli pronti a eruttare e che soddisfano due specifiche condizioni: quelli con un certo volume di lava “in agguato” e pronta a fuoriuscire e che presentano una “pressione significativa all'interno della zona di stoccaggio del magma”.

Lo USGS sottolinea che, quando sussistono tali condizioni, “è possibile che forti terremoti tettonici possano provocare la fuoriuscita di gas disciolti dal magma (come una bottiglia di soda agitata), aumentando la pressione e provocando eventualmente un'eruzione”. È esattamente ciò che è accaduto il 19 agosto 2024 con lo Shiveluch, un colosso sempre pronto a liberare la sua immensa energia, a seguito della sua riattivazione avvenuta circa 3.000 anni fa.

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